Death Stranding
PC, PS4
L'hype generatosi nei confronti di Death Stranding, nuovo titolo di Hideo Kojima, non ha quasi avuto eguali, anche perché non si trattava solo della voglia di metterci sopra le mani, ma proprio di capire cosa il geniale autore avesse in serbo per noi. Per tutto il nemmeno troppo lungo processo di produzione, il padre di Metal Gear Solid ha centellinato le notizie e, anche dopo l'uscita di Death Stranding, una serie di embarghi hanno fortemente limitato le notizie che potevano o non potevano uscire. Facciamo due premesse, prima d'iniziare a parlare del gioco.
La prima. Ci siamo tenuti lontani dalle recensioni, perché volevamo essere il più obiettivi possibili nel valutare Death Stranding. La seconda. Pur vedendo chiaramente nella Metal Gear Saga un prodotto d'eccezionale fattura, chi scrive non è mai stato un fan sfegatato di Solid Snake e del resto della truppa: li ha giocati, li ha apprezzati, ma non ha mai ritenuto l'autore infallibile, volendo vedere bene cosa la sua ultima creatura abbia da offrire. La risposta è: davvero tanta roba.
Trama
Il mondo di Death Stranding sono gli USA, o meglio quanto ne rimane dopo una catastrofe che li ha gettati nel caos totale. Non esistono più Stati, ma solo città, per lo più isolate le une dalle altre, e molte persone hanno preferito andare a vivere lontano dalla civiltà, limitando al minimo i contatti con gli altri. Il compito del protagonista, Sam Bridges, sarà collegare nuovamente il suo mondo, procedendo da Est a Ovest, in un coast to coast ben contestualizzato in una trama che si dipana poco a poco, meta dopo meta, collegamento dopo collegamento. Dire di più sarebbe assolutamente ingiusto, non solo perché rovineremmo la sorpresa, ma pure per non fare un torto allo stesso Hideo Kojima, il quale mai come in questo caso ha sapientemente gestito i tempi della narrazione e tutte le scoperte che vi troverete a fare, man mano che procedete nel gioco. La trama di Death Stranding è fusa al resto del gioco e non è mai spunto di partenza per le missioni, anzi ne è il cuore pulsante, e col resto del gioco s'amalgama indissolubilmente. È ottima fantascienza ed è solo lo strato principale del gameplay.
Gameplay
Diciamolo subito: chi ha descritto Death Stranding come un simulatore di un fattorino ha cannato del tutto. Se possiamo giustificare la definizione quand'ancora del gioco si sapeva poco, dopo averlo giocato continuare a sostenerlo farebbe venire il sospetto della malafede.
È vero: il gameplay si basa sul trasportare carichi attraverso i paesaggi desolati degli USA, eppure non è quello il vostro obiettivo. Sarete chiamati a creare legami e il compito del fattorino è solo uno dei mezzi a disposizione. Il principale, certo, ma non l'unico. Ogni ordine accettato, qualunque carico disposto in maniera equilibrata oppure la scelta dell'approccio giusto per arrivare dal punto A al punto B sono la preparazione di una sfida da non sottovalutare mai, destinata ad aprire un percorso posizionando aiuti che altri giocatori, in seguito, potranno utilizzare e valutare a loro volta. Siete soli, in Death Stranding. Soli quando vi trovate sull'orlo di un precipizio dal quale scendere tramite una corda, soli a scalare una parete o mentre cercate il punto meno profondo per guadare un fiume. Eppure, sarete soli solo all'inizio, perché una volta stabilito il collegamento, allora vedrete cosa abbiano fatto altri prima di voi e quanto si sono lasciati alle spalle: scale, corde e cartelli dove hanno dormito e dove hanno espletato le loro funzioni corporali; più avanti nel gioco perfino ponti e strutture complesse, che potranno aiutarvi negli spostamenti e rendere i viaggi meno lunghi e complicati.
Lo stranding è il cuore pulsante del gioco e vi porterà a voler creare qualcosa per gli altri. A chiedervi, mentre viaggiate sotto una pericolosissima pioggia, che fa molto più di bagnarvi, a chi verrà dopo di voi. Sarà automatico il pensiero di lasciare un segno del vostro passaggio. Un generatore o una tettoia che possa aiutare chi si troverà ad affrontare lo stesso viaggio, ma anche un'impronta quasi indelebile della vostra strada, per i quali sarete ricompensati da like prontamente segnalati. La soddisfazione nel sapere che qualcuno sta usando le vostre creazioni, che vi è grato per quanto avete fatto, ecco, anche quello è un legame particolare. La progressione, poi, è molto efficace: quasi ogni consegna effettuata vi darà una ricompensa immediata in termini di nuovo equipaggiamento, a volte utile a volte solo decorativo, o di nuove possibilità. È stranamente bello muoversi nelle macro aree di Death Stranding, aprire una pista o un sentiero, scoprire d'aver sbagliato strada e cercare un modo rapido per togliervi da una situazione d'impaccio. Dà soddisfazione, crea anche quel minimo di dipendenza. Se prima d'ora le missioni di raccolta e consegna negli altri giochi vi sono sembrate noiose è solo perché nessuno aveva mai pensato di costruirci attorno un sistema così profondo, eppure intuitivo, anche grazie a una realizzazione della topografia delle aree che vi permette da subito di capire quale sia il posto più indicato dove mettere piede. E si va avanti un passo alla volta.
Il vero pericolo in Death Stranding è, quindi, il territorio, sebbene non manchino i cattivi che, di quando in quando, vi potranno assalire per derubare il vostro carico. Come raggiungere la vostra meta sarà la vera sfida. E poi ci sono le Creature Arenate. La pioggia è pericolosa proprio per la loro presenza: nel caso vi ghermissero, vi porteranno allo scontro inevitabile contro un boss. È meglio che lo battiate, anche grazie all'aiuto di altri giocatori, che vi assisteranno in qualità di fantasmi, donandovi armi, perché in caso moriste... Be', il viaggio successivo sarà molto più difficile. Non aggiungiamo altro, per non rovinare anche questa sorpresa.
Feeling
C'è molto da dire sulle sensazioni date dal giocare a Death Stranding. Si tratta di una vera e propria esperienza, guidata sapientemente da Hideo Kojima. La regia sottolinea i momenti più belli, come l'arrivo a una meta particolarmente ambita, grazie alle inquadrature panoramiche, utili a mostrare la vastità del mondo che avete di fronte, e al brano musicale che parte nel momento giusto e vi accompagna in ogni faticoso passo. Èì raffinato, Death Stranding, non privo di complessità, soprattutto all'inizio, nella gestione di alcuni menù non proprio intuitivi, ma decisamente profondo e capace di toccare lo spirito. Si potrebbe arrivare a definirlo zen: un gioco capace d'andare oltre l'intrattenimento e sfida, per definire un nuovo linguaggio. È un film per come è gestita la narrazione; un libro per il suo gameplay.
È un capolavoro? Sì, sebbene non sia un gioco per tutti, non perché elitario, ma solo perché trattandosi di un'esperienza, non è detto che si sia tutti pronti a viverla nella stessa maniera e allo stesso modo. Forse è questo il suo difetto più grande: non può soddisfare tutto il pubblico e, paradossalmente, rischia di creare una spaccatura fra chi ne apprezzerà il ritmo riflessivo e chi, invece, avrebbe voluto qualcosa di più dinamico. O per chi non è ancora pronto a un'opera che valica i confini della vostra console.
di Alessandro Sparatore
In questa recensione sono citati:
• Metal Gear Solid