Batman v Superman: Dawn of Justice
«Adoro mettere insieme le persone»
Parlare di Batman v Superman: Dawn of Justice equivale a camminare in un campo minato, dove ogni parola potrebbe scatenare il fandom. Ma la portata dell’evento non può essere ignorata, a prescindere del giudizio che ne verrà fuori. Quindi metterò da parte la mia eterna ammirazione per il Cavaliere Oscuro e il mio scarso apprezzamento per l’Uomo d’Acciaio e cercherò d'essere il più lucido possibile. Il film è il seguito di Man of Steel, reboot cinematografico della saga di Superman e, a cominciare dal titolo, punta a gettare le basi dell’universo cinematografico della DC Comics, che dovrebbe avere il suo apice nelle due pellicole dedicate alla Justice League, previste per il 2017 e il 2019, passando per i vari spin-off dedicati ai vari componenti del team, come Wonder Woman, Aquaman e Flash. La regia è affidata ancora una volta a Zack Snyder, autore di grandi successi tratti dai comic, quali 300 o Watchmen; Ben Affleck indossa la maschera e il mantello di Batman, mentre Superman ha ancora il volto di Henry Cavill. Dedico questo paragrafo a quanti (pochissimi) negli ultimi settantacinque anni abbiano vissuto su un'isola dispersa nell’oceano e ignorino due mostri sacri del fumetto mondiale e i loro modi diversi di difendere la giustizia. Batman usa la paura e la violenza per combattere il crimine e, guidato dal desiderio di vendetta, ha sacrificato la sua vita a battersi nelle strade di Gotham City. Rimasto orfano all’età di tredici anni, Bruce Wayne ha sviluppato al massimo le sue capacità fisiche e mentali grazie all’allenamento, alla perseveranza e all’enorme patrimonio economico ereditato, in grado di fornirgli i sofisticatissimi gadget tecnologici necessari a sopperire alla sua mancanza di superpoteri. Superman, ultimo figlio di Krypton, inviato dai propri genitori sulla Terra, desiderosi di salvarlo dalla distruzione del suo pianeta d’origine, grazie ai raggi del nostro Sole ottiene poteri immensi: può volare e muoversi a velocità supersoniche, è dotato di forza e resistenza sovrumane, spara raggi laser dagli occhi, ha un super-udito e altri optional. Sostanzialmente, è una divinità, statuario nelle pose e sempre ben pettinato. È trovato, adottato e cresciuto dai Kent, una famiglia di semplici contadini dal Kansas, dai quali apprende l’importanza di valori quali onestà e giustizia. Da adulto, nasconde la sua identità dietro gli occhiali da nerd dell’impacciato reporter Clark Kent.
In Batman v Superman: Dawn of Justice il primo è un vigilante brutale e incarognito: non esita a marchiare i malviventi, infatti, pur di portare avanti la sua crociata. La rivelazione dell’esistenza di Superman al mondo, nella battaglia contro il generale Zod che ha causato migliaia di vittime a Metropolis e avvenuta nel primo film di questa continuity, lo porta a essere ossessionato dall’idea che l’alieno possa rivoltarsi contro l’umanità ed eliminarla senza sforzo, vista la mancanza totale di un’arma con la quale combattere gli immensi poteri dell’Uomo d’Acciaio. Questa situazione, alimentata dalle mire di potere e dalle macchinazioni di un Lex Luthor molto prossimo al Joker nei comportamenti, porterà i due a un duro scontro e metterà in luce il motivo portante della vicenda: la rivolta dell’uomo contro Dio. Batman v Superman: Dawn of Justice è sicuramente un film importante. È decisamente pesante, serio e molto cupo. È forse eccessivamente epico poiché, in alcuni casi, è quasi un boomerang. La storia parte molto lentamente e assistiamo a una serie di sottotrame, che forse in alcuni casi potevano essere eliminate: tanti i riferimenti al futuro della saga e ad altri eroi. Accontentare i fan non è facile e, anche reputandomi uno di questi, alcuni riferimenti non erano chiarissimi, figuriamoci per i tanti spettatori casuali, privi di laurea ad honorem in supereroi e in cerca di semplice intrattenimento. Batman v Superman: Dawn of Justice non è nemmeno un film divertente: non mi riferisco alle gag comiche di Deadpool o dei Guardiani della Galassia, quanto alla totale assenza di leggerezza, in una vicenda priva anche di un'unica scena luminosa o di un cielo azzurro. Le sequenze rispecchiano questa linea generale e sono tutte molto scure: non si riesce a distinguere la vivace Metropolis di Superman dalla gotica Gotham City di Batman. A proposito, scopriamo che le due città si trovano a pochissimi chilometri di distanza l'una dall'altra, al punto da sembrare un grosso e unico agglomerato urbano. Eppure l'Uomo d'Acciaio pare non aver mai sentito parlare del Cavaliere Oscuro, nonostante sia in attività da vent'anni... Questo è il tipico caso d'incongruenza destinato a scatenare flame; ce ne sono altri e pesano come macigni. Per esempio, alcune caratterizzazioni dei personaggi hanno stravolto le basi della loro controparte cartacea in quanto a ideali, come la scelta di non uccidere, elemento fondamentale di entrambi i supereroi. Ci sono anche aspetti positivi, però: Wonder Woman! Interpretata dalla splendida Gal Gadot, è la rivelazione del film e, quando fa il suo ingresso in scena, porta una ventata di freschezza; cambia la musica, letteralmente. Inoltre, gli scontri sono molto spettacolari ed evidenziano caratteristiche e tecniche di lotta di ogni personaggio: lo stile di Batman segue il filone degli ultimi videogame dedicati al pipistrello, con attacchi e contrattacchi stealth, peccato che il merito sia tutto della CG e non di Ben Affleck, il quale va bene come presenza scenica, ma purtroppo non regge minimamente nei panni di Bruce Wayne. In pratica, quando volano i cazzotti il film diventa piacevole e forse DC Comics farebbe bene a tenerne conto: è vero, i dialoghi sono bellissimi, la costruzione dell'intreccio è angosciante e inesorabile, ma il pubblico brama anche una buona dose d'azione se va a vedere una pellicola chiamata Batman v Superman. Infine, ci sono tantissime citazioni a copertine, momenti e dialoghi dei comic, cosa alla quale Zack Snyder ci ha ormai abituato: anche se per pochissimi secondi, avremo pure modo di vedere altri superamici in azione.
Negli ultimi anni i cinecomic sono stati tantissimi, con risultati più o meno soddisfacenti: ogni fazione ha il suo stile, osannato o denigrato a seconda di quale parte si sia scelto di stare. Ed è inutile girarci intorno: sebbene sembrerebbe solo in apparenza una zuffa di famiglia, Batman v Superman: Dawn of Justice in realtà vuol dire Marvel contro DC Comics. La battaglia per decidere quale universo sia il più apprezzato, però, vede la seconda sconfitta. La strada aperta da Marvel, infatti, sarebbe dovuta essere almeno presa a esempio e non rifiutata a priori, perché ha funzionato e ancora soddisfa il pubblico. Alla fine del film potete tranquillamente lasciare la sala, perché incredibilmente non ci sarà nessuna scena dopo i titoli di coda e, calcolando quanto sia un momento amatissimo dagli appassionati, la sua assenza è vissuta come una mancanza, l’ultima in ordine cronologico. Gli appassionati, probabilmente, ne registreranno altre e potrebbero andare via con l’amaro in bocca. Forse, se Batman v Superman: Dawn of Justice fosse uscito 15 anni fa, oggi parleremmo di un'ottima pellicola. Alla luce di quanto detto, ripropongo la domanda iniziale: merita? Sì, va visto, perché è un evento storico e, benché non sia un capolavoro, è ben lontano dall'essere un nuovo Fantastic Four. L’hype creato è stato enorme e certamente ha avuto un peso specifico alto nel nostro giudizio, così come l'amore per i due eroi e l'aver constatato come il trailer abbia praticamente spoilerato tutto il film. Resistete al primo tempo, oppure aspettate la versione Blu-Ray, nella quale ci saranno oltre 30 minuti di scene eliminate, in quanto ritenute troppo violente. Speriamo che DC Comics corregga il tiro, in modo da non far patire lo stesso destino a Suicide Squad.
di Daniele Kinder Rea
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In questa recensione sono citati:
• 300
• Deadpool
• Fantastic Four
• Guardiani della Galassia
• Man of Steel
• Suicide Squad
• Watchmen