Garm Wars: l'Ultimo Druido
«Come facciamo a sapere dove andare?»
ATTENZIONE: SPOILER A RAFFICA!
Oggi vi racconterò una fiaba. Una di quelle belle, piene di eroi, draghi, principesse e avventure. No, non è vero. Questa è la dura realtà, quindi vi parlerò di Garm Wars: l’Ultimo Druido: state tranquilli, cosa può andare storto quando si uniscono giapponesi e canadesi? Prima d’iniziare, vi devo per forza parlare un po’ di chi c’è dietro questo film, ovvero Mamoru Oshii, regista giapponese con un curriculum da paura: Tatsunoko, Studio Pierrot e Bandai Visual sono alcune delle case di produzione in cui ha lavorato; Gatchman, Yattaman, Lamù una minima parte degli anime storici dove ha collaborato. Regista di Patlabor, Ghost in the Shell, Blood: The Last Vampire e di un’altra godzillata di titoloni. In pratica, un mostro sacro. Ora veniamo al dunque. Garm Wars: l’Ultimo Druido inizia con una battaglia tutta in CGI (come praticamente il 99% di tutto il film), mentre una voce fuori campo e diversi titoli in sovrimpressione ci danno un quantitativo enorme d’informazioni sui Garm, le tribù in cui erano divisi, su quali sono più brave a fare cose rispetto ad altre, dove compravano il pane, di chi è figlio quello, chi è sopravvissuto e chi ormai fa parte del passato. Tante cose, troppe cose. Per darvi un’idea: prendete un vostro amico non nerd, mettetelo comodo e cominciate a leggergli il Silmarillion. Dopo quattro minuti lo vedrete vacillare come Blanka di Street Fighter, con tanto di stelline alla testa dopo avere subìto una mega-combo, cercando ricollegare i nomi dei mille elfi della prima era con le stirpi successive. Ecco, quello è il risultato dopo venti minuti di Garm Wars: l’Ultimo Druido e, credetemi, il flusso di nomi, cose, animali e città partorito dalla mente del regista andrà avanti per tutto il film.
Giordano, l’amico e collega recensore di Nerdface che ingenuamente cade ancora nei miei trappoloni e si fa coinvolgere nelle mie Buste, si guardava intorno disperato nella sala vuota, sperando di trovare indizi per capire questa matassa di informazioni e supercazzole filosofiche sciorinate dai protagonisti. Leonardo, altro amico e vittima sacrificale, dopo quindici minuti dormiva. Mi dicono dalla regia che dovrei parlarvi un po’ della trama di Garm Wars: l’Ultimo Druido. Io avrei preferito raccontarvi la storia della vecchia del terzo piano, ma l’avete voluto voi. In un futuro e in un mondo lontano, creato con i bozzetti preparatori scartati da Final Fantasy, due tribù di Garm combattono per il dominio. I Columbra (guidati dal malvagio Marco Columbro) dominano i cieli con macchine volanti a forma di uccello, che lasciano scoperta la testa del pilota; i Briga (giuro, non dirò che sono degli attaccabrighe, almeno per ora) sono più potenti militarmente e hanno il controllo della terra, grazie all’aiuto degli ultimi esponenti della tribù dei Kumtak, geni tecnologici i quali, per non essere spazzati via come le altre cinque tribù Garm, offrono i loro servigi. I Columbra hanno un esercito di cloni, formato da gnocche vestite di rosso e con il vizio di mettersi in pose epiche appena vedono un panorama. In più, ogni tanto e senza una spiegazione logica, spuntano sulle loro teste un paio di orecchie da elfo domestico di Hogwarts. Un membro dei Kumtak, interpretato dall’androide Bishop di Aliens: Scontro Finale, fugge portando con sé un tizio muto e misterioso: pare sia l’ultimo druido, essere antico e potente in grado di cambiare le sorti della guerra e di poter contattare i sommi Creatori. E poi c’è un cane! Nella mitologia creata da Mamoru Oshii è considerato un qualcosa di mistico, che se ti tocca la gente fa tipo «oddio l’ha leccato il cane, meraviglia!».
I tre si ritroveranno a collaborare con una delle soldatesse Columbra e uno dei Briga: nel più classico e scontato gioco delle parti, gli eterni nemici troveranno una via comune. Imperdibile la scena in cui Skellig, il soldato (attacca)Briga, chiede a Khara la Columbra come sia essere toccati da un Gula, il cane. Lei giustamente se lo guarda come per dire «è un cane, se lo tocchi sembra di accarezzare un cane...» e la scena rimane così, con lei che balbetta. I cultori del cinema giapponese saranno implosi di gioia per una scena del genere. Poi dopo altri interminabili discorsi senza senso, altre supercazzole mistiche e svariate inquadrature del sedere della cagnetta mentre fa pipi nel bosco, arriva lo scontro con gli ibridi Gundam-Evangelion fatti di legno. Il druido, dopo essere stato tutto il film con un casco integrale in testa che nemmeno i Daft Punk, diventa un vermone robotico, ma muore per colpa di un chiodo. Poi scoppia una guerra infinita fra i Garm rimanenti e alcuni robottoni giganti di legno ancora più giganti. Perché? Per cosa?
Poi Garm Wars: l’Ultimo Druido finisce così, senza una spiegazione. Ma io dico... Mamoru Oshii, ci hai dato spiegoni per 95 minuti di film e alla fine ci lasci tutti in questo modo? Questa volta hai toppato alla grande. Hai descritto minuziosamente cose assolutamente inutili, come se il pubblico dovesse conoscerle, ma purtroppo oltre a quel poco che si intuisce dal film, il resto rimane chiacchiere. Hai spiegato che i soldati, se muoiono, possono passare la loro coscienza in un nuovo corpo-clone rinnovato, ma poi? Mi spiace, ma i Cyloni di Battlestar Galactica lo fanno da parecchi anni prima e meglio. Un paio di combattimenti finti e senza una logica precisa, con agguati fatti da robot giganti e un cattivo? Ma era il cattivo, quello? Non si capisce. Si dirà: i giapponesi, è noto, hanno storie complicate e dense di sottotesto e di mistica, ma in termini d'impatto visivo sono imbattibili. Ecco. Garm Wars: l’Ultimo Druido conta circa quattro attori e poi il resto è tutta Computer Grafica, ma così tanta, che al confronto Star Wars: la Minaccia Fantasma di George Lucas sembra girato in analogico. Ora tocca fare gli scongiuri per evitare la trilogia e, per quanto i canadesi non siano il coltello più affilato al servizio del cinema, credo e spero sia difficile fregarli per un’altra Busta del genere. Purtroppo, però, questo è uno di quei film che, quando ne sentiremo parlare in futuro, ci regalerà perle del tipo «è ‘n capolavoro!», «il sommo maestro ha espresso tutta la sua rabbia contro la società del tempo!», «la scena del cane che piscia è da antologia, come hai fatto a non capirlo?» e altre fantastiche frasi fatte. Garm Wars: l’Ultimo Druido per me rimarrà una Busta e anche brutta. Non è stato nemmeno divertente da prendere in giro con gli amici, meglio un qualsiasi film di squali dell’Asylum. Una Bustina fra le Buste.
di Daniele Kinder Rea
Leggi anche le altre Recensioni