1.000 di questi corpi!
Regista, ma sopratutto cantante del gruppo metal White Zombie, Robert Bartleh Cummings è meglio conosciuto col nome di Rob Zombie. Ha speso la sua vita tra produzioni musicali e cinematografiche, tutte di stampo horror. Dopo lo scioglimento della sua band, nel 1998 ha iniziato una carriera da solista, pubblicando diversi album, sebbene nel 2004 abbia ospitato il concerto tributo per il trentennale dei Ramones e qualche anno dopo abbia calcato il palco con vere e proprie leggende, quali Slash, Ace Frehley, Tommy Lee, Scott Ian e Gilby Clarke, cantando una canzone dei Kiss ai Rock Honors. Suo, infine, il brano Dragula, contenuto nella colonna sonora di Matrix. Ha sposato l'attrice Sheri Moon Zombie (è un'ossessione!) nel 2002 e, se continua così, nei prossimi cinquant'anni sentiremo parlare di lui molto spesso e sempre meglio.
L'esordio cinematografico è, invece, del 2003 e si parte alla grande con La Casa dei 1.000 Corpi. La storia è ambientata in Texas e, come da tradizione splatter movie, vede i protagonisti alle prese con una famiglia di sadici assassini. Non mancano nel menù nemmeno scienziati pazzi e assistenti deformi. Il sangue scorre a fiotti e i momenti nei quali vorresti non guardare (ma lo fai lo stesso) si sprecano. L'accoglienza non è delle migliori e pure Universal, che doveva distribuire il film, si tira indietro per evitare di mandare nelle sale una pellicola vietata ai minori di 17 anni. Ci pensa poi Lionsgate a farsene carico, i critici a stroncarlo. Il pubblico, però, quello avvezzo a masticare l'Horror di un certo tipo, non lo disdegna troppo e nel 2005 esce addirittura un seguito: La Casa del Diavolo, destinato a raccogliere consensi e a diventare tra i punti di riferimento del genere. Incassa oltre 16 milioni di dollari e mette in luce Rob Zombie nel patinato mondo di Hollywood.
Lo Splatter è un genere tra i più bistrattati dell'Horror. All'inizio era visto come un ottimo metodo per portare al cinema adolescenti e mostrar loro un bel po' di sangue e truculenza a bassissimo costo. Se dovessimo fare un paragone, lo Splatter sta all'Horror classico come una mazza chiodata sta a un'affilatissima katana. Eppure, in mano e gente capace, gli splatter movie non hanno nulla da invidiare ai più nobili horror canonici. Lo ha dimostrato John Carpenter con Halloween e lo dimostra anche Rob Zombie, quando gli è affidato il reboot della pluriosannata saga. Halloween: the Beginning (2007) arriva nelle sale con la benedizione dello stesso Carpenter e, finalmente, sono tutti pronti a riconoscere le qualità del regista. Cresciuto con icone classiche del genere, è difficile non riconoscere nelle inquadrature dei suoi film rimandi ad altri capolavori slasher e splatter. Forse è questo il segreto del suo successo: il senso di déjà-vu che si ha guardando alcuni suoi film e che, in alcune situazioni, può disturbare. Rob Zombie, invece, riesce a trasformarlo in nostalgia e in ricordo piacevole. È un po' come risentire quel vecchio odore che aveva casa, quando eravamo bambini. Funziona bene e funziona ancora meglio quando gli riesce di ricreare un mito come Michael Myers. Curiosità: nell'originale opera di John Carpenter, a dimostrazione della pochezza dei mezzi d'allora, il nostro indossava una maschera, una riproduzione delle fattezze di William Shatner, il Capitano Kirk di Star Trek, sbiancata e senza capelli.
E Rob Zombie sembra funzionare anche con opere originali. È del 2012, infatti, Le Streghe di Salem, apprezzato dagli amanti del genere cui piace il marchio horror del regista e un po' meno da tutti gli altri. Sono, poi, suoi uno alcuni finti trailer contenuti in Grindhouse, di Quentin Tarantino e Rodriguez, per l'esattezza Werewolf Women of the SS, e un episodio di CSI: Miami, il sedicesimo dell'ottava stagione. Altro accredito di Rob Zombie non viene dal mondo del cinema, bensì da quello dei videogame. È suo, infatti, il trailer focalizzato sulla Rivoluzione Francese dell'ultimo capitolo della saga Ubisoft dedicata alla guerra tra templari e assassini: Assassin's Creed Unity. Scusate se è poco.
di Alessandro Sparatore
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