Il predicatore laico
Una cosa ho sempre invidiato agli USA: la capacità di produrre comici molto più caustici e cattivi di quelli nostrani. Cercare tra gli spettacoli stand-up americani vuol dire ritrovarsi a ridere spesso e con battute assolutamente politicamente scorrette, che in Italia porterebbero a giorni e giorni di dibattito a Porta a Porta e all'espulsione diretta da tutte le TV del regno. Infatti quei pochi comici davvero capaci d'eguagliare i colleghi a Stelle & Strisce si contano sulle dita di una mano e, in moltissimi casi, sono stati epurati dagli schermi. Bill Maher è uno che, da noi, sarebbe durato circa il tempo di una battuta, pur non essendo propriamente un comico. Non più, almeno. I suoi primi anni di carriera passano calcando i palchi degli stand-up e gli valgono, nel 1993, uno show tutto suo: Politically Incorrect, per l'appunto. Si trattava di un talk molto simile al Satyricon di Daniele Luttazzi, il quale, non a caso, ai comici americani ha guardato sempre con attenzione, forse pure troppa, ed è sospeso nel 2002. Durante una puntata, Bill Maher si dichiarò d'accordo con un opinionista conservatore, il quale definiva gli attentatori dell'11 Settembre come «non codardi», in totale opposizione alla definizione che ne aveva dato il Presidente Bush. «Noi siamo stati codardi. Lanciando missili Cruise da 2.000 miglia di distanza. Questa è codardia. Stare su quell'aereo mentre colpisce l'edificio... Dite quello che volete, ma non è codardia. Hai perfettamente ragione». Queste parole, probabilmente, gli costarono il rinnovo del contratto e la sua trasmissione, oltre a molti sponsor. Politically Incorrect era una trasmissione di successo sulla ABC e aveva vinto parecchi premi, tra i quali un Emmy: inutile ricordare la sensazione spiacevole legata alla somiglianza tra l'America di Bush e l'Italia di Berlusconi.
«Sapete perché sono sicuro che l'11 Settembre non sia stato un atto concepito dal governo Bush? Perché ha funzionato»
Nel 2003, però, Bill Maher è già alla HBO, con il suo Real Time with Bill Maher, altro talk show sulla falsariga di Politically Incorrect. Anche questo è un successo ed è omaggiato da una citazione ne I Griffin. È Brian a essere ospitato, insieme a un nutrito gruppo di opinionisti, dopo aver scritto il suo bestseller Wish it, Want it, Do it. E ne esce malissimo. Bisogna ricordare, però, come Bill Maher e Seth MacFarlane, il creatore de I Griffin, fossero amici e come il prima abbia pure partecipato in qualità di guest star al film del secondo, Un Milioni di Modi per Morire nel West, oltre a Ted 2, nel quale interpretava se stesso, come in molti altri film, del resto.
Insomma, la visione di Bill Maher della vita è molto pratica e, al contempo, curiosa e fiduciosa nella capacità del genere umano. È a favore della legalizzazione delle droghe leggere e dei matrimoni gay, è un accanito sostenitore di un trattamento etico degli animali ed è con Obama. Ma non è contrario al possesso delle armi, poiché fermamente convinto di come la maggior parte degli incidenti domestici accada a causa dell'irresponsabilità dei proprietari; in più, è sicuro che nessuna tragedia porterà mai a una legge sulle armi, poiché sia i Democratici che i Repubblicani sono a favore delle pistole. C'è, però, da specificare che, pur possedendo una pistola per difesa personale, quando gli hanno chiesto se si considerasse un «orgoglioso» proprietario di un'arma, abbia semplicemente fatto spallucce, rispondendo che sarebbe come dire d'essere un «orgoglioso proprietario di un telecomando».
«Non diventare così tollerante da tollerare l'intolleranza»
Bill Maher è uno spirito molto pragmatico e non è accecato dalle ideologie politiche di nessun colore, ma analizza i fatti quasi scientificamente, per trovare egli stesso le risposte ricercate, senza aspettare che qualcuno le fornisca già esaminate. Lo si può ben capire leggendo le parole scelte come epilogo di Religiolus: «La religione ha il potere di spingere gli uomini verso eventi distruttivi, quindi, in effetti, porterà alla fine del mondo. L'Apocalisse sarà una profezia auto-avverata: perché il genere umano possa sopravvivere, la religione deve morire. I predicatori sono padroni intellettuali che tengono legata l'umanità all'ignoranza e generano e giustificano follia e distruzione. La fede rende virtuoso il non pensare, nulla di cui vantarsi. La religione è pericolosa, perché permette agli uomini che non hanno risposte di credere che le avranno. L'unico atteggiamento appropriato per l'uomo, davanti alle grandi domande, non è l'arrogante certezza che è il marchio della religione, ma l'umiltà del dubbio, visto che la storia umana è una serie infinita di errori. Il conforto e il sollievo offerti dalla religione hanno un prezzo terribile. I non religiosi devono uscire allo scoperto. È tempo di crescere o morire». E noi siamo in gran parte d'accordo con lui, nonostante le sue dichiarazioni successive alla morte di Stan Lee, molto dure nei confronti dei lettori dei fumetti, specialmente supereroistici, che glisono valse la critica unanime di autori, sceneggaiatori e disegnatori non solo di casa Marvel.
di Alessandro Sparatore
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