Cold Blood
«I'm not used to saving people»
È arrivato il 19 Marzo direttamente per il mercato Home Video grazie a Koch Media un thriller glaciale, per così dire, Cold Blood. Abbiamo avuto il piacere di ricevere il formato in Blu-Ray e quanto segue sono le impressioni dopo la sua visione. La prima sensazione, immediata, è di trovarci di fronte a un Leon, ambientato però nel Nord degli USA, a ridosso del confine canadese. Protagonista del film è, infatti, Jean Reno, nuovamente nei panni di un killer a pagamento, schivo e solitario. Dopo aver portato a termine l'ultimo incarico, uccidendo un ricco magnate, si ritira in una baita sperduta in un bosco. A differenza della pellicola di Luc Besson, a fargli compagnia non c'è una pianta, ma L'arte della guerra, di Sun Tzu. A interrompere bruscamente le sue giornate tranquille e monotone interviene, però, l'arrivo di una donna gravemente ferita, a seguito di un incidente con la sua motoslitta.
Riluttante, ma costretto dalla situazione, il sicario curerà la giovane, che sarebbe certamente perita in caso di mancato soccorso. La convivenza forzata non sarà semplice, naturalmente, e farà da preludio agli avvenimenti successivi. La donna, infatti, è seguita da un misterioso individuo e, parallelamente, sulle tracce del killer sono dispiegate anche le forze di polizia deputate alle indagini del suo crimine. Cold Blood è un un film francese del 2019 e, nonostante le inevitabili similitudini, parte abbastanza bene. I dialoghi sono ridotti al minimo, la Fotografia è suggestiva e l'indole del mercenario è raccontata attraverso la sua gestualità e la sua routine. La pellicola, però, si smarrisce all'inizio del terzo atto, quando si ha la sensazione che sceneggiatura e regia si siano ormai incartate per cercare di rendere meno prevedibile un finale impossibile da rendere diverso da quel che è, ovvero molto scontato, e con alcune scelte sull'evoluzione dei personaggi poco felici, o quantomeno ben motivate.
di Ludovico Lamarra
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