Alieni da Terzo Reich
È capitato di parlare di invasioni aliene, di battaglie epiche per la nostra indipendenza come di scontri più nascosti, di rapimenti e perfino di storie d'amore. Il tema, infatti, è uno dei più sfruttati, al cinema, in TV e perfino nei libri. Visitors, andata in onda da noi nel 1984 e l'anno prima negli USA, dove fu pensata e realizzata, s'inserì in questo importante filone ma, a dispetto dei tempi naive, lo portò su un piano decisamente più realistico. Sulla Terra arriva una delegazione numerosa di alieni, simili in tutto e per tutto a noi. Realisticamente, invece di trasmettere messaggi di pace e amore a singoli individui, si mostrano ai governanti dei vari paesi del mondo, offrendo un'ambasciata e uno scambio culturale tra le due civiltà. Di più, offrono aiuti tecnologici e cure miracolose e, fondamentalmente, scatenano un fenomeno di massa, che porta buona parte della popolazione mondiale a fidarsi; addirittura, c'è chi vorrebbe diventare come loro. Sembra tutto estremamente bello, ma i Visitors, in realtà, sono una razza rettiliana in missione sulla Terra per impadronirsi di due risorse che scarseggiano sul loro mondo: l'acqua e, soprattutto, il cibo.
In breve: alcuni scoprono la verità sugli istinti predatori e cannibali degli alieni ed è fondata una resistenza, che combatterà l'invasione con metodi da guerriglia, fino al finale (e ai successivi remake). Visitors, fusa da due miniserie precedenti, V e V: the Final Battle, arrivò in Italia come unico telefilm ed ebbe un discreto successo. Diventano iconografiche alcune scene molto forti, come quella che vede Diana, cattivissima ai vertici della scala gerarchica aliena, ingoiare un intero porcellino d'india vivo. Tuttavia, Visitors non riuscirà mai ad avere un seguito crescente e purtroppo è interrotta al 19° episodio. Forse, il tema dell'invasione aliena affrontato con questo realismo era troppo avanti nei tempi, sebbene la scelta narrativa risiedesse nelle origini stesse dell'opera.
A ispirare Visitors è il romanzo It can't happen here, di Sinclair Lewis: racconta un'ucronia nella quale gli USA diventano una potenza nazifascista, sotto la guida di un Presidente affamato di potere. Si cercò un adattamento del romanzo sul piccolo schermo, ma i produttori coinvolti nel progetto decisero che sarebbe stato difficile per gli americani capire tutte le sfumature di un'opera molto satirica e con implicazioni forse troppo complicate, per essere guardata davanti a una cena precotta. I nazifascisti, quindi, divennero alieni, ma incredibilmente It can't happen here riuscì a conservare lo spirito iniziale. Se ci fate caso, infatti, non è difficile riconoscere nel simbolo dei Visitors una svastica, così come nelle uniformi rosse degli alieni un rimando piuttosto chiaro a quelle delle S.S. Alcune scene molto potenti, poi, rendono la metafora evidente a chiunque. Gli extraterrestri, infatti, a un certo punto capiscono d'avere un potenziale nemico tra gli esseri umani, gli scienziati: potrebbero intuire i loro veri piani e decidono d'eliminarli, deportandoli. In una sequenza molto evocativa, una famiglia ebrea è indecisa sul dare o meno asilo a uno scienziato e alla sua famiglia in fuga, braccati dagli alieni. A risolvere la situazione interviene il nonno, il quale senza mezzi termini dichiara che negare loro un aiuto avrebbe dimostrato di non aver imparato nulla dal passato. Altri e chiarissimi sono i rimandi ad alcuni personaggi, fondamentalmente dei nullafacenti incapaci ma che, appena arrivano i Visitors, si affrettano a indossarne l'uniforme per diventare importanti agli occhi della gente, diventando infine il braccio armato degli alieni. Dei collaborazionisti, C'è ovviamente la Resistenza, guidata dal giornalista Donovan, che per primo scopre la verità sui Visitors. Riesce ad avvalersi dell'aiuto perfino di alcuni alieni dissidenti, uno dei quali è interpretato da Robert Englund, attore che ricorderete meglio come Freddy Kruger. Non solo si professano vegetariani, ma combattono attivamente contro i loro stessi simili, arrivando anche a organizzare un attentato contro il Comandante in Capo dei Visitatori: anche questo episodio dovrebbe ricordarvi qualcosa.
Insomma, osservati avendo ben chiaro il riferimento alla storia dell'Europa dell'epoca hitleriana, i rimandi di Visitors non sono affatto difficili da notare e rendono la visione molto più oscura di quanto non farebbero dei semplici «omini verdi», citando Fox Mulder. È un peccato che questo secondo livello interpretativo si sia perso nel remake della serie, andato in onda tra il 2009 e il 2011, che ha invece portato in scena un'invasione più classica e meno profonda. Ovviamente, a vedere oggi l'originale Visitors, gli effetti speciali, pur buoni per l'epoca, mostrano tutta la loro età, mentre invece è invecchiato benissimo il mood di alcuni episodi, ancora in grado di trasmettere un certo senso d'ansia, se riuscite a non concentrarvi sulle pettinature anni '80 dei protagonisti. Visitors era una gran bella serie TV: raccontò cosa poteva succedere se forze oscure, aliene o fin troppo terrestri, si insinuassero all'interno di una società, che magari non era perfetta, ma poteva ancora definirsi umana. Se rapportata alla nostra storia, è ancora in grado di dare almeno qualche risposta a chi si chieda ancora come sia potuto concretizzarsi il Nazismo.
di Alessandro Sparatore
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Scheda
• Titolo: V
Anno: 1984-1985
Stagioni: 1
Episodi: 19
• Sigla
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