Vi ricordate di cosa avevate paura da piccoli? Io me lo ricordo molto bene: ero terrorizzato dagli specchi. Non perché fossi così brutto da spaventarmi da solo, o almeno non ancora, ma perché un pomeriggio d’autunno, di quelli che sembrano uguali a tanti altri, decisi di guardare in televisione un cartone animato che non avevo mai visto, e che mi stregò in un attimo. S'intitolava Bem: il Mostro Umano, e io avrò avuto 6 o 7 anni... Era trasmesso da un canale privato, quindi si vedeva così così, e aveva dei disegni diversi dal solito.
Recentemente, molti di voi avranno avuto modo d'ammirare Benicio Del Toro in Sicario e nel suio sequel, Soldado: pellicole nelle quali ha interpretato un ruolo ambiguo e affascinante, perfetto per lui. Nato in quel di Porto Rico nel 1967, Benicio Del Toro è uno dei volti più riconoscibili del panorama cinematografico mondiale. Lo sguardo particolare e affilato, come racconta egli stesso in un celebre spot, ne hanno fatto uno degli attori più ricercati, quando si tratta di connotare un personaggio in maniera più che incisiva.
Ci piacciono, c'è poco da fare. E non è la prima volta che lo diciamo. Amiamo quelle facce relegate sullo sfondo dei film e raramente messe in primo piano, se non mai. Caratteristi più o meno famosi, costretti sempre in quel ruolo per reggere il moccolo al protagonista di richiamo. Quelli il cui nome lo leggi nei titoli di coda e ti ricorda sempre qualcosa. Bill Paxton è quasi una figura del genere, famoso per aver fatto da seconda linea di lusso in tantissime pellicole.
Maestro del cinema come pochi altri registi al mondo, Brian De Palma vanta una carriera praticamente senza sbavature, caratterizzata da costanza e qualità. Tranne per un film, di cui parleremo, il suo curriculum offre una varietà di cult e di perle che raramente è possibile trovare. L'esordio alla regia con un lungometraggio arriva nel 1968, con Murder à la Mod, una pellicola grindhouse e slasher non molto apprezzata, ma che già lasciava intuire alcuni punti fermi del lavoro del regista.
Nel 1992 Joss Whedon è autore di un film parecchio noto alla mia generazione, Buffy: l'Ammazzavampiri. La sua creatura per il cinema, alla sua uscita in sala, si rivela un flop, però, malgrado gli elementi a contraddistinguerla fossero gli stessi della ben più fortunata e futura serie TV. Questa debutterà nel 1997, infatti, cinque anni dopo e si capisce subito che Whedon ha trovato nel piccolo schermo la giusta dimensione per quel che avrebbe voluto fare fin dall'inizio con Buffy: l'Ammazzavampiri, cioè trasporre la vita da teenager come fosse un horror e il liceo come fosse l'Inferno.
La doverosa premessa, dedicandosi a celebrare un personaggio comeBill Murray, è che non si sa davvero da dove cominciare, né come procedere, né tantomeno come concludere. La stesura di questo pezzo, infatti, s'è svolta esattamente come la trama di Ricomincio da capo (Groundhog Day), film del 1993 diretto dall’amico Harold Ramis, in cui il nostro Bill Murray, nei panni del meteorologo Phil Connors, rivive all’infinito la stessa giornata, con tutte le conseguenze del caso. Un film curioso, quasi senza pretese, ma diventato nel tempo vero e proprio oggetto di culto: ora ci permette d'approfondire parecchi aspetti di un attore tanto talentuoso quanto bizzarro, capriccioso e per certi versi inarrivabile.
C’era una volta una strega cattiva, terrore dei bambini della cittadina americana di Blair, nel Maryland. Dopo essere stata esiliata nei boschi intorno alla città dai cittadini esasperati, di lei si perdono le tracce. Secoli dopo, negli anni '40, quando Blair ha cambiato nome in Burkittsville, una nuova serie di sparizioni tra i fanciulli del paese induce i più superstiziosi a temere il ritorno della strega ma, a seguito di indagini approfondite, emerge la responsabilità di Rustin Parr, uno spietato serial killer, poi assicurato alla giustizia.
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