La virtù dei forti
Può esistere amicizia tra uomini e donne? Il tema, da sempre delicato, è oggi in una fase di avveniristico ammodernamento, ma bisogna andare per gradi. Da millenni, il quesito è stato oggetto di studi, trattati e folli monologhi da parte di milioni di persone, per la stragrande maggioranza allupatissimi maschi, più o meno segretamente innamorati di una propria amica, o più frequentemente della cosiddetta migliore, destinati a piogge di due di picche che manco un ninja con gli shuriken. Quando, nel 1998, Max Pezzali lanciava la sua hit La Regola dell’amico, però, non sapeva che questo riconoscibilissimo cliché fosse ormai prossimo al suo canto del cigno. La prepotente riaffermazione della donna nella nostra società, infatti, e la conseguente serie di sdoganamenti culturali, amplificata dalle straordinarie risorse della rivoluzione digitale, hanno portato a un'inusitata diffusione di relazioni occasionali tra persone dichiaratamente interessate al mero aspetto sessuale. Oggi possiamo dire che sono molte le alternative possibili a un rapporto classico, dai booty call agli one night stand. Ma la forma più diffusa di relazioni sentimentalmente non vincolanti e impegnative è, senz'ombra di dubbio, quella che si manifesta nei cosiddetti friends with benefit. Ma dov'è stato che questa vera e propria guerra sentimentale ha vissuto il suo spartiacque?
Ebbene, non ci sono dubbi: la breccia s'è aperta sul grande schermo. Nel 1989 usciva in sala il film per eccellenza sul dilemma amici/amanti e, da quel momento, niente sarebbe stato più come prima. Con Harry ti presento Sally, infatti, tutto il non detto, il pensato non dichiarato, l’intero vorrei ma non posso dei rapporti tra uomini e donne conobbe il suo svelamento e ne divenne manifesto. Da questa pellicola, sulla carta non propriamente indimenticabile, il regista Rob Reiner riuscì a distillare un insperato effetto cult, soprattutto grazie ad alcuni elementi imprevedibili. La brillante sceneggiatura di Nora Ephron, per molti versi ispirata alla commedia italiana, l’impianto narrativo montato sulla dilatazione del tempo di racconto, che si dipana per oltre 10 anni, e soprattutto l’eccezionale alchimia tra Billy Crystal e Meg Ryan, i due protagonisti, hanno sicuramente contribuito al successo del film.
Per i pochi che non l’avessero mai visto, Harry e Sally sono due perfetti sconosciuti, che hanno in comune solo una conoscenza e una meta. Entrambi alla fine del college decidono di lasciare Chicago, per cercare fortuna a New York. Hanno le idee chiare sulle professioni che intenderanno svolgere e il bisogno reciproco di dividere gli oneri del viaggio. Durante il percorso, intrattengono lunghe discussioni, che culminano nel discorso rivelatore, tramite il quale Harry spiega i motivi per i quali l’attrazione sessuale rappresenti sempre l’elemento d'ipocrisia, che mina le fondamenta dell’amicizia. Intorno a questo ragionamento si svilupperà l’intero albero dei contenuti del film che, tra punti di vista e spunti di riflessione, diventa progressivamente un vademecum dei rapporti sociali e/o amorosi negli anni '80. I due finiranno per dirsi addio e incontrarsi nuovamente molte volte durante la loro vita, scoprendo che alla base del loro bisogno di tenere assolutamente il punto sulla questione si nasconde un sentimento che ha bisogno di tempo per essere messo a fuoco e accettato.
Ed è probabilmente questo il vero motivo del successo di Harry ti presento Sally: la pazienza! Questa lunga attesa, che si dipana lungo intere fasi della vita dei due personaggi, ha dato una speranza a quegli innamorati che usavano il VHS del film un po’ come esempio costruttivo di una possibile relazione, da mostrare al partner potenziale, ma soprattutto come iniezione di fiducia nel futuro, dato il matrimonio finale tra i protagonisti. Oltre alla celebre sequenza dell’orgasmo simulato di Sally al ristorante, la pellicola è arricchita da una numerosa serie di scene, improvvisate all’ultimo momento e aggiunte alla sceneggiatura, frutto di intuizioni e suggerimenti dei due attori, capaci di dare all’opera quel tocco d'ulteriore realismo capace di sfondare lo schermo, per poi penetrare il cuore degli spettatori. Oggi il mondo dei rapporti umani è sicuramente diverso da quello del 1989 e certi pudori, convenzioni e barriere appartengono a un passato irrecuperabile e analogico, come la chitarra sulla spiaggia, le riviste porno o le dichiarazioni d’amore al telefono col filo. Ma Harry ti presento Sally resterà per sempre nell’immaginario collettivo, un mix tra il cavallo di Troia e una macchina del tempo, con cui orde di amici innamorati cercarono di aprire una finestra sul futuro, per mostrare alle amiche più carine uno scenario romantico e plausibile, in barba a tutte le convenzioni e ai luoghi comuni, incorniciato in un'irresistibile colonna sonora da primo bacio. E ora «portatemi quelli che ha preso lei».
di Marco Mogetta
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Continua la collaborazione con Francesca Mori, altra illustratrice che si unisce a Nerdface dopo Denise Esposito. Ecco la sua illustrazione realizzata in esclusiva per noi di Harry ti Presento Sally, mentre cliccando QUI potete visitare la sua pagina!