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Dici John Carpenter e già metà del lavoro lo hai fatto. In pochi, pochissimi e probabilmente tutti nati negli scorsi mesi, non conoscono il regista o non hanno visto almeno uno dei suoi film, quasi tutti cult con un genere in comune: l’Horror. Se anche voi siete cultori delle pellicole trasmesse in TV solo dopo una certa ora, allora sapete bene di chi stiamo parlando. Iniziamo dai primi lavori, cortometraggi girati fino al 1969 e che si rifanno a una certa Fantascienza anni ’50. Pur semplici, per molti critici palesano il tocco che John Carpenter metterà in ogni lavoro successivo. Mostri dallo Spazio profondo e creature misteriose sono tra i temi ricorrenti e lo saranno ancora nel 1982, quando John Carpenter prenderà un film del 1951, La Cosa da un Altro Mondo, e ne farà un remake che diverrà un classico generazionale. Sapete tutti bene come in redazione molti siano contrari ai remake, ma urge specificare che non è sempre stato così. Quando John Carpenter prende la pellicola originale, ne reinterpreta la sottile critica sociale e va oltre la sua mera riproposizione. La trama originale sparava diretta contro gli scienziati, ciechi al pericolo perché freddamente ancorati alla ricerca: il ricordo di Hiroshima e Nagasaki era ancora molto vivido. La Cosa di John Carpenter, invece, punta sulla paranoia e crea una creatura diversa dal vegetale senziente della versione originale, capace invece d'assumere la forma di qualunque essere vivente e di rimanere in agguato fino alle scene finali del film. La Cosa è un classico anche per merito degli effetti speciali di Rob Bottin, col quale John Carpenter aveva già collaborato per uno dei suoi primi film, Fog: nulla a che vedere con l’omonimo tratto dal racconto di Stephen King, sebbene dal Re il regista trarrà Christine: la Macchina Infernale (1983). Stesso discorso vale anche per il protagonista de La Cosa: Kurt Russell, infatti, era già stato diretto dal regista, addirittura nel biopic per la TV Elvis: il Re del Rock (1979).
Pur distante dalle inclinazioni di John Carpenter, anche il piccolo schermo ha riservato soddisfazioni. Sono infatti suoi 2 episodi della serie Master of Horror. Il primo, Cigarettes Burns (2005) omaggia il cinema stesso. La storia, cruda e con un finale ancor più splatter, racconta di un film proiettato solo una volta e che aveva scatenato la furia omicida di chi l’aveva visto. La tensione sale fino a quando il protagonista non riesce a recuperare la bobina perduta, scoprendo essere uno snuff movie, la cui vittima è un angelo. Nel secondo, Il Seme del Male (2006), John Carpenter si rivolge alla società bigotta contraria all’aborto, anche nel caso di una ragazza stuprata, per giunta da un'entità ultraterrena. Il tema sociale non è una novità per il regista e, ancora con Kurt Russell, John Carpenter si era mosso distante dall'Horror, ma comunque nei meandri più oscuri della società, dirigendo per il grande schermo 1997: Fuga da New York (1981) e Fuga da Los Angeles (1996). Sono entrambi ottimi esempi della sua visione, sebbene il sequel non susciti lo stesso affetto dell’originale; il protagonista, Jena Plissken, è entrato di diritto nell'immaginario collettivo, divenendo icona con la sua benda sull'occhio e la frase «benvenuti nel regno della razza umana», al punto da ispirare Hideo Kojima per il protagonista di Metal Gear Solid. In originale, infatti, il nome del protagonista dei due film è Snake...
Un sodalizio, quello con Kurt Russell, destinato a sfornare un altro cult, Grosso Guaio a Chinatown (1986). Anche nel genere della commedia d'avventura, John Carpenter mostra una capacità innata nel saper costruire una trama dai tempi perfetti, dosando comicità, azione ed effetti speciali in grado di regalare un film da vedere, rivedere e masticare ogni volta che passa in televisione. Eccezionale il personaggio di Jack Burton, con la sua canottiera, il suo «io sono nato pronto», ripreso anche da Kung Fu Panda, e le tante citazioni andate perdute dal doppiaggio in italiano.
Torniamo, però, all’Horror e a quello che per molti è considerato l’inizio della carriera sfavillante di John Carpenter: l’anno è il 1978 e il film è Halloween: la Notte delle Streghe. Fortemente ispirata a Psycho, la pellicola nasconde dentro di sé un easter egg vivente, poiché la protagonista Jamie Lee Curtis è la figlia di Janet Leigh, celebre per la sua doccia con tragico finale, proprio nel film di Alfred Hitchcock. Halloween: la Notte delle Streghe è uno slasher perfetto e, anzi, fissa il topos dei film di genere successivi, dove i protagonisti, di solito sessualmente promiscui, sono a poco a poco eliminati dal mostro. Girato in meno di un mese, costò circa 300 mila dollari e ne incassò oltre 50 milioni, consegnando alla collettività un'altra icona, Michael Myers, con la sua maschera imperscrutabile. Tra l'altro, recentemente è uscita la notizia secondo la quale in origine avrebbe dovuto indossarne una dal volto del Capitano Kirk di Star Trek.
John Carpenter rientra in quel novero di registi sorprendenti, specialmente quando ne scorri la filmografia, trovando pellicole entrate nella nostra quotidianità e nella cultura pop, anche se forse non erano state pensate in questo senso. È il caso di Essi Vivono (1988), un thriller fantascientifico, reso grottesco anche dal ruolo di protagonista ricoperto dal wrestler Rowdy Roddy Piper. Interpreta un disoccupato che scoprirà, grazie all'uso di lenti speciali, un'invasione aliena ormai compiuta e mantenuta grazie all'uso di messaggi subliminali celati nei programmi televisivi e su carta stampata. Scorrendo gli altri film, impossibile dimenticare le due pellicole che, dopo La Cosa, compongono la cosiddetta Trilogia dell'Apocalisse: Il Signore del Male (1987) e Il Seme della Follia (1994), quest'ultima tratta dalle opere di H.P. Lovecraft. Estroso e unico, John Carpenter si sta dedicando a un tour dal vivo che sta toccando tutti gli USA e il Canada e durante il quale suona insieme a una band i temi musicali dei suoi film più famosi, a seguito della recente uscita del disco Anthology: Movie Theme 1979-1998. Un altro motivo per amarlo.
Alessandro Sparatore
Ludovico Lamarra