Ninja Turtles
«E pensavamo di usare conigli...»
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Dio benedica le Ninja Turtles, i creatori del comic da cui sono tratte, Kevin Eastman e Peter Laird, e chi ha creduto in questo reboot, in primis il regista Jonathan Liebesman e poi quel furbacchione di Michael Bay, qui nella veste di produttore, il quale ha impresso a questo film una sorta di marchio di qualità in fatto di scene d'azione e dinamica generale. In un periodo in cui molte pellicole risultano talmente appesantite da trame dense di intrecci da sfociare in un grottesco dedalo di colpi di scena o nell'incomprensibile, Ninja Turtles fa la scelta più giusta e corretta: non la inserisce. O per meglio dire: è talmente semplice, lineare e ovvia, da permettere a tutti i presenti in sala d'individuare dopo pochi minuti i buoni, i cattivi, quale personaggio tradirà e perché, quando e in che modo. L'apparente limite si traduce in un punto di forza e sposta il film indietro nel tempo, in uno stile anni '80, quando tutto era più semplice e intellegibile, i personaggi erano chiari e rispecchiavano i tempi: o eri da una parte, o eri dall'altra. Facile e rassicurante. Questa semplicità ha un secondo effetto benefico: ha dato modo a sceneggiatori, regista e curatori degli effetti speciali di confezionare un reboot perfetto, sotto ogni punto di vista. Ninja Turtles presenta le amate tartarughe adolescenti nella doverosa versione 2.0, nella quale ognuna di esse presenta le caratteristiche apprezzate e amate da chi le conobbe al loro debutto, nel lontano 1984, ma adattate ai nostri tempi. Così, Leonardo mantiene il suo ruolo di leader e sfodera due katane; Raffaello è irascibile, irruento e fisicamente più forte degli altri; Michelangelo è il più tontolone e divertente; Donatello conserva il bastone, ma acquisisce il rango di vero nerd smanettone, con tanto di occhiali spessi tenuti insieme dal nastro adesivo. Tutti, ovviamente, sono uniti dall'amore per la pizza, la devozione al loro padre e mentore Splinter, il topone maestro di arti marziali, e combattono una guerra clandestina e senza esclusione di colpi contro il Clan del Piede, capeggiato dal terribile Shredder. Nota a margine: la realizzazione del samurai robotico consegna uno dei cattivi più cazzuti di tutti i tempi. La vicenda decolla subito, quando la giovane giornalista interpretata da Megan Fox decide d'abbandonare i servizi dedicati al fitness e segue l'intuizione di mettersi sulle tracce delle Ninja Turtles. Forse contagiata dal clima generale spensierato e scanzonato, anche Megan Fox risulta convincente, capace addirittura di sorridere in modo semplice e genuino, lontana dalle espressioni da copertina patinata viste, per esempio, nei vari Transformers, sempre di Michael Bay, il quale deve proprio considerarla una musa. E da ridere ce n'è parecchio in questo Ninja Turtles. Ogni volta la vicenda piega verso derive vagamente drammatiche, la sceneggiatura riesce a riportare il clima in quell'oasi d'intrattenimento intelligente che sa di aria fresca. Memorabile la scena nell'ascensore, divertenti tutte le battute disseminate nel corso del film, espressione evidente di una profonda conoscenza dell'immaginario nerd. In questo, tra l'altro, c'è un'ulteriore differenza positiva dalle pellicole in cui Michael Bay si mette dietro la macchina da presa: l'umorismo e la leggerezza non travalicano mai il segno e non sfociano mai nel volgare o nel doppio senso. Dal produttore americano, però, Ninja Turtles prende il meglio. Le scene d'azione meravigliano e incollano alla sedia: su tutte, prima ancora del finale in cui Leonardo, Raffaello, Michelangelo e Donatello faranno i conti con Shredder in cima a un grattacielo, naturalmente destinato a collassare, e dovranno pure salvare Megan Fox, la sequenza d'inseguimento sul crinale della montagna innevata, con tanto di cavalca-valanga, è pazzesca. Roba da volerla rivedere mille volte, con la stessa espressione rapita e fanciullesca. Insomma, Ninja Turtles ci è piaciuto tantissimo. Da tempo non si rideva così di cuore, immersi nella semplicità di personaggi capaci come pochi di risultare immediatamente simpatici e complici, catapultati in un'atmosfera di puro intrattenimento, eppure intelligente, per regalarci un'ora e mezzo di sano svago. Andatelo a vedere.
di Ludovico Lamarra
In questa recensione sono citati:• Transformers (saga) |