Nel 1981 arrivarono le macchine del tempo anche da noi, in Italia. Ovviamente non stiamo parlando di Tardis e DeLorean, ma di altri bizzarri veicoli, destinati a costituire l'infinita saga di anime delle Time Bokan, creata dalla Tatsunoko. Il primo della serie, La Macchina del Tempo, è del 1975 e forse lo ricorderete per la sigla, un adattamento di Video Kills the Radio Stars, mentre l'ultimo è del 1981, ma fu il primo a essere trasmesso in Italia, col nome di Calendar Men.
Nel mezzo degli anni '80, uno dei registi a noi più cari, John Badham, vorrebbe girare un film con protagonista alcuni robot. Fa quanto farebbe un qualunque nerd chiamato a cimentarsi con una cose del genere: studia tutto il materiale precedente, cercando di capire cosa si sia realizzato e come. Gli capita parecchia roba buona nelle mani, perché all'epoca la Fantascienza andava veramente a braccetto con la robotica e poi c'è sempre Asimov, che sull'intelligenza artificiale ha basato moltissimi dei suoi lavori.
Di Shotaro Ishinomori abbiamo già avuto modo di parlare a lungo, ma ci sembra giusto anche dedicare una serie di articoli che puntino l’obiettivo più sulle sue opere, che sull’uomo. Iniziamo, quindi, da quella che rappresenta il suo esordio in Italia perché, semplicemente, fu il primo parto della sua mente geniale ad arrivare da noi, nel lontano 1982. Si tratta dei «supermagnifici» Cyborg 009, serie sulla lotta di nove persone che, rapite dall'organizzazione criminale denominata Black Ghost, sono mutate per l'appunto in cyborg e, dopo una fuga pericolosa, si ribellano e giurano vendetta.
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