Cosmopavoni
La sindrome degli uccelli migratori
Ci sono cose da non fare mai, quando si è arrabbiati: telefonare, prendere in mano coltelli, parlare se non strettamente necessario, andare al supermercato col rischio di passare tutto il tempo nel reparto merendine. Così ho fatto oggi: parlato poco, niente messaggi, spesa fatta ieri. Mi sono soffermata solo sulle cazzate, però: il mio segno zodiacale dice 3 stelline, Pamela Prati non s'è sposata, oggi è la Giornata Mondiale dell'Uccello Migratore. Oggi è la Giornata Mondiale dell'Uccello Migratore. Ripetiamolo insieme.
Il cordoglio per la situazione aviaria è stato talmente intenso, che subito avrei voluto contattare l'Associazione Nazionale degli Ornitologi, per annunciare che di uccelli migratori nella specie umana ce ne sono talmente tanti, che possiamo silurarli in varie parti del mondo. E staremmo tutte meglio. Un bel volo nell'aere, un volo senza ritorno per quelli che si prendono tutto il calore e, al primo segnale di cambiamento climatico, abbandonano l'isola. Così decidi d'essere la Groenlandia per sempre. Fino al prossimo uccello migratore. Un giorno ne ho incontrato uno: è stato immediatamente il Sole. Ma non sapevo di che specie fosse: voglio dire, sapete distinguere una cicogna che migra da una che ha smesso? E l'upupa? Io no. Nel dubbio, è stato subito inverno. E quello, giustamente ha preso il volo, perché quando fa troppo freddo è dura anche per chi vuole restare. Anche perché, in tutta questa incertezza, ero io l'inverno. L'unica cosa certa. Forse anche quella sbagliata? Faccio sciogliere i ghiacciai, forse tornerà. Nel dubbio, stavolta, lascerò che sia estate, in attesa del prossimo Cosmopavone.
di Valentina Borrelli
#chiedimiperchésonosingle
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