Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato
«Ci serve uno scassinatore...»
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Peter Jackson torna nella Terra di Mezzo con questa nuova trilogia, prequel di quel Lord Of The Rings che ha reso felici tutti i fan di Tolkien. Prima di tutto: Lo Hobbit è un romanzo unico, meno voluminoso della trilogia precedente. Mi chiedo cosa si sarà inventato Peter Jackson per allungare il brodo e ricavare ben altri tre film. La risposta arriva quasi subito, quando mi rendo conto di quanto questo primo capitolo sia sì più corto, ma non meno pregno di contenuti: forse la scelta di farne tre film da quasi quattro ore potrebbe risultare azzeccata. Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato inizia con qualche ammiccamento ai film precedenti, per poi svolgersi grandiosamente in modo autonomo. Le differenze con il libro ci sono, ma cosa importa? Il film è godibile da tutti, meno lirico e meno epico della trilogia precedente, l'indimenticabile saga Lord Of The Rings, e più votato alla commedia. A volte pure troppo, come nel caso della lunghissima cena con i nani, nella Contea... È una favola per adulti, con il Bene e il Male a darsele di santa ragione e, nel mezzo, un hobbit impegnato a proteggere i suoi compagni per lealtà e spirito di giustizia, il quale troverà l'artefatto più potente del suo mondo. Conoscendo Peter Jackson, pensavo a un film lento, con scene dense di significato offerte ai soli conoscitori della saga. Invece mi sono ritrovato davanti un opera la quale, è vero, abbassa il ritmo di quando in quando, ma che nel complesso scorre via senza farti pesare i suoi 169 minuti e nella quale ritrovo con piacere Cate Blanchett, Elijah Wood, Ian McKellen e Christopher Lee. E scopro un grande Martin Freeman. La storia è immaginifica, quasi classica. Sorgeva un regno sotto la montagna, un regno di nani esperti minatori e gioiellieri, dalle infinite ricchezze. Arriva un drago e conquista tutto: i nani sono sfrattati, costretti alla diaspora e giustamente meditano vendetta. All'erede legittimo Thorin Scudodiquercia il compito di compierla e di rivendicare il diritto su quelle (sotto)terre. Si forma una compagnia e si parte per la meta. Di più non dirò, perché Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato riesce a mantenere il carattere di fiaba da scoprire scena dopo scena, avventura dopo avventura. Ottimo lavoro, come sempre, di fotografia e di scenografia, capaci di offrire un colpo d'occhio incantevole e di trasmettere un senso di meraviglia a quanti, finalmente, possono ora vedere su schermo ciò che avevano solo immaginato su carta, leggendo della Terra di Mezzo. Questo primo capitolo delude, forse, chi cita a memoria il libro, ma risulta essere un buon adattamento, un film meritevole d'essere visto e che sa farsi apprezzare. di Alessandro Sparatore
In questa recensione sono citati:• Lo Hobbit• Lord Of The RingsLeggi anche le altre recensioni |