L'illuminato
Cosa accadrebbe se Dan Brown imparasse finalmente a scrivere? Semplicemente, avremmo un nuovo Michael Crichton. Dico sul serio: sono passati ormai diversi anni dalla scomparsa dell'autore e ancora molti di noi si ritengono orfani di una figura così tecnicamente abile e, al contempo, così capace di prendere la Fantascienza e avvicinarla ai nostri tempi. Infatti, se date un'occhiata ai suoi romanzi, noterete la sua capacità di destreggiarsi tra temi filosofici e scientifici, con alcune imprecisioni, è vero, ma sempre assolutamente appropriate al mood della storia. Un esempio fra tutti è proprio il romanzo che l'ha reso famoso, grazie soprattutto alla sua trasposizione in film. Parliamo ovviamente di Jurassic Park che, pur presentando alcune libertà dal libro originale, rimane una delle pellicole più amate anche da chi di Scienza ne mastica un pochino. Molto si deve anche a Steven Spielberg, ovviamente, ma soprattutto il merito del regista sta nell'aver colto il potenziale della storia scritta da Michael Crichton.
Sì, perché scrittore e regista si incontrano, ma in effetti è un meeting nel quale si parla d'altro, nella fattispecie di una serie televisiva a tema medico, quella che sarà E.R.: Medici in Prima Linea, della quale Michael Crichton è ideatore e produttore. I due parlano di dottori, ma nel discorso finisce anche l'ultimo libro al quale lo scrittore sta lavorando e che Steven Spielberg non si fa scappare, accaparrandosi i diritti in cambio di un lauto compenso e di una percentuale sugli incassi. E.R., Jurassic Park (e Il Mondo Perduto) sono già titoli di grande fascino e sicuramente hanno fatto scattare qualcosa anche nei più disattenti di voi, ma non sono i soli incontri che lo scrittore ha col cinema. Anzi, per molti di voi il primo incontro con Michael Crichton è stato, quasi sicuramente, in veste di regista. È lo scrittore, infatti, dietro la macchina da presa del cult fantascientifico Il Mondo dei Robot (1973): narra di come tutto possa andare storto in un parco di divertimenti ultra tecnologico e ben prima che raptor e T-Rex scorazzassero liberi a Isla Nublar. Da quel film è stata tratta anche la recente Westworld, serie TV che sta spopolando e sulla quale lo stesso Michael Crichton stava lavorando, ma in versione lungometraggio, prima che un tumore se lo portasse via. In generale, si può davvero dire che quando scriveva era come se già buttasse giù una sorta di sceneggiatura. I suoi romanzi hanno tutti un arco temporale ben preciso e i suoi personaggi sono rotondi quanto basta per farne dei protagonisti di tutto rispetto. Ma la caratteristica principale dei suoi scritti era quella di saper intercettare il gusto del vasto pubblico, stuzzicandone la curiosità anche con temi non sempre di grande respiro. Il suo segreto stava nella sconfinata fantasia; a questa Michael Crichton aggiungeva una certa preparazione scientifica.
Prendiamo, per esempio, Andromeda, uno dei suoi primi bestseller. Il romanzo è del 1969 e racconta di un agente patogeno proveniente dagli strati più alti dell'atmosfera terrestre. Portato al suolo da un satellite, uccide tutti gli abitanti di un paesino. Tutti eccetto due. È accattivante e al contempo illuminato, poiché è raro veder rappresentato il pericolo alieno in maniera così diversa rispetto alle classiche invasioni: ha già tutto quanto caratterizzerà l'opera futura dello scrittore. Inutile dire che il romanzo ha una trasposizione nel 1971 e poi una serie TV del 2008 (prodotta da Ridley Scott). Stessa sorte è toccata a Il Terminale Uomo, Congo (con risultati un pelino meno apprezzati), Sfera e Rivelazioni. Quest'ultimo affronta il tema della molestia sessuale sul lavoro, ma a parti invertite, con un uomo molestato dal suo boss, nel film interpretato da Demi Moore. Ma ancora ci sono Timeline e Next, libri interessanti con una controparte cinematografica non sempre all'altezza. Insomma, a Michael Crichton dobbiamo molto per quanto riguarda una certa sensibilità sviluppata per alcuni temi e per la sicura dedizione che lo guidava, mentre stendeva i plot di questo o quel romanzo. Non molto era lasciato al caso, ma l'intuizione iniziale era una scintilla pura e scaturiva dal pensiero, dall'immaginazione, dal più classico dei giochi «cosa accadrebbe se...». Michael Crichton era un maestro, soprattutto nel trovare la domanda giusta, alla quale dava sempre la risposta più appropriata.
di Alessandro Sparatore
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