Gemini Man
«Mi fa troppo paura»
Will Smith contro Will Smith, questa è il concept del nuovo film di Ang Lee, famoso per aver diretto pellicole come La Vita di Pi e La Tigre e il Dragone, oltre a un quantomai bizzarro, ma bel lavoro su Hulk. A produrre la pellicola, Jerry Bruckheimer, produttore di cult come Top Gun, I Piraiti dei Caraibi, ma anche di gran parte della filmografia di Michael Bay. Insomma, un film che, come direbbe Mario Brega in Bianco, Rosso e Verdone, «pò esse' fero, o pò esse' piuma». Come se non bastasse, è anche girato in 3D, tecnologia di cui Hollywood ha molto abusato negli ultimi anni. Come sarà andato questo esperimento? Prima la trama.
Henry Brogen (Will Smith è un sicario degli USA, una vera e propria macchina da uccisioni. Dopo un suo lavoro, stanco della vita da assassino, decide di ritirarsi e andare in pensione. Un suo amico, ex commilitone, gli confida che, nell'eseguire il suo ultimo colpo, gli sono state date informazioni false sulla vittima: non si trattava di un terrorista, ma di uno scienziato che lavorava per il Governo americano. Venuto a sapere di questo leak, Clayton Verris, il capo della Gemini (Clive Owen), un'agenzia segreta, decide d'eliminare i potenziali testimoni. Ovviamente, fra questi, rientra Henry, che però sembra invincibile. Verris, allora, decide di mandare sulle sue tracce un nuovo soldato, in grado d'eliminare la potenziale minaccia, il clone giovane dello stesso Henry.
La trama, raccontata così, sembra particolarmente complicata: in realtà non lo è. Infatti, l'intreccio narrativo sembra l'aspetto meno curato di tutto il progetto. Effettivamente, fra gli sceneggiatori della pellicola figura un nome piuttosto importante: David Benioff, noto per aver ucciso Game of Thrones. Le colpe per una trama così banale non possono essere date tutte a lui, dato che Gemini Man ha vissuto quello che negli USA è definito Developement Hell, ovvero anni e anni di preparazione al progetto: pensate che il primo regista chiamato a dirigere la pellicola fu Tony Scott. Detto questo, è giusto sottolineare gli aspetti positivi del film: Ang Lee. Essendo fondamentalmente un visionario, il regista taiwanese riesce a dirigere una pellicola in 3D come si deve. Da Avatar non si vedeva una resa in 3D così riuscita, tale da giustificare gli occhialetti di plastica tanto scomodi da portare. Stessa cosa vale per le scene action, capaci d'intrattenere in maniera perfetta chi guarda, rendendo le sezioni della trama assai noiose e portando lo spettatore a pregare affinché qualcuno, durante le scene di dialogo, tiri fuori una pistola.
Infine, bisogna parlare della resa del personaggio di Junior, ovvero Will Smith giovane. L'aspetto interessante della creazione del personaggio è che, discostandosi della tendenza degli ultimi anni, non s'è usata la tecnologia di de-ageing, ma s'è deciso di ricreare l'intero essere umano in CGI, lo stesso principio grazie al quale è stato possibile vedere Peter Cushing in Rogue One. Questa è chiaramente un'arma a doppio taglio, perché in alcune scene Junior sembra spaventosamente reale, ma in altre sembra uscito fuori da un'opera di Lovecraft. In conclusione, Gemini Man è un film altalenante: raggiunge a volte alti livelli tecnici mentre in altri, a causa una scrittura poco ispirata, si tende alla noia. In ogni caso, è una pellicola da vedere.
di Valerio Massimo Schiavi
Leggi anche le altre Recensioni
In questa recensione sono citati:
• Avatar
• Bianco, Rosso e Verdone
• Game of Thrones (serie TV)
• Hulk
• I Piraiti dei Caraibi
• Rogue One
• La Tigre e il Dragone
• Top Gun
• La Vita di Pi