L'amicizia più pura
Se si parla d'animazione 3D in CGI, il primo studio a saltare alla testa è sicuramente Pixar. Composto prevalentemente da capolavori contemporanei, lo studio Disney è sicuramente uno dei più iconografici nella storia del medium. Nel mondo occidentale, ergo fondamentalmente quello statunitense, questo genere di film sembra essere un'esclusiva dello studio fondato da Steve Jobs, o da George Lucas. Dipende dai punti di vista. Eppure, se cerchiamo poco sotto la superficie, è possibile individuare diverse perle, in grado non solo di contrastare questo monopolio, ma addirittura di superarlo. È il caso di Dragon Trainer, firmato DreamWorks. Tratto dalla serie di libri di Cressida Cowell Le Eroiche Disavventure di Topicco Terribilis Totanus III e diretto da Chris Sanders e Dean DeBlois, la coppia che ha regalato al mondo Lilo & Stitch, Dragon Trainer è un racconto di formazione piuttosto lineare. Hiccup, un ragazzo preveniente da un'isola popolata da soli vichinghi, per raggiungere la maggiore età e conseguentemente prendere il posto del padre, a capo del villaggio, deve uccidere un drago, creatura ritenuta nemica degli esseri umani.
Un giorno, riesce a catturarne un esemplare, ferendolo alla coda. Braccato e senza possibilità di fuga, il draghetto non sembra essere così pericoloso, sicuramente non come gli adulti del villaggio hanno sempre raccontato. Pian piano, Hiccup fa amicizia con lui, dandogli anche un nome: Sdentato. Questa amicizia cambierà il mondo del ragazzo radicalmente: capirà che i draghi non solo non sono creature da temere, ma addirittura sono amici inseparabili.
Rispetto al romanzo di Cressida Cowell, Dragon Trainer (in originale How to Train Your Dragon) riesce a mantenere una maturità tale nelle tematiche da soddisfare un pubblico molto più ampio. Il rapporto fra Sdentato e Hiccup, evidenziato nel finale, è molto più forte di quello fra un animale e il suo padrone. Pensate che Steven Spielberg, fondatore di DreamWorks, dopo aver visto la scena, decise di suggerire alcuni cambiamenti che resero il rapporto fra i due protagonisti più forte rispetto a quello fra «un cowboy e il suo cavallo». La forza di Dragon Trainer, infatti, è nel lavorare con forza alle sue tematiche, ai rapporti fra i personaggi e alla loro caratterizzazione. Sebbene la storia di per sé non sia particolarmente originale, gli elementi perfettamente interconnessi della sua sceneggiatura lo hanno reso un cult indissolubile. Ovviamente, oltre alla grande scrittura, va considerato il Character Design. Sdentato, a oggi, è forse tra i più riconoscibili elementi del film. Grazie al suo aspetto tra lucertola e gatto nero (in realtà, si dice che l'idea di renderlo felino derivi dallo screensaver di uno degli animatori dello studio, che aveva come immagine un pantera nera), ha reso il co-protagonista della pellicola ancor più empatico. Impossibile non affezionarsi a quegli occhioni da micio.
Visto l'ottimo lavoro dei filmmaker e una grande risposta dalla critica, ottenendo un 99% su Rotten Tomatoes, risultato rovinato solo da 3 recensioni negative (scritte probabilmente da critici senza cuore o da diretti competitor), Dragon Trainer riuscì a sbancare il box office e a ottenere la bellezza di due sequel di pari livello. Il film, soprattutto per chi è fan dell'animazione, che non può essere lasciato indietro. Soprattutto per quanti, nonostante l'età adulta, amano commuoversi di fronte a lavori ricchi di anima, Dragon Trainer rappresenterà quell'argine cedevole del proprio cuore: non cambia la vita, ma la rende migliore grazie alle sue emozioni pure e semplici.
di Valerio Massimo Schiavi
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