Occhi di Gatto
Bugie dalle gambe corte, ma in latex
Eccomi qui, stretta dalla morsa delle pubblicità di guaine per appiattire il ventre che appaiono in continuazione sul PC, sicuramente dopo una spiata dello smartphone a Nostro Signore Google. Ho spento le candeline dell'ultima puntata di Occhi di Gatto, tre feline che ancora soffiano col passare degli anni. In questa burrasca di aliti, le tre superlative sorelle, bellissime, abilissime, furbissime e agilissime, Kelly, Sheila e Tati, hanno compiuto 35 anni. L’età mia. Senza ruga alcuna o segni di cedimento. Per quanto io, spinta dal complesso d'inferiorità e per infierire su Kelly, più che una sorella maggiore, una Sabrina Salerno dei manga, senta l’irrefrenabile voglia di parlare di quanto la quinta sia la marcia più appropriata per andare a meta con facilità, soprattutto se la carrozzeria è rivestita di latex, oggi mi soffermerò sulla trama secondaria dell'anime, la storia d’amore tra la sorella di mezzo, Sheila, e Matthew, il detective incaricato di catturare le ladre che si firmano con lo pseudonimo Occhi di Gatto.
È ignaro dell'attività criminosa della sua fidanzata e sposta subito il cartone sul versante di un inno all’inganno, bello e buono. Si dice che nei primi appuntamenti si dicano almeno tre bugie, le cosiddette bugie bianche, quelle innocue e la cui unica funzione è renderci migliori agli occhi del papabile partner. Esempio: io odio il formaggio e più di una volta, a cena, ho finto di non avere alcun problema a vedere il mio futuribile lui spararsi una cremosissima cacio e pepe, mentre caricavo di grappa il mio calice, con l'idea d'anestetizzarmi in vista del primo bacio al gusto di pecorino. Ecco, in questa era di marchesi del grillo urlanti a gran voce «io so' io e voi non siete un cazzo», spiattellando al mondo la loro natura impermeabile al compromesso, esistono ancora le Sheila capaci di sopportare il peso di una bugia, per proteggere il loro rapporto d’amore? Dobbiamo sempre dire tutta la verità, nient’altro che la verità, mano sulla Bibbia, come in un processo ai sentimenti?
Forse è giusto per le questioni che giudichiamo importanti, o per essere coerenti ai nostri precetti morali, o per non minare la nostra integrità, o per non mettere in pericolo l’equilibrio personale e di coppia. A volte, però, le bugie possono far bene, sempre ricordando le loro gambe corte, per quanto possano essere sexy e avvolte da tutine aderenti. È un dibattito ancora aperto, come il finale di Occhi di Gatto trasmesso in Italia: sputare il rospo e scappare via, in un altro continente. L’epilogo del manga, invece, mostra il poliziotto rincorrere la sua lei, che però ha un incidente e non ricorderà più nulla della vita di prima. O forse è un’altra bugia? In ogni caso, ecco un altro precetto importantissimo, utile per quando cadiamo dentro quelle bugie dalle quali non sappiamo più uscirne: dire la verità, darsela a gambe, farsi venire un’amnesia e sperare d'aver rubato il cuore alla parte lesa, perché ci perdoni.
di Valentina Borrelli
#chiedimiperchésonosingle
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