L'imperatrice
Di bello c'è che le attrici in qualche modo snobbate per parecchio tempo, alla fine, ti si ripresentano davanti in tutto il loro splendore, ti costringono a ricrederti, prendendoti quasi a sberle e urlando: «Hai visto? Ci sono anche io!». Con Charlize Theron è andata più o meno così, perché per anni l'ho ritenuta solo una bionda piuttosto algida e glaciale. Era bella, sì, e pure tanto, ma non mi ha mai ispirato quell'amore incondizionato come invece hanno fatto altre. Eppure bisogna dire che s'è quasi impegnata per mettersi in luce, per dimostrarmi quanto avessi torto e c'è riuscita, alla fine, con il ruolo che non ti aspetti: quello dell'Imperatrice Furiosa, nell'ultimo Mad Max: Fury Road. Già, perché in un film dove il protagonista parla poco e il resto è macchine e deserto, Charlize Theron ha sulle spalle il compito importante di riuscire a farsi volere bene e, nel frattempo, d'essere motore della trama e personaggio carismatico, ma meno del protagonista. Nell'ultimo film di George Miller questo compito le riesce alla perfezione: l'Imperatrice Furiosa ha carisma da vendere, con quel suo braccio d'acciaio, la maschera di trucco nera che ne mette in risalto l'azzurro intenso degli occhi, quei capelli alla Sinead O'Connor dei tempi andati e, soprattutto, con quella forza messa in mostra in tutto il film, anche quando, in teoria, sarebbe stata proprio lei la donzella in pericolo. Il film, lo sapete, è spettacolare e riconosco ancora di più la bravura di Charlize Theron dopo aver spulciato le sue altre interpretazioni, per vedere meglio cosa mi fossi perso in questi anni.
Il mio primo ricordo, infatti, era ridicolo: si trattava di uno spot pubblicitario per il Martini. La nostra bella cercava di sedurre un vecchio riccone, poi arrivava un belloccio in occhiali scuri e lei si alzava per seguirlo. Un filo del vestito le rimaneva impigliato alla sedia... Ed eccolo, tutto il carisma di Charlize Theron si mostrava a noi, maliziosamente e per un istante, prima d'esser coperto dal logo. Strano a dirsi, ma anche il secondo ricordo era legato a uno spot, stavolta di un profumo, in cui la nostra biondona camminava risoluta e impetuosa lungo un corridoio infinito come le sue gambe, liberandosi dei suoi gioielli, perché a lei gli orpelli non servono; liberandosi delle perle, perché per lei le cose che hanno valore non contano; delle scarpe, perché i tacchi sono troppo chic; del vestito, perché tanto lei... Ce l'ha Dior. Segue un secondo spot della stessa marca, dove Charlize Theron, funambolica, s'arrampica lungo un nastro di seta fino a raggiungere la vetta di un edificio e ammirare la città dorata ai suoi piedi. E tutti zitti, ché lei è lei e sotto i suoi piedi noi ci mettiamo la faccia e lei può anche muoversi.
Non è una cosa strana che le star di Hollywood si concedano alle pubblicità: lo fanno solo a patto che non siano mai trasmessi negli Stati Uniti, perché da loro girare una reclame è considerato un po' come per un calciatore andare a giocare in Cina a fine carriera. Infatti, le nostre tv pullulano di attori famosi e importanti intenti a degustare caffè o pubblicizzare profumi; c'era anche Kevin Costner, il quale dopo aver cercato Dryland è finito a mangiare il tonno in scatola in Italia. Anche Charlize Theron non fa eccezione, sebbene la sua filmografia sia pregna di roba di qualità e le sue performance sono state spesso giudicate eccellenti, al punto tanto da averle fatto vincere anche Oscar, Golden Globe e Orso d'Argento. Vale la pena soffermarci su alcuni di questi, a cominciare dal film grazie al quale ha vinto la (meritatissima) statuetta. Si tratta di Monster, nel quale Charlize Theron interpreta la serial killer Aileen Wuornos, sadica assassina realmente esistita e giustiziata nel 2002, dopo dodici anni di reclusione. L'attrice è irriconoscibile sotto il trucco e i 15 kg in più che ha dovuto mettere su per interpretare il suo personaggio. Il film piace molto, a tutti, e diventa uno dei migliori del 2003: una storia terribile, un salto nell'abisso verso il quale l'attrice sudafricana ci conduce, avvinghiandoci, grazie a un'interpretazione incredibile. Io, per quanto appassionato di serial killer, ero rimasto solo incuriosito dalla presenza di Charlize Theron nel cast e per questo non andai a vedere Monster quando uscì. Mea culpa.
Qualche anno dopo, Charlize Theron ha provato a richiamare la mia attenzione con una piccola perla nera del cinema di fantascienza: Aeon Flux. Basato sull'omonima serie a cartoni animati di Peter Chung, il film non lascia un'impressione particolarmente buona di sé, anzi, risulta particolarmente lento, pur trattando temi in qualche modo cari alla sci-fi, da sempre. La protagonista, pur avendo volto e corpo di Charlize Theron, rimane priva del carisma e dell'ambiguità proprie della sua controparte animata. Uno splendido tentativo, ma nulla di più, purtroppo. Lo stesso discorso potrebbe anche farsi per Hancock, nel quale Charlize Theron interpreta una donna dotata di superpoteri al fianco di Will Smith, supereroe privo di memoria e molto poco iconico. Anche qui il film promette tantissimo nei suoi primi minuti (e anche qualcosa di più), ma poi tutto finisce in maniera un po' troppo slavata e buonista; perfino l'inevitabile storia d'amore tra i due non riesce a risultare credibile. Infine, giusto citare anche la sua parte in Prometheus, il deludente prequel della saga di Alien a firma Ridley Scott. Ma non è l'attrice il problema dei film menzionati, bensì sono le sceneggiature non sempre all'altezza. E infatti, quando Charlize Theron si trova diretta da maestri del cinema, i risultati sono decisamente all'altezza delle aspettative. In Le Regole Della Casa Del Sidro è magnifica, come in Un Milioni Di Modi Per Morire Nel West. Drammatico il primo, diretto da Lasse Hallstrom, commedia il secondo di Seth MacFarlane, entrambi mostrano una Charlize Theron in grado non solo di reggere il film, ma pure d'impreziosirlo, esattamente come avverrà in Mad Max: Fury Road. Insomma, per tanti anni l'ho snobbata e c'era bisogno di un'apocalisse post-atomica per farmi capire, invece, quanto carattere ci fosse sotto quella chioma bionda e dentro quegli occhi di ghiaccio. Perché poi c'è da dire una cosa: giustamente celebriamo gli attori maschili, quando sottopongono il loro fisico a cambiamenti stressanti per il corpo e gli esempi classici sono Robert De Niro per Toro Scatenato (circa 30 kg in più) e Christian Bale per L'Uomo Senza Sonno (circa 25 kg in meno). Quando si tratta di donne, però, questo riconoscimento deve tenere conto del valore aggiunto rappresentato da una società colpevole d'incastrarle in cliché comportamentali ed estetici. Per questo Charlize Theron è ancora più da ammirare, capace d'aver messo in gioco il suo corpo in interpretazioni che lo hanno ingrassato, come in Monster, o mutilato, come in Mad Max: Fury Road. Non solo: saper essere intelligente e autoironica, saper spaziare in ruoli enormemente diversi tra loro, risultando sempre credibile, sono caratteristiche proprie di una donna fuori dall'ordinario, prima ancora di una grande attrice.
«Sono una donna che va dritta, non torno mai sui miei passi»
di Alessandro Sparatore
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