I'm no Superman
«Questa è la Medicina moderna.
Progressi che mantengono in vita persone che avrebbero dovuto morire tanto tempo fa, quando perdettero ciò che le rendeva persone.
Ora il tuo lavoro è restare abbastanza sano, così che quando qui arriva qualcuno che puoi davvero aiutare, non ti ritrovi tanto sballato da distrarti».
Dott. Perry Cox
Non troverete mai, e stavolta parlo per esperienza personale diretta, una serie TV medica più aderente alla realtà di Scrubs. Tutti abbiamo seguito E.R.: Medici in Prima Linea dalla prima all’ultima puntata; abbiamo ammirato il genio e la sregolatezza di Hugh Laurie in Dr. House; molti di noi hanno gli occhi, il cuore e gli occhi del cuore calamitati sulle strazianti peripezie della fauna da operetta di Grey’s Anatomy. Ma fidatevi: se volete davvero capire che cosa significhi arrivare freschi di laurea, baldanzosi e pieni di voglia di salvare il mondo in un ospedale, solo con Scrubs potete farvi un’idea della tranvata pronta ad arrivarvi dritta in faccia, il minuto appresso. Ma come, non è una serie TV comica? E non è piena di scenette demenziali, situazioni paradossali e personaggi ridicoli? Già. E il segreto è proprio quello: sapientemente inseriti tra le pieghe di una commedia brillante e spassosissima, sono ricamati con cura minuziosa e impietosa tutti gli aspetti più significativi della vita di un medico. Le vicende dei protagonisti (Zach Braff, Sarah Chalke, Donald Faison, Judy Reyes) riportano fedelmente e senza sconti l’eterna lotta tra ambizioni e insicurezze, che non ha mai risparmiato nessuno, nemmeno il più granitico dei miei colleghi. Ed è proprio l’impiego di gag demenziali a sottolineare con efficacia impareggiabile la durezza di questo conflitto, che non s'esaurisce mai.
C’è l’intero campionario dei rapporti complicati, profondi e unici che ogni dottorino instaura con la vastissima umanità che popola gli ospedali. Gli ammalati, apparentemente marginali, non servono a portare all'attenzione dello spettatore le solite storie disperate o le sindromi impossibili da diagnosticare, ma illustrano casi clinici scientificamente e statisticamente verosimili, spesso banali, abbinati a quelli umani più tragicomicamente veritieri, affrontati da ogni medico almeno una volta nella vita professionale. Altrettanto ricco è lo stuolo delle gerarchie ospedaliere, con un salace primario bulletto, più attento al soldo che a tutto il resto (Ken Jenkins, Bob Kelso); il maestro che ti fa crescere a sganassoni, ma che tutti vorrebbero sempre al proprio fianco (John C. McGinley, Perry Cox); infermieri capaci di salvare o distruggere un turno o una carriera; amministrativi strampalati; fino al terrificante inserviente (Neil Flinn). È ben descritta perfino la crudele distorsione del tempo, che durante i turni può rallentare spasmodicamente, fino alla frustrazione nei momenti morti, e d’improvviso può anche contrarsi vertiginosamente al sopraggiungere di un’urgenza, che cancella ogni priorità e non tiene conto di emozioni, tensioni o stanchezza.
Scrubs è una vera antologia medica, un racconto privo di una trama definita, se si fa eccezione per le ovvie, immancabili storie d’amore tra i protagonisti, in cui comicità e serie riflessioni su una delle professioni più belle del mondo si alternano lungo il dipanarsi di 8 stagioni (più una mezza specie di spin-off), ambientate negli stessi corridoi dello stesso ospedale. Ovviamente dopo un po’ inizia a perdere di freschezza e a trascinarsi, ma resta un unicum, senza timore di smentita. Se è vero che un medico non deve smettere mai d'imparare e la brutta storia che stiamo vivendo in questi giorni ne è l'ennesima dimostrazione, è altrettanto vero che non s'impara soltanto dai libri. Scrubs è un buon esempio e non mi stancherò mai di consigliarlo.
di Dott. Hoffattancòra
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Scheda
• Titolo: Scrubs
Anno: 2001-2009
Stagioni: 8
Episodi: 169
• Titolo: Scrubs: Med School
Anno: 2009
Stagioni: 1
Episodi: 13
• Titolo: Scrubs: Interns (web serie)
Anno: 2009
Stagioni: 1
Episodi: 12
• Sigla
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