Le maghette dello Studio Pierrot
«C’è un cuore sul bracciale che è magico, perché può sempre trasformare Mai in Emi, Emi in Mai...». Vi ricordate le maghette dei cartoni animati degli anni ’80? Magica Emi, L’incantevole Creamy, Evelyn e la Magia di un Sogno d’Amore? Erano tutte appartenenti al genere Maho-shojo e create dallo Studio Pierrot, per lo più impersonate da bambine normali che ricevevano poteri magici in grado di trasformarle in adolescenti bellissime e talentuose. Facendo riferimento soprattutto alle avventure di Creamy ed Emi, ogni fanciulla di quei tempi desiderava intensamente poter trovare, un giorno, un braccialetto o un amuleto che magicamente fosse in grado di realizzare il loro sogno. Fra le difficoltà incontrate, c’era sempre l’impossibilità di trovarsi insieme nello stesso luogo. Così, da bimba, non potevo non chiedermi come riuscissero, le mie eroine, a nascondere a lungo quel segreto con gli amici e i parenti che, guarda caso, non le vedevano mai insieme, vicine, nello stesso luogo. «Possibile che nessuno abbia un sospetto?», mi dicevo. Oggi, a trent’anni di distanza, l’incanto di quelle ragazzine straordinarie s'è spostato dallo schermo della TV alla redazione di Nerdface e per magica coincidenza è successo che la mia giovanissima amica e collega Elisa Sini, nonostante lavori insieme a me, non riesca mai a trovarsi nello stesso luogo, in presenza degli altri collaboratori, quando ci sono anche io. E qualche dubbio è iniziato a serpeggiare tra i nostri arguti colleghi... Chissà che non ci abbiano finalmente scoperte! Per questa ragione, ci siamo convinte a scrivere insieme la storia e le origini di queste fantastiche creature, ricche di molte curiosità. «Gira e spera, il desiderio s'avvera!».
Cominciò tutto negli uffici dello Studio Pierrot, fondato nel lontano 1979 da Yuji Nunokawa e Hisayuki Toriumi; tra gli altri, all’epoca delle nostre eroine, aveva già prodotto anime famosissimi e che tutti ricorderanno, grazie alla paternità dell’amatissima Lamù. La sfida che portò lo studio Pierrot a realizzare la famosa saga composta da 5 serie animate, soprannominata Le Maghette dello Studio Pierrot, (L'incantevole Creamy, Evelyn e la Magia di un Sogno d'Amore, Magica Emi, Sandy dai Mille Colori e Francy Lala) era eguagliare e magari superare lo strapotere dell’indiscusso Studio Toei, che aveva già prodotto con enorme successo Bia e la Sfida della Magia. Le Majokko (in giapponese) dello Studio sono tutte firmate dalla character designer Akemi Takada e hanno molti particolari in comune fra loro: una protagonista femminile, umana; un potere arrivato in maniera casuale e dal tempo limitato; la compagnia di animaletti e pupazzi alieni; l’oggetto magico che aziona i poteri; la suddetta capacità di trasformare le bambine in adolescenti, pur mantenendo in loro la purezza d’animo e l’ingenuità che accompagna la loro età reale.
Siamo nel 1983 quando nasce Maho no tenshi Creamy Mami, più comunemente conosciuta come L'incantevole Creamy. La serie è creata inizialmente a scopo di marketing, per promuovere la cantante Takako Ohta, una giovane adolescente pronta a esordire nel mondo della musica pop giapponese che, nell’anime, dona la voce alla Creamy. L’anime racconta la storia di Yu, una bambina umana che, una sera, scorge nel cielo un'arca di cristallo, un oggetto rarissimo che poche persone riescono a vedere. Davanti a lei si presenta il folletto Pino Pino, proveniente da un pianeta lontano che, per ringraziare Yu d'aver aperto l'arca dei sogni, le regala un medaglione a forma di portacipria, in grado di donarle poteri magici e trasformarla in una bellissima adolescente. Inoltre, le affida anche due fedeli aiutanti: i dolcissimi gattini Posi e Nega. Nasce così il personaggio pubblico Creamy Mami. Come per tutte le altre streghette, anche in Creamy la protagonista trae molti insegnamenti dal proprio alter ego, bilanciando il rapporto in un bellissimo scambio reciproco, incoraggiandosi e supportandosi vicendevolmente.
Tornando ai lavori dello Studio Pierrot, terminate le avventure dell’Incantevole Creamy, è lanciata una nuova eroina. Siamo nel 1984 quando nasce Evelyn e la Magia di Sogno d’Amore. Qui la protagonista è una bambina di 11 anni: Persha Hayami (Evelyn, in Italia), è la figlia di una coppia giapponese e cresciuta in Africa fino al giorno in cui è affidata dai genitori al professor Muori, col quale torna in Giappone. Durante il volo l’aereo sul quale viaggia è risucchiato in una dimensione parallela, Lovely Dream. La ragazzina incontra 3 Kappa, che le regalano un cerchietto magico capace di trasformarla in una graziosissima diciassettenne dalle mille capacità professionali. Arriviamo così nel 1985, anno in cui lo Studio Pierrot sbanca il botteghino lanciando la sua terza majokko, Magica Emi (Mahou no Star Majikaru Emi).
L’anime mahō shōjo fu trasmesso in Italia tra l’Agosto e l’Ottobre del 1986, insieme alla trasposizione manga distribuita dalla Shogakukan, ma mai arrivata nel nostro Paese. Di nuovo, la protagonista è una ragazzina umana, Mai Kazuki, di 10 anni, appassionata di giochi di prestigio e trucchi di magia. Sua madre è una ex maga, mentre suo padre lavora come pasticcere. Il sogno della bambina è entrare a far parte della famosa compagnia di maghi creata dai nonni, la Magical-Art. Un giorno, rincorrendo una sfera di luce che solo lei riesce a vedere, incappa nello specchietto a forma di cuore che le aveva regalato il nonno: invece della sua immagine riflessa, le appare un mondo di sfere lucenti, dal quale d’un tratto s'affaccia un folletto, il quale materializza un braccialetto che s'infila immediatamente al polso di Mai. La strana creatura spiega alla bambina che, grazie a quell’oggetto magico, potrà realizzare il suo sogno. La prima trasformazione di Mai in Emi, ancora una volta un’adolescente straordinariamente bella e brava, avviene per salvare e chiudere lo spettacolo della compagnia Magical-Art, dove Mai si rivela come un’abilissima maga prestigiatrice. Notata dal Signor Koganei (Bartolomeo), un noto produttore televisivo, affascinato dalla talentuosa e affascinante ragazza, Magica Emi comincia la sua carriera come show girl, cantante e prestigiatrice capace di performance eccezionali. Presto, però, i sensi di colpa causati dalla consapevolezza d'aver ottenuto un facile successo solo grazie alla magia e non da una vera e propria abilità frutto di sacrifici, cominciano a tormentare la piccola Mai, che alla fine sceglierà di rinunciare per sempre al suo potere.
Concludono questo appassionante ciclo, gli anime mahō shōjo, Sandy dai Mille Colori del 1986 e Fancy Lala del 1998. Nel primo (Maho no aidoru Pasuteru Yumi), a differenza delle altre, la protagonista Yumi (Sandy, in Italia), non si trasforma in un'adolescente ma, una volta salvato il regno da cui provengono i suoi folletti Pico e Paco, ha l'opportunità di tenere i suoi poteri per sempre, diventando la maga più famosa del Giappone. Per il resto, la formula rimane la stessa: due amici magici, una bacchetta e un ciondolo fatato con cui disegnare oggetti che, per pochissimo tempo, prendono vita, oltre a un ragazzo dolce e timido di cui lei è follemente innamorata, Roby. Fancy Lala (Miha Izuki, in Italia) è la più piccola delle nostre eroine: ha 9 anni (12, in Italia) e frequenta la terza elementare, ama disegnare e leggere manga. Grazie all’aiuto di Pigu e Mogu, due folletti che le forniscono poteri magici, si può trasformare in una quindicenne molto attraente, ben presto notata da Yumi Haneishi, presidente della Lyrical Production, un’agenzia per modelle che le chiede di posare per un servizio fotografico. Nasce così Fancy Lala, una nuova stella. Rispetto a queste cinque maghette c’è da fare una considerazione conclusiva: tutte le loro storie sono state censurate, modificate o riadattate in molte parti, una fra tutte l’età delle bambine, che nel nostro Paese era sempre alzata. Ma la censura riguardava anche le storie d’amore e numerose scene, dove la cultura nipponica era forzatamente armonizzata a quella occidentale, per rendere gli anime più accattivanti ai nostri gusti. Dal 1980 a oggi, però, sono passati quarant’anni e sarebbe auspicabile che una visione più aperta dell’Oriente, ci porti a rivedere questi tagli e riproporre gli anime nella loro bellissima versione originale.
Francesca M. Russo
Elisa Sini
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