Assassin's Creed: Syndicate
PC, PS4, XBOX ONE
Recensione |
Parafrasando la celebre serie tv Romanzo Criminale, «pijamose Londra» potrebbe essere, fondamentalmente, il concetto alla base di Assassin’s Creed: Syndicate, il nuovo capitolo della fortunata saga creata dai francesi della Ubisoft. Essendo, però, il nono titolo di un'epopea dispiegatasi ormai da anni, era necessario rinnovare in maniera consistente e, perché no, drastica quanto era alla base del videogame. «Pijamose Londra», appunto.
Come sempre, ci si ritroverà a controllare degli assassini dall’agilità unica e irripetibile; assassini che dovranno uccidere templari e sventarne i piani per un bene superiore, ma questa volta, prima di tante altre, c’è la necessità di prendere il controllo di Londra con una guerra tra bande. Nella sostanza, Assassin’s Creed: Syndicate non si limita a un corri, schiva, salta, arrampicati, uccidi e scappa, ma è sostenuto da una serie di attività collaterali, capaci di renderlo diverso e nuovo rispetto quanto conosciuto dagli appassionati della serie e non solo. Proprio la guerra tra bande era stato argomento di dibattito per i fan e non sembrava avessero apprezzato, per quanto fossero anche molto incuriositi. Certo, la maniacale ricostruzione storica cui ci ha abituato Ubisoft in questi anni, sebbene inserita in maniera originale in un contesto fantastico, sembra aver perso un po' d'efficacia: forse presi dal fascino magnetico esercitato da Gangs Of New York, gli sviluppatori francesi hanno inserito in un contesto inglese e londinese una caratteristica propria degli Stati Uniti e di New York, almeno da quando si chiamava ancora New Amsterdam. Se si tratti di un errore storico o di una semplice forzatura, lo lasciamo giudicare a voi: in fondo, noi siamo qui per giocare.
Trama
In Assassin’s Creed: Syndicate ci ritroviamo a gestire ben due personaggi: Jacob Frye e sua sorella Evie, figli d’arte nel mondo degli assassini. Portano avanti la loro crociata in giro per l’Inghilterra, ma un loro contatto li porta a spingersi fino a Londra, dove il templare Crawford Starrick controlla industrie, mezzi di trasporto e la popolazione stessa, grazie anche alla sua banda, i Blighters. I fratelli decidono, quindi, di spostarsi nella capitale, dove Harold Green, referente della gilda degli assassini della City, li accoglie e spiega loro come muoversi utilizzando i giusti contatti. Prima di tutto dovranno conquistare White Chapel, così da poter dare inizio all’opera di smantellamento dell’organizzazione messa in piedi da Starrick, e, per farlo, si serviranno della loro nuova banda, i Rooks. Quartiere dopo quartiere, i due scopriranno sempre maggiori dettagli, fondamentali per lotta ai templari; soprattutto, entreranno in contatto con personaggi unici come Charles Dickens, Graham Bell, Karl Marx e Charles Darwin: tutti li aiuteranno nella loro opera di conquista e liberazione.
Gameplay
C’è da mettere subito in chiaro una cosa: se Assassin's Creed: Unity era stato un disastro per i bug, in Assassin’s Creed: Syndicate Ubisoft ha fatto un lavoro quantomeno migliore e attento. Con questo non stiamo dicendo che non ci siano, ma sicuramente quanto troverete non spingerà Ubisoft a regalare a tutti gli utenti il DLC del videogame. Bug a parte, cosa rende Assassin’s Creed: Syndicate un titolo piacevole da vedere e bello da giocare?
Dal punto di vista grafico il salto di qualità è netto: l'aver inserito meno persone per le strade e per le piazze, in favore di carrozze trainate da cavalli, rende comunque fluida e piena ogni singola scena e ha aiutato nel potersi preoccupare d'altro, oltre all'indubbio vantaggio offerto da PS4 e XBOX ONE. Sono spariti, di conseguenza, i teschi giganti nei quali ci si imbatteva, senza troppo senso logico, sotto i tetti delle case di buona parte di Parigi, mentre le viste offerte dagli edifici più alti di Londra saranno mozzafiato. Da non sottovalutare, comunque, la fluidità dei movimenti dei personaggi, la quale è arrivata a un punto veramente impressionante: per chi avesse dimenticato, lo invito a riprendere in mano uno dei primi titoli della saga, o anche, più semplicemente, Assassin's Creed: Black Flag. È veramente divertente correre su e giù per i palazzi o scappare tra i vicoli degli slum di periferia. Paradossalmente, però, non sarà questa la parte principale del gioco, nonostante sia la caratteristica ambientale della saga.
Infatti molto è cambiato all’interno di Assassin’s Creed: Syndicate e l'assenza del multiplayer, presente invece da Assassin's Creed: Brotherhood in poi, è probabilmente il cambiamento minore. La guerra tra bande, infatti, non si limita alle scazzottate in stile Spaghetti Western: i fratelli Frye dovranno effettivamente sabotare il nemico e la sua economia, per cui dovranno liberare i bambini impiegati nelle fabbriche, scortare i propri carichi, assalire quelli nemici o distruggerne alcuni trasportati via treno o via Tamigi. Questo dona un’enorme boccata d'ossigeno e, diciamolo, da un diverso tempo c'era aria stantia presso Assassin's Creed. Altra novità apprezzata particolarmente è la possibilità di costruire gli oggetti, unita a una definizione nella caratterizzazione dei personaggi e delle bande che sfocia quasi nel RPG. Gli alberi delle abilità sono, infatti, ben suddivisi e meno confusionari rispetto a prima, e presentano caratteristiche uniche per ogni personaggio. Possedere una cinta, un vestito o un’arma è possibile solo se si possiedono i materiali per realizzarli e non sarà così semplice, poiché per fabbricare alcuni oggetti, saranno spesso necessari materiali unici.
Feeling
Non sono mai stato un appassionato di Assassin's Creed, ma devo rendere i giusti meriti a Ubisoft per questo Unity, il quale, nonostante il vociare insistente su un suo flop, è un buon titolo. Restano, però, i limiti di una saga protrattasi da circa dieci anni, ma con abiti diversi in città diverse, e purtroppo, per quanto possa essere appassionante e anche soddisfacente il cambio di rotta preso da Assassin’s Creed: Syndicate, superate le quindici, venti ore di gioco, il gameplay risulta essere ripetitivo, per quanto nuovo. La storia è sicuramente appassionante e, senza i cambiamenti introdotti, lo avrei bollato come inutile, ma non è così. Chi sforna un gioco all’anno della stessa serie probabilmente nemmeno prova a raggiungere la perfezione: merita sicuramente d'essere provato, sia da parte di chi non ha mai vestito i panni dell'assassino, sia da parte di chi è un vecchio veterano.
di Alessandro Senzameno
In questa recensione sono citati:
• Assassin's Creed: Black Flag
• Assassin's Creed: Brotherhood
• Assassin's Creed: Unity
• Gangs Of New York
• Romanzo Criminale
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