Ghiaccio
Jeremy Irons è l'unico attore non direttamente collegabile al genere horror capace di farmi scorrere un freddo brivido lungo la schiena in ogni sua apparizione. Mi inquieta profondamente e credo che le radici di questo malessere risalgano alla prima volta in cui l'ho visto in un film. Dovevo avere tra i 10 e i 12 anni, poiché la pellicola in questione è Inseparabili, del 1988.
Nella storia, Jeremy Irons interpreta i gemelli Mantle, i quali vivono in simbiosi quasi totale, come se uno fosse l'ombra dell'altro. Se consideriamo che il regista era David Cronenberg, forse il senso d'inquietudine che la pellicola mi fece nascere dentro potrebbe essere un filo più giustificato. Non voglio spoilerare il film: se volete alcuni dei migliori pugni nello stomaco che il cinema possa rifilare a tradimento, non dovete fare altro che guardarlo o leggere il libro dal quale è tratto.
I lineamenti di ghiaccio di Jeremy Irons sembrano quasi anonimi eppure, quando l'attore si mette d'impegno e il regista è uno bravo davvero, possono avere quella vena d'ambiguità che spesso fa la differenza tra un film riuscito e uno non cancellato quando si era ancora in tempo. Il mio secondo incontro con l'attore, ancora sotto la sapiente direzione di David Cronenberg, è in M. Butterfly (1993). La storia è ambientata in Cina, nel 1964, e Jeremy Irons è un diplomatico francese che s'invaghisce di una cantante, dopo aver assistito alla Madama Butterfly di Puccini. Parlando con alcuni amici in tempi recenti, ho scoperto che quanto per me era chiaro fin dall'inizio della pellicola è stato per molti un colpo di scena non da poco, quindi anche in questo caso il silenzio è d'oro. Dove, invece, si nota quel ad minchiam in tutti i reparti, dalla regia alla sceneggiatura, è in una pellicola del 2000, che tutti i nerd hanno visto e il ricordo della quale vorrebbero eliminare. Dobbiamo però farcene una ragione: Dungeons & Dragons è uscito. L'abbiamo visto, ha anche avuto qualche passaggio in TV; il film esiste con la stessa tragica minaccia di uno Cthulhu addormentato, pronto a svegliarsi.
Se lo avete visto, mi spiace aver rinnovato il ricordo. Se, invece, siete tra quelli più fortunati, cercate il Blu-Ray o il DVD e bruciatelo, esclamando «mai più!». In Dungeons & Dragons, Jeremy Irons è Profion, il mago cattivo che vuole rovesciare il regno, sfruttando il potere dei draghi rossi, che riesce a controllare tramite uno scettro magico. Ho masterizzato campagne molto più belle di quanto visto nel film e la cosa vale di sicuro per la maggior parte di master e giocatori là fuori e, davvero, Dungeons & Dragons forse rappresenta il punto più basso nella carriera di Jeremy Irons. Appena un gradino sopra, però, c'è un altro fantasy tratto da libri di successo, incapace di sfondare sul grande schermo. Sarà, forse, per il fatto che, trasformando il primo volume del bestseller Eragon in un film, gli sceneggiatori si sono presi un bel po' di libertà sulla trama? Inutile cercare una risposta: sappiamo per certo che Eragon sembra in qualche modo incompleto, liscio e privo d'attrattiva, oltre al fatto che Ilaria D'Amico è una gran bella donna, ma con la voce del drago Saphira non doveva avere nulla a che fare, fin dall'inizio, quando in originale la voce era di Rachel Weisz.
Ovviamente, Jeremy Irons è innocente per tutti i flop nei quali ha recitato e, d'altra parte, l'attore è inglese e sapete bene che questo implica una certa gavetta nel teatro, formativa e scremante. Parte di questa formazione si vede benissimo nel numero sterminato di pellicole alle quali ha preso parte. Giusto ricordare Il Mercante di Venezia (2004): riduzione cinematografica di un'opera di Shakespeare, Jeremy Irons duetta col mostro sacro Al Pacino e risulta perfettamente all'altezza della prova. Andando in ordine cronologico, vanno certamente ricordati Mission (1986); Delitti e Segreti (1991), in cui l'attore interpreta Franz Kafka; Il Danno (1992); La Casa degli Spiriti (1993). E poi arriva il ruolo che probabilmente lo ha reso ancora più famoso tra di noi: mi riferisco al villain di Die Hard: Duri a Morire (1995), terzo capitolo della saga del John McClane interpretato da Bruce Willis. Jeremy Irons ha il compito di non far rimpiangere un altro cattivo rimasto nella storia del cinema, quell'Hans Gruber di Trappola di Cristallo, interpretato da un indimenticabile Alan Rickman, del quale interpreta il fratello maggiore. Ci riesce quasi alla perfezione, grazie anche a quegli occhi freddi e quella mimica corporea di un uomo calmo, che affonda pian piano un coltello nel cuore, mentre cerca di rassicurarti, sussurrando.
Continuando in questa rassegna, mi piace citare Io Ballo da Sola (1996); Lolita (1997); La Maschera di Ferro (1998), in cui accanto a Leonardo DiCaprio è uno dei moschettieri di Dumas; The Time Machine (2002), ispirato al romanzo omonimo di H.G. Wells; il recente Race: il Colore della Vittoria (2016). Poi, anche per Jeremy Irons arriva il momento d'entrare in un universo di supereroi. Siamo in casa DC Comics e l'attore è chiamato a interpretare Alfred, in Batman v Superman: Dawn of Justice (2016) e nel recente Justice League (2017). Come se già non fosse sufficiente aver dovuto fare da spalla al Cavaliere Oscuro interpretato da patatone Ben Affleck, Jeremy Irons trova anche il tempo di prendere parte a un altro film non proprio ispirato, Assassin's Creed (2016). Ma al netto di qualche scivolone, ci troviamo al cospetto di un attore come pochi altri, magnetico e in grado d'elevare ogni pellicola un punto in più.
Alessandro Sparatore
Ludovico Lamarra
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