Weekend
«C’è sempre qualcosa che ci sfugge»
Son passati sette anni da quel weekend in cui cinque amici tornarono, quattro vivi e uno cadavere, quello di Alessandro (Lorenzo Zurzolo), morto per un incidente. O almeno, così tutti vollero pensare pensare. Roberto (Eugenio Franceschini), Michele (Alessio Lapice), Giulio (Filippo Schicchitano) e Federico (Jacopo Olmo Antinori) non pensavano si sarebbero mai più rivisti dopo quel giorno, ma un invito alla mostra della madre di Alessandro (Sara Ricci) li porterà tutti nello stesso posto. Nella confusione e nella tensione di quell’incontro iniziano ad accettare drink, senza accorgersi che qualcuno vuole drogarli.
La mattina dopo si svegliano in una baita, nel gelo più assoluto. Non è un posto qualunque: si tratta, infatti, dello scenario di quella tragica vacanza di sette anni prima. Qualcuno comunica ai quattro uomini che tra di loro si nasconde il responsabile della morte di Lorenzo e che, per uscire dalla baita, dovranno farlo confessare davanti a una delle tante telecamere che seguono ogni loro mossa.
Questa è la trama di Weekend, film di Riccardo Grandi, secondo esempio di thriller italiano finito su Prime Video a poche settimane da Il Talento del Calabrone. Il modello di riferimento è lo stesso: un preciso cinema di genere americano con contaminazioni videoludiche. Weekend ricorda, infatti, l'atmosfera survival e horror di Until Dawn. Il budget molto ridotto porta inevitabilmente a puntare tutto, forse azzardatamente, su sceneggiatura e recitazione. Entrambi i film, però, inciampano sullo stesso errore: non sapere precisamente cosa siano. In Weekend la sceneggiatura non sa che strada prendere, tra suggestioni di genere a malapena abbozzate e dialoghi che vorrebbero strizzare l’occhio a un pubblico teen.
La tensione diventa presto frustrazione, mentre il mistero al centro della narrazione è talmente esile, da passare spesso in secondo piano, per lasciare spazio al teatro di insulti e bugie dei quattro protagonisti. Gli attori provano ad aiutare una sceneggiatura confusa, ma finiscono per uscirne anch'essi sconfitti, con una recitazione pasticciata e quasi incomprensibile. Weekend è un altro tentativo di realizzare un cinema diverso dal solito immaginario partorito dalle produzioni italiane ma, proprio per incontrare il gusto più tradizionale, cade nella banalità e non riesce a prendersi i dovuti rischi.
di Giada Sartori
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In questa recensione sono citati:
• Il Talento del Calabrone (film)
• Until Dawn (videogioco)