Il Principe Cerca Figlio
«We are family»
Ci vuole coraggio e una certa dose d'incoscienza nel mettere mano a un cult indiscutibile come Il Principe Cerca Moglie, pietra miliare della commedia anni '80 firmata da John Landis, che tanto contribuì a costellare il nostro immaginario di scene indimenticabili e adorabili tormentoni. Lo sa bene Eddie Murphy, protagonista del primo film, in cui interpretò il Principe Akeem, fuggito dal suo Paese natale, l'immaginario Zamunda, per sottrarsi a un matrimonio combinato e trovare nel Queens, a New York, il vero amore. L'attore è stato il motore di questo sequel arrivato oltre 30 anni dopo e sapeva a quali critiche si sarebbe esposto, talmente tanto d'aver inserito nel film uno scambio di battute: «Se una cosa ha funzionato così bene nel passato, perché metterci mano?..», dice sapientemente un personaggio.
Avvisato il pubblico nostalgico con ironia e avendolo indirizzato al tono scanzonato de Il Principe Cerca Figlio, resta il film. Non è così semplice, a nostro avviso, esprimere un giudizio. Ma partiamo dalla trama. Il Regno di Zamunda vive giorni solo apparentemente sereni. Il Re, Joffy Joffer, è anziano e malandato e al Principe Akeem spetta il compito di gestire una delicata crisi diplomatica col vicino confinante, guidato dal guerrafondaio Generale Izzi (un giogionesco Wesley Snipes), fratello proprio di colei che fu abbandonata da Akeem sull'altare anni fa, Imani. Minacciando ritorsioni militari, pretende che una delle tre figlie del Principe di Zamunda sposi un maschio della sua famiglia, per riparare al torto subìto nel passato, stringere in amicizia i due Paesi e godere delle ricchezze del confinante.
La tradizione secolare vuole che Zamunda sia governata da un uomo e la circostanza, di fatto, lo consegnerebbe nelle mani dell'avversario. La scoperta di un figlio illegittimo, concepito proprio nel suo viaggio nel Queens e in circostanze tragicomiche, porterà nuovamente Akeem negli USA, per trovarlo e convincerlo ad abbracciare le sorti del Regno. La situazione, ovviamente, sarà foriera di numerose gag e di situazioni divertenti, perché il giovane è un bagarino squattrinato del quartiere e maturerà ben presto una visione personale della faccenda.
Più che un sequel, Il Principe Cerca Figlio sembra una festa, una celebrazione dei personaggi, dei luoghi e delle musiche de Il Principe Cerca Moglie. È un film in pieno stile anni '80: nella durata, innanzitutto, quella meravigliosa ore e mezza che oggi non basterebbe a concludere un secondo atto; nelle battute sboccate e spesso politicamente scorrette; nella semplicità della trama, che non offre spazio a nulla che non sia ampiamente anticipato dalla nostra intuizione. A chi cerchi qualcosa di diverso, suonerà straniante e forse fastidioso. A chi, invece, punti a una pellicola in grado anche semplicemente d'avvicinarsi alla precedente, risulterà impossibile superare i primi minuti. Chi, infine, vorrà accostarsi a Il Principe Cerca Figlio senza pretese, accogliendo 90 minuti di leggerezza per ritrovare gli attori di un tempo e riassaporare le atmosfere che seppero offrirci tanti anni fa, allora questo sequel offrirà più di qualche lieta sorpresa. Naturalmente, quest'ultimo approccio è quello che vi consigliamo d'adottare.
Innanzitutto, tutto il cast de Il Principe Cerca Moglie torna nel suo sequel. Eddie Murphy e Arsenio Hall, come avvenne nel primo film, indosseranno trucco e parrucco dei tanti personaggi macchiettistici che amammo nel 1988, a partire dal gruppetto del barber shop del Queens. Al loro fianco, ci sono James Earl Jones, Shari Headley e John Amos, col suo fast food McDowell, cui si sommano gli attori dei nuovi personaggi, dove brilla in modo particolare Wesley Snipes, e tanti, sorprendenti ospiti a sorpresa. Non sempre il gioco di portare un americano a Zamunda, invertendo lo spunto della trama del primo film, funziona a dovere, perché il Principe illegittimo, «bastardo», come sarà chiamato quasi sempre, è caratterizzato in modo superficiale e si dissolve di fronte alla presenza del cast originale. Restano, però, i temi portanti: il coraggio, la famiglia, l'apertura al progresso. E tanta, tanta musica. Vale la pena, dunque, affrontare questo viaggio? A volte ci siamo spinti fino a galassie lontane lontane per vedere scempi ben peggiori in fatto di sequel e, tutto sommato, Il Principe Cerca Figlio ha dalla sua una certa onestà, che ci porta dire: tornare a Zamunda può essere piacevole.
di Ludovico Lamarra
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In questa recensione sono citati:
• Il Principe Cerca Moglie (film)