Inception

Trottoline amorose

 

Inizio. Svolgimento. Fine. L'equilibrio della struttura d'ogni trama ruota attorno alla riuscita d'ogni sua parte e, sebbene siamo tutti consci che a contare davvero è il percorso, certe volte dal prologo passiamo direttamente all'epilogo senza neanche accorgercene, rimanendo invischiati in finali aperti che non ci fanno dormire la notte, per rimuginare sui se e sui ma. Alcune storie sono come Inception: te ne stai tranquilla sulla tua montagna di sapone quando, a un certo punto, qualcuno s'insinua nel tuo sogno e ti solletica a viverlo davvero, innestando dentro di te l'idea di una realtà possibile.

E te lo vivi tutto, facendo saltare gli schemi. Il cielo si dipinge di rosa, i palazzi si rivoltano, le birkenstock diventano improvvisamente scarpe sensuali... Giri per strada fluttuando e tirando fuori di tanto in tanto il tuo totem, l'oggetto mistico che ti aiuta a capire se sei dentro il sogno o la realtà: la trottola di Cobb, dai 7 euro in su Amazon; un corso di yoga per riconnetterti con te stessa dai 60 euro al mese; più semplicemente, una sveglia per andare al lavoro, gratis con l'aggiunta di qualche imprecazione. E quando arriviamo alla fine, ogni protagonista dà la propria, personale interpretazione. Eppure stavamo vedendo lo stesso film! È possibile che nello stesso sogno ognuno viva un sogno a parte, che nella realtà si trasforma nel racconto di un altro sogno, ancora? Pare proprio di sì

E se è vero quello che dice Christopher Nolan, che abbiamo iniziato a considerare la realtà come la cugina povera dei sogni, mentre invece questi ultimi sono semplicemente sottoinsiemi della nostra prima, probabilmente la svolta sta tutta nel trovare qualcuno che, semplicemente, viva non solo il reale, ma anche il meraviglioso, esattamente come noi. Se non per evitare finali troppo complicati da digerire, almeno per poter avere la stessa versione da raccontare agli amici dopo una litigata.

di Valentina Borrelli
#chiedimiperchésonosingle
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