Undine
«Se mi lasci, dovrò ucciderti»
In arrivo nelle sale italiane il 24 Settembre 2020 grazie a Europictures, Undine: un Amore per Sempre, presentato con successo alla 70ª edizione del Festival di Berlino, è un'intrigante storia sull'amore eterno, dove l’antica mitologia s'incardina alla più moderna architettura della Berlino contemporanea. Il regista tedesco Christian Petzold, Orso d'Argento alla Regia per il film La Scelta di Barbara e nella giuria della 77ª Mostra del Cinema di Venezia presieduta da Cate Blanchett, dirige l’attrice Paula Beer, già insignita del Premio Mastroianni al Festival di Venezia per Frantz, di François Ozon. Grazie al ruolo da protagonista in Undine: un Amore per Sempre ha vinto l’Orso d’Argento come Miglior Attrice alla Berlinale.
Già nella mitologia greca si ritrovano accenni al mito di Undine. La parola Undernae appare per la prima volta in una sceneggiatura di Paracelso, pubblicata postuma nel 1566. Undine, dal latino unda, onda, è uno spirito acquatico in forma umana che può ottenere un’anima immortale solo sposandosi con un uomo. Se dovesse rientrare in contatto col suo elemento, l’acqua, dopo il matrimonio, dovrà immediatamente farvi ritorno. Nel caso in cui il marito, poi, si dovesse risposare, quest’ultimo sarà destinato a morire. Nel XIX secolo furono i romantici tedeschi a tornare sull’argomento, pubblicando diversi adattamenti letterari. La leggenda trova anche spazio tra i repertori di grandi scrittori come Oscar Wilde ed Edgar Allan Poe, diritta fino ai giorni nostri e a questo film. Nel caso di Christian Petzold, il regista, la storia di Undine, sentita per la prima volta durante l’infanzia, è stata portata alla vita leggendo il libro Il Tradimento Romantico, di Peter von Matt.
Ma arriviamo alla trama del film. Undine (Paula Beer) è una storica di Berlino, offre visite guidate per l’amministrazione del Senato per lo Sviluppo Urbano. Vive in un piccolo appartamento di Alexanderplatz, ha una laurea magistrale in Storia e un contratto da freelance. Sotto l’apparenza della sua vita moderna si nasconde, però, una vecchia leggenda: se il suo amato dovesse tradirla, lei dovrà ucciderlo e tornare nell’acqua da cui è emersa. Per questo, quando Johaness (Jacob Matschenz) la lascia per un’altra, Undine pensa di non avere altra scelta, fino a quando, pur essendo stata tradita, incontra Christoph (Franz Rogowski), un sommozzatore professionista, e se ne innamora inaspettatamente. Si tratta di un amore nuovo, felice e innocente, pieno di fiducia e curiosità. Quando Christoph intuisce che Undine sta scappando da qualcosa, si trova a dover affrontare la sua maledizione una volta per tutte. Undine: un Amore per Sempre segue il filo della cinematografia del suo regista, inscenando una storia d’amore. Questa volta, però, non si parla d'amore impossibile o danneggiato, come ne La Scelta di Barbara o ne Il segreto del suo volto: ci troviamo davanti a un film in cui si vede come l’amore si sviluppi e come rimanga grazie al sacrificio della nostra protagonista. La donna, infatti, non solo è un personaggio carismatico, ma è una figura nata forse prima del suo tempo, che critica la sua maledizione troppo presto e per questo deve combatterla. Quando lascia Johannes, l’uomo che l’ha tradita, è libera; torna a casa, si sdraia sul letto e ascolta Stayin’ alive, la canzone con cui è stata resuscitata dall’uomo che la amava. Solo allora diventa libera, ma proprio in quello stesso momento la maledizione ritrova il suo effetto, a significare che proprio come nella vita ordinaria di tutti i giorni è quando ti senti più libero che, in realtà, più vulnerabile. E la maledizione richiede un prezzo impossibile per la sua libertà, ma ne vale la pena, giusto per quell’istante. Undine è un personaggio che tiene stretta la sua libertà, affinché tutto quanto da lei vissuto rimanga presente ed è per questo che l’ultima inquadratura del film è sua. Vediamo finalmente il mondo dal suo punto di vista.
In Undine: un Amore per Sempre troviamo due prospettive molto importanti: quella della protagonista e quella del mondo. Il film è la storia di Undine e, quando lascia il mondo, diventa la storia del suo cercatore, Christoph. Quindi, se c’è il mondo e qualcuno lo guarda e lo attraversa, lo spettatore ha presentate agli occhi due prospettive: una è quella della persona che lo vede e l’altra è come vede quel mondo. All’interno del lungometraggio abbiamo pochissime sequenze lunghe: il muro della diga, i modelli: è il mondo generato dall’atmosfera del film, sopra il quale la coppia di amanti fluttua, come pesci in un acquario. Palese è qui il richiamo all’impressionismo francese, utilizzato da Petzold insieme a una fotografia dai grandi contrasti cromatici, per creare magia all’interno delle sue inquadrature, come quando Undine e Christoph sono distesi su un pontile di legno, si baciano e subito ci sembra di trovarci dentro un quadro di Manet. Cupo, elegante, esteticamente forte, Undine: un Amore per Sempre è un pezzo di folklore nordico ambientato nei tempi moderni, in un XXI secolo poco definito, con un unico intento: portarci in un viaggio attraverso il suo mondo misterioso, nascosto sott’acqua.
di Gaia Pennati
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In questa recensione sono citati:
• Frantz (film)
• La Scelta di Barbara (film)
• Il Tradimento Romantico (libro)