Sconcerto
Le donne invisibili del Primo Maggio
Questo articolo contiene uno spoiler e una proposta rivoluzionaria. Al concerto del Primo Maggio, in piazza San Giovanni, a Roma, quello organizzato dai sindacati del lavoro, quello trasmesso in diretta nazionale per festeggiare chi lavora, per ricordare tematiche importanti quali «abbattere divisioni che ci sono e che sono messe in discussione», come dichiara Anna Greco della CISL, quello di cui riesci a vedere solo l’ultima mezz’ora al rientro dalla braciolata al parco, avete capito, ecco, quest’anno al concerto del Primo Maggio non ci sarà alcuna donna solista (ecco lo spoiler). È strano che accada proprio a una manifestazione che celebra la parte buona del lavoro, in un periodo in cui si sta mettendo in luce la divisione di genere nelle opportunità e, soprattutto, nei salari. Si sono anche inventati il termine inglese per indicare il fenomeno: gender pay gap. Si sa che quando i sapientoni partono con le definizioni, il fatto è storico, culturale, da non prendere sottogamba. Anche fare il cantante è un mestiere, con le sue gioie e i suoi dolori, nonostante per noi esseri umani medi non sembri affatto così.
Neanche una cantante a rappresentare la categoria? Nemmeno una donna? Non mi meraviglierei se qualcuno di più qualificato di me inizi a vociferare che nel mondo della musica un pizzichino di sessismo ci sia... Del resto, io sono cresciuta con Mirko dei Bee Hive, che poteva tranquillamente andare a comprare le fettine panate con quel ciuffo rosso di merda, mentre nel frattempo le esimie colleghe Jem e Creamy, per svolgere la loro egregia professione, avevano bisogno di parlare coi folletti e le macchine infernali e tenere nascosta la propria identità. Rendiamoci conto. A pensarci bene, per risollevare questo concertone dalla burrasca femminista che sta per abbattersi sugli amplificatori di San Giovanni, un gesto eclatante lo potrebbe compiere l’unica cantante solista presente sul palco: Ambra Angiolini, signori miei. Tre dischi di platino, mica cazzi. E già me l'immagino a cantare T’appartengo all’unisono col pubblico, facendo impallidire la metà degli artisti semisconosciuti presenti (ecco la proposta rivoluzionaria). Così, per rappresentare tutte quelle cui chiedono, ancora oggi, se hanno intenzione d'avere figli, che si beccano il part time, che se arrivano da qualche parte è perché «il capo sicuro se l’è portata a letto», che ancora oggi sono messe in disparte in quanto donne, dunque troppo emotive. Sarebbe per una buona causa, cara Ambra Angiolini: pensaci, riflettici e «se ci tieni, tu prometti e poi mantieni».
di Valentina Borrelli
#chiedimiperchésonosingle
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