Maledetto Modigliani
«A lui interessa l’anima»
In occasione delle celebrazioni dei 100 anni dalla morte di Modigliani, è arrivato al cinema solo il 12, 13, 14 Ottobre Maledetto Modigliani, prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital. Diretto da Valeria Parisi e scritto con Arianna Marelli, su soggetto di Didi Gnocchi, il docufilm racconta la vita e la produzione di Amedeo Modigliani, il randagio maledetto, l’angelo caduto (così come era definito da chi lo conosceva e ammirava), un artista d’avanguardia diventato un classico contemporaneo, amato e imitato in tutto il mondo. D'origine ebraica, scappato dalla sua Livorno perché troppo stretta, Modì è catapultato nella frenesia della vita parigina d'inizio Novecento dove, tra balli, serate e alcol, imprimerà sulla tela i suoi più grandi tormenti, celandoli dietro gli occhi irrequieti dei suoi ritratti, per la maggioranza di donne da lui amate.
Tra queste, impossibile non citare la sua ultima compagna, Jeanne Hébuterne, la cui voce ci accompagna per tutta la durata del docufilm. In un connubio di immagini che spaziano dalla Parigi odierna a foto e filmati in bianco e nero, la donna descrive anche la capitale, così com'era all’inizio del secolo, centro di una modernità capace d'attirare già allora la curiosità di artisti da ogni angolo del mondo. E veniamo così a scoprire i rifugi cari al nostro protagonista, ad avere una luce sulla sua arte tramite il confronto con opere di Picasso e Brancusi, tutte figure che in vita hanno intrecciato un qualche tipo di sodalizio col pittore livornese. C'è spazio anche per le voci di Anna Achmatova, altra donna di Modigliani, e ancora di Beatrice Hastings, la «poetessa inglese», eccentrica controparte di un amore intenso e violento. Con loro viene meno il velo che sembra cingere la figura di un artista complesso, a tratti contraddittorio, per far emergere la vera natura delle sue passioni, l’origine di quel suo primitivismo sensuale.
In Maledetto Modigliani è molto interessante lo scarto tra mito e personaggio reale, due figure completamente diverse e che non hanno niente in comune. Il mito è quello del bohémien, del seduttore dedito alle droghe e all’alcol, che però finisce per morire in miseria. La verità è ben altra. Modigliani è un intellettuale, un poliglotta che parla perfettamente francese e italiano, grazie alla cultura e all'apertura mentale di sua madre. È un uomo fortemente attratto dall’esoterismo e dalla religione, è un pittore in cerca di una sintesi precisa tra diversi tipi d’arte, il cui risultato sarà un linguaggio molto personale, unico. Sarà proprio quest’ultimo dettaglio a non giovare alla sua carriera: il suo carattere leggero, decorativo, ha fatto sì che prima d'essere preso in considerazione passasse circa un secolo. Maledetto Modigliani è un racconto in cui i dettagli, le curiosità e le testimonianze, delineano attorno al protagonista un affresco molto suggestivo: quello delle avanguardie parigine di inizio secolo.
di Gaia Pennati
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