Gira e spera
Il mondo dello showbiz è attraente, soprattutto per le adolescenti che sognano di calcare i palcoscenici di tutto il mondo. Accade che una ragazza riesca a creare un'identità segreta e inizi a esibirsi diventando, in breve, l'idolo di milioni di fan, conquistando fama imperitura e rimanendo, al contempo, umile e desiderosa di confrontarsi coi problemi di tutti i giorni, dividendosi tra scuola e spettacoli. La trama è semplice, quasi universale, e gli americani l'hanno sfruttata per creare Hannah Montana. I giapponesi, invece, ne hanno ricavato L'incantevole Creamy e Magica Emi. E difficilmente vedrete una delle due a cavalcioni di una palla da demolizione. La piccola Mai è figlia d'arte: sua madre è una prestigiatrice, come lo sono anche i suoi nonni, i quali hanno fondato una compagnia di maghi. Inutile dirlo: pure lei desidera un futuro nel mondo della prestidigitazione (provate a scriverlo tre volte di seguito, in velocità) e il suo sogno diventerà realtà, grazie all'incontro con un folletto, che le donerà un bracciale. Lo strano monile, sempre indossato da Mai, ha un cuore magico, perché può sempre trasformarla in Emi, una prestigiatrice di grande abilità, la quale entrerà a far parte della compagnia dei nonni e presto guadagnerà fama e gloria in tutto il Giappone. Prodotto dallo Studio Pierrot, Magica Emi è il terzo cartone animato con protagoniste delle maghette: prima di lei, la già citata L'incantevole Creamy, poi Evelyn e la Magia di un Sogno d'Amore. Approda alle TV nostrane nel 1985 e si capisce quanto sia una serie diversa dal solito. Il tema ricorrente, quello del sogno da realizzare, è particolarmente ben espresso durante tutti gli episodi, fino al finale, più malinconico rispetto a quanto eravamo stati abituati in passato, sicuramente più secco e determinante. La protagonista vive di fama riflessa, grazie ai poteri del bracciale, e per quanto la ragazzina sia comunque abbastanza brava come prestigiatrice, è indubbio che i trucchi di Emi siano frutto di vera magia. La giovane s'interroga su quanto sia giusto usarla per realizzare il sogno di diventare famosa. Qualunque prestigiatore la vorrebbe, ma lei ritiene più importante l'impegno e la costanza, l'esercizio e il raffinare continuamente un'arte difficile. Arriva, infine, alla risposta e, ovviamente, alle conseguenze. Il tutto è davvero molto nipponico.
Negli episodi che precedono il finale di Magica Emi, i nonni stessi di Mai decidono di sciogliere la compagnia, perché ormai non hanno più nulla da insegnare ai giovani. Viene il dubbio che il problema sia proprio Emi, responsabile d'aver reso tutto troppo facile e d'aver levato il gusto della meraviglia, figlia di quella tecnica capace di distogliere l'attenzione dello spettatore per creare l'illusione che qualcosa d'impossibile stia avvenendo proprio davanti i tuoi occhi. La ragazza, con una maturità impossibile da raggiungere in tutta una vita per Hannah Montana (sì, ce l'abbiamo con lei), capisce come il bello di un sogno stia invece nel lottare giorno dopo giorno, per farlo diventare realtà. Non c'è gusto se, al contrario, qualcuno lo realizza al posto tuo. Vive così un assaggio di quanto avrà, se saprà impegnarsi: la ragazzina capisce bene tutto questo e decide di tornare al punto di partenza, per ricominciare la scalata al successo, contando solo sulle proprie capacità. Ben diverso, quindi, dal finale della collega Creamy, la quale alla fine sembra solo averne abbastanza della fama e decide di rinunciare a tutto, pur di tornare a essere una bambina normale e all'amore del suo Toshio. Essendo arrivata sulle reti Mediaset, la sigla di Magica Emi non poteva essere cantata se non da Cristina D'Avena, così come le canzoni interpretate da Emi sul palco, parecchio apprezzate.
C'è da segnalare, poi, la pesantissima italianizzazione dei nomi, trend nato proprio in questa occasione e destinato alle vette iperboliche che conosciamo e aborriamo. A Emi sono stati dedicati due OAV, uno del 1986 a episodi conclusi, l'altro nel 2002, in occasione dell'uscita in DVD della serie e inserito come traccia bonus. Il primo fu intitolato Pioggerellina e fu trasmesso in Italia diviso in 3 parti. Si tratta di un lungo flashback, durante il quale una più grande Mai ricorda l'estate passata del 1985 e la calura, rea di gettare tutti i personaggi nell'inedia, fino all'arrivo di una pioggia rinfrescante, che li scuote. Il titolo originale è Semishigure e il termine, letteralmente «pioggia di cicale», indica il costante frinire degli insetti ed è usato per indicare il culmine della stagione estiva. Nel 2010 Yamato, sempre attenta, ha ripubblicato l'OAV con il titolo più corretto di Orchestra di Cicale, restituendo così il senso fortemente melanconico dell'opera. Insomma, Magica Emi non era un cartone come tutti quelli ai quali eravamo abituati e forse per questo motivo non sembra essere quello più ricordato o apprezzato. Rivedendolo da adulti, possiamo apprezzarne lo spirito e l'ambizione d'essere un'opera di formazione, pur con tutti i limiti del mezzo. E ci costringe a tirare le somme sui sogni sognati e, forse, mai realizzati. Vincitori o sconfitti, Mai sta lì a ricordarci come il valore sia anche solo nel fatto d'averci provato, rinunciando agli aiuti facili. Come Mai si guarda allo specchio, porta magica nel quale non c'è la sua immagine riflessa, ma il riflesso del suo sogno, anche noi possiamo farlo ora e senza vergogna, anzi sappiamo che non è mai troppo tardi perché, «gira e sfera, il desiderio s'avvera...».
di Alessandro Sparatore
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Scheda
• Titolo: Magica Magica Emi (魔法のスターマジカルエミ)
• Manga
Anno: 1985-1986
Tamkobon: 3
• Anime
Anno: 1985-1986
Episodi: 38
• OAV
- Mahō no star Magical Emi: Finale! Finale! (1986), inedito
- Orchestra di Cicale (1986)
- Mahō no star Magical Emi: Kumo hikaru (2002), inedito
• Sigla