Una famiglia che disfunziona!
Da quando le serie TV hanno iniziato a diventare politicamente scorrette, diciamocelo, sono pure diventate più accattivanti. Senza il passaggio a una comunicazione maggiormente fresca, avremmo continuato ad avere roba tipo Otto Sotto un Tetto, divertente sì, ma anche fortemente bigotta e buonista, infarcita coi concetti di famiglia e Gesù, tanto da eliminare gran parte del significato degli stessi. Intendiamoci: c'è più Nazareno nel prete di The Sleepers che in tutte le stagioni della sit-com con protagonista Steve. Il problema non è che uno è un film e l'altra no, ma semplicemente che la seconda deve essere più semplice, all'occorrenza, e aiutare a educare la famiglia americana. Ricorrono, per esempio, puntate sull'abuso di alcol ma, badate bene, l'argomento è trattato perché uno dei protagonisti, di solito il figlio maggiore, torna a casa ubriaco un'unica sera, in una sola puntata e soltanto in una stagione. Partono le paternali, gli ammonimenti e i discorsi tra uomini: quanto può essere divertente, o comica, o solo lontanamente educativa una cosa di questo tipo? La maggior parte degli spettatori già grandicelli penserà solo che il povero Junior di turno è asfissiato da genitori ultraconservatori e sarà destinato a spendere buona parte della propria esistenza a cercare d'elaborare un piano che comprenda un fucile di precisione e un campanile molto alto, da cui godere la vista di una piazza affollata. Ecco, roba così in serie TV come Malcolm in the Middle non la vedrete e, se accadrà, sarà trattata in un modo non solo originale e divertente, ma anche scorretto quanto serve. Il tutto è estremamente efficace, anche nel caso debba veicolare un messaggio.
Malcolm in the Middle non è una serie TV politicamente scorretta in senso stretto, è semplicemente scritta in maniera geniale e non ha bisogno di scadere nel cattivo gusto perché risulti fresca ancora oggi, nonostante siano passati tanti anni dalla sua prima messa in onda. Protagonista è il figlio di mezzo di una coppia, il Malcolm del titolo: un ragazzino geniale e impacciato. Un nerd senza occhialoni, intento a cercare il suo posto nel mondo, allo stesso modo di un qualunque suo simile cresciuto dopo gli anni '80, quando ormai la categoria è abbastanza sdoganata dall'aver smesso di sopportare salvatasca od occhiali rattoppati col nastro. Quindi veste decentemente bene, ma continua ad avere problemi con le ragazze e coi bulli della scuola. L'essere molto più intelligente della media dei suoi coetanei diventa, con la sapiente complicità degli sceneggiatori, solo una sua caratteristica e non è al centro delle gag o delle situazioni umoristiche. Semmai lo diventa, motore comico, nel confronto diretto con le capacità dei suoi fratelli.
La famiglia di Malcolm in the Middle è disfunzionale, infatti. Il fratello maggiore, Francis, è stato mandato all'accademia militare dai genitori ed è presentato al pari di un teppistello anche se, in pratica, non è altri che una versione adulta di Bart Simpson. Reese, l'altro fratello maggiore di Malcolm, è invece lo stupido di casa: sboccato e volgare, non particolarmente amante dello studio, è il bulletto di quartiere; la sua mente, lo ricordiamo, ci ha donato il colore «blallo», fondendo insieme blu e giallo. Segue il fratello minore, Dewey, vessato dai maggiori, ma con un talento musicale fuori dal comune. A capo della famiglia c'è Lois, mamma sempre sull'orlo di una crisi di nervi e che ama comandare su tutto e tutti, soprattutto sul marito, un uomo sottomesso ma dai mille talenti artistici, soffocati da una vita che reputa spesso troppo «banale e monotona». Aspetto curioso, l'attore nelle vesti di Hal, il padre è quel Bryan Cranston destinato a diventare un'icona col suo Walter White di Breaking Bad: a quanti lo hanno conosciuto solo con questa seconda serie TV, vederlo in Malcolm in the Middle sottolineerà, ancora una volta, il livello della sua bravura d'attore, punta di diamante di un cast perfetto. Una curiosità: Malcolm in the Middle ospitò anche una giovane Emma Stone, decisamente meno sognante di quella vista in La La Land e, anzi, rea d'aver orchestrato un terribile sherzo ai danni di Reese.
Può sembrare, a leggere i ritratti dei personaggi principali, di trovarsi di fronte a una Shameless meno potente. Non è così. Malcolm in the Middle costruisce il suo successo sulla capacità di mescolare sapientemente classici della comicità di genere con non-sense iperbolici, senza mai perdere il contatto con cosa sia la realistica vita di una famiglia tipo della borghesia americana. È una serie TV infarcita di cultura pop, a partire dalla sigla, che mostra un montaggio di scene tratte da film, anime e incontri di wrestling, il tutto supportato da una colonna sonora originale scritta dal gruppo rock alternativo They Might Be Giants, il quale s'è occupato di tutta la musica di scena delle prime due stagioni. Il singolo Boss of me, utilizzato appunto come sigla d'apertura, s'è aggiudicato un Grammy come Miglior Canzone scritta per uno show televisivo. Malcolm in the Middle parte con forza e va avanti per 7 stagioni, aggiudicandosi premi per ognuna di esse e conquistando la celebrità in mezzo mondo, tanto che in Russia la copiano spudoratamente, con un adattamento (dal titolo Super Max) che speriamo di non vedere mai. La puntata finale è stata seguita da qualcosa come 7 milioni di persone è tuttora replicata in gran parte del mondo. Universalmente riconosciuta come un successo anche da Metacritic, con 88 su 100, Malcolm in the Middle è una di quelle serie TV impossibile da lasciarvi scappare, sebbene sia difficile recuperarla. L'edizione DVD, infatti, comprende solo la prima stagione: potreste trovarla su Netflix, ma non nella versione italiana del portale. È un peccato che sia ancora un po' troppo di nicchia qui da noi, ma se, come tutta la redazione Nerdface, l'avete amata e ancora la ricordate con piacere, allora sicuramente troverete il modo di recuperarla.
di Alessandro Sparatore
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Scheda
• Titolo: Malcolm in the Middle
Anno: 2000-2006
Stagioni: 7
Puntate: 151
• Sigla