La grande N
Dall'altra parte del mondo esiste da cento venticinque anni l'azienda che ha contribuito alla rinascita dei videogame dopo il crack degli anni '70. Vediamo un po' cosa si può scoprire, spulciando in rete. E preparatevi a qualche sorpresa. Inizio dal principio, dal 1889: La Nintendo Koppai fa la sua comparsa. Creata da Fusajiro Yamauchi, l'azienda realizza mazzi di carte Hafunada, utilizzate dai giapponesi per diverse tipologie di giochi. Il più celebre è il Koi-Koi, simile alla nostra scopa. Nintendo ha un discreto successo e, per crescere ancora, si affida al partner improbabile. Infatti, nel 1959 stringe un accordo con la Walt Disney Company, grazie al quale potrà commercializzare carte con i personaggi dei cartoni del vecchio zio Walt
Questa operazione catapulta Nintendo molto in alto, tanto che, nel 1962, è quotata in borsa, mentre l'anno successivo cambia nome in Nintendo Co., Ltd. Arrivano, tra alti e bassi, gli anni '70 e Nintendo, ormai compagnia famosa in Giappone per i giocattoli, decide di distribuire la sua prima consolle. Altra sorpresa: non si tratta del Nintendo ma della Magnavox Odissey, di origini americane venduta insieme a Pong di Atari. Dietro gli inizi della più celebre casa produttrice di consolle e videogame c'è, dunque, lo zampino dello Zio Sam.
Dobbiamo aspettare il 1977 per vedere la prima consolle Nintendo, la Color Tv Game: s'inizia a fare sul serio. Negli anni successivi, infatti, e fino al 1980 escono cinque versioni della consolle, una, la Color Tv Racing 112, addirittura venduta con un volante e una leva del cambio. Praticamente una rivoluzione.
Sempre nel 1977, alla Nintendo è assunto Shigeru Miyamoto, un artista. Nel senso che suona e dipinge, ma di programmazione non capisce assolutamente nulla. A questo ragazzo, il quale amava esplorare i dintorni della sua casa e disegnare buffi personaggi, si devono due delle saghe di videogame più longeve della storia. Infatti, nel 1981 arriva il coin-op Donkey Kong: il protagonista è un buffo omino con salopette e baffoni, design nato dalle scarse potenzialità tecniche dell'epoca... It's him, Mario!
Nel 1983 è finalmente commercializzato il Nintendo Enterteinement System, “Nes” per gli amici, semplicemente il “Nintendo” per gli italiani, ed è un successo senza precedenti, malgrado il settore sia ormai in una crisi nerissima. A favorire il successo della macchina contribuiscono, senza dubbio, i videogame creati per essa: Super Mario Bros. diventa una killer application e vende oltre 40 milioni di copie. E non è il solo capolavoro. Miyamoto, il quale, come ricordato, amava esplorare da bambino, decide d'inserire queste sue esperienze in un nuovo titolo e nasce The Legend Of Zelda. Non è un caso se questi due titoli siano ancora oggi tra i brand di maggior successo della casa nipponica.
La capacità d'innovarsi ha ancora peso sul finire degli anni '80 e manca un sistema di gioco veloce e portatile. Nel 1989 arriva, così, il Gameboy ed è venduto con un titolo adattissimo a sedute lampo: Tetris.
Nintendo sfrutta il successo avuto nel decennio precedente per imporsi nel mercato anche durante gli anni '90, arrivando a dominarlo con le sue consolle successive: il Super Nintendo nel 1990 e il Nintendo 64 nel 1995. Poi inizia una fase discendente. Se il Gamecube tiene ancora botta contro le rivali Sony (Playstation) e Microsoft (XBOX) e la Nintendo Wii s'impone come casual consolle, guadagnando uno spazio nel salotto anche di chi già possiede sistemi più da hardcore gamer, negli anni successivi i rivali iniziano a rosicchiare il mercato, tanto che nel 2012 la grande N è costretta ad anticipare il lancio del suo prodotto di ultima generazione, la Wii U, per prendere in contropiede gli avversari. La mossa, però, non è premiata quanto ci si aspetterebbe e molti decidono di saltare la nuova consolle, in attesa di PS4 e XBOX ONE; Nintendo si trova per la prima volta con il bilancio in rosso.
Se, a oggi, Nintendo soffre ancora la concorrenza delle home console, dove invece sembra primeggiare è nel mercato delle portatili. Il Gameboy, infatti, non è stato solo una parentesi e negli anni ha dato vita a successori molto apprezzati da pubblico e per questo premiati nelle vendite. Il DS e il 3DS sono ancora i dispositivi più diffusi, o meglio, più usati. Complice la cattiva gestione dell'unico concorrente, Sony, che con le sue PSP e, più recentemente PSVITA ha semplicemente messo sul mercato dei costosissimi fermacarte a causa di un supporto software inadeguato e risicato nel numero di titoli, il mercato dei portatili è ancora dominato da Nintendo. A fare da traino è l'ovvia presenza di un titolo in esclusiva: Pokemon.
La saga dei mostri tascabili (Pocket Monster) è in auge fin dal Gameboy e sembra non stancare mai i milioni di appassionati che fremono all'annuncio di un nuovo titolo. Ma servono titoli nuovi. È stato da poco annunciato Bayonetta 2 come esclusiva e non potrà che fare bene al Wii U, poiché non sempre nuovi Sonic, Zelda e Super Mario, per quanto belli, possono tenere botta.
Non sono un tipo da console wars: non odio Nintendo, come non odio Sony e Microsoft; non pendo per nessuna delle tre compagnie. Sono un videogiocatore da quando ero un bambino. Ho iniziato con l'Atari e le cartucce, per questo giudico e, a volte, critico, ma avendo come focus centrale il divertimento, la novità e il grado d'immedesimazione di ogni titolo, al di là di chi me lo offra. Per questo spero che Nintendo possa risollevarsi e imparare dai propri errori, rilanciandosi sul mercato con l'innovazione che fece la sua fortuna negli anni passati.