La vita come un ring
È interessante notare come alcuni manga della fine degli anni '60 mostrino la condizione di alcune parti della popolazione giapponese, prima della ripresa economica. Lo fa, per esempio, L'Uomo Tigre, il cui protagonista, Naoto Date, lotta su ring patinatissimi per aiutare il piccolo orfanotrofio da cui proviene. Naoto è ricco, al contrario delle persone di cui si occupa e che protegge, che non fatichiamo a credere abbiano difficoltà a portare a tavola due pasti al giorno. Stessa ambientazione ai margini della società è per Rocky Joe. Qui il protagonista non è ricco e, anzi, all'inizio è perfettamente integrato nel tipico tessuto sociale da bassifondi, fatto di Yakuza e piccoli furti, di gente onesta ma poverissima e di chi se ne approfitta. Joe Yabuky è un ragazzo irruento, un orfano la cui vita sembra destinata a consumarsi nel disagio della periferia e, anche quando fa l'incontro che gli cambierà la vita, quello col vecchio pugile suonato Danpei, mostra un certo cinismo arrogante.
Danpei, anch'egli vive ai margini, spesso ubriaco e disilluso. Vede però qualcosa in Joe e decide d'offrirgli una possibilità, allenandolo come pugile. Il ragazzo accetta, ma solo per avere vitto e alloggio gratis. Ecco, il suo ingresso nel mondo della boxe è tutt'altro che volontario: vuole solo sbarcare il lunario in qualche modo e non esita ad approfittarsi del vecchio il quale, però, inizia comunque a nutrire per il giovane un affetto paterno. E il sentimento non cesserà nemmeno quando scoprirà che Joe continua una vita ai margini della legge. Al contrario di quanto spesso accade, in Rocky Joe è il maestro a rimettersi in gioco, quando incontra l'allievo. Smette di bere, lavora e si sente di nuovo in grado di fare qualcosa contro la miseria nella quale vive. Non solo: è lui a far arrestare Joe, quando si rende conto che la prima lezione a dovergli insegnare è la possibilità di una via diversa da percorrere, che non lo porti a sprecare il suo talento. Sarà proprio in carcere che il ragazzo maturerà il carattere, per dare il via alla sua nuova vita, una volta uscito.
Il manga Rocky Joe, Ashita no Joe in originale, racconta proprio questo: la vita di un giovane della periferia, messosi sulla cattiva strada ma che riesce in qualche modo a uscirne. Il pugilato diventa la metafora della lotta quotidiana, non solo per sopravvivere, ma anche per mantenere una proprio integrità. Dal fumetto sono state tratte due serie, le stesse arrivate da noi nel lontano 1982 e che ne decretarono il successo. Pur trattando temi piuttosto complessi, Rocky Joe non dimentica alcuni cliché degli anime spokon, cioè di manga e cartoni dedicati allo sport. In questo caso, il pugilato è arricchito della sua dose di colpi personali e tecniche speciali, pur senza esagerare. Lo sport, in ogni caso, è solo un linguaggio per mostrare altro. La ovvia scalata di Joe verso le vette dei Pesi Gallo non è facile, sicuramente, ma il percorso tende a mostrare la sua maturazione nel carattere, non tanto nella forza fisica. Se nei primi incontri si limita a picchiare come un fabbro, presto inizia a capire che è meglio fermarsi a riflettere, per osservare e capire quale tecnica utilizzare contro il proprio avversario.
Non è un elemento da sottovalutare, perché sul ring Rocky Joe combatte anche contro se stesso, come avviene per molti pugili; è la caratteristica della boxe e si sposa perfettamente all'elemento simbolico nel manga come nell'anime, rendendo il finale della storia ancora più bello e commovente. Joe e Dampei, come quasi tutti i personaggi, lottano di continuo e lo fanno senza uno scopo preciso, se non di migliorare la loro condizione e avere un futuro migliore. Non riusciranno nel loro intento e la svolta non arriverà mai e, in qualche modo, lo sanno già, da sempre. Ma continuano a lottare lo stesso, come Rocky Joe sul ring durante l'ultimo incontro e, quando s'arriva alla fine, l'espressione del pugile è quella serena di chi sa che d'aver fatto tutto il possibile. È una lezione durissima, ancor di più per un bambino degli anni '80, che ebbe il piacere vedere il finale originale e non quello edulcorato delle edizioni successive. Eppure, è un insegnamento importante, chiaro: è necessario l'impegno per creare un futuro migliore, bisogna lottare per costruire. E la vittoria non è garantita. Ma se avrai fatto tutto bene, alla fine potrai sederti all'angolo serenamente, come Joe.
di Alessandro Sparatore
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Scheda
• Titolo: Rocky Joe (あしたのジョー Ashita no Jō)
• Manga
Anno: 1968-1973
Tankobon: 20
• Anime
Anno: 1970-1971
Episodi: 79
Anno: 1980-1981
Episodi: 47
• OAV
Rocky Joe: l'Ultimo Round (1981)
• Videogame
Legend of Success Joe (1990)
• Sigla