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Fallen
«Ho scelto te»
Fallen è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Lauren Kate: pubblicato nel 2009 negli USA, ha dato inizio alla saga arrivata ormai al quarto capitolo. Classificato come Paranormal Romance, in realtà ci fa ritrovare i classici temi dell’amore, della rivalità tra due pretendenti, dell’adolescenza difficile, tutti già visti e affrontati da numerosi autori negli ultimi anni. E allora cosa la rende diversa? Praticamente nulla. La protagonista Lucinda Price, detta Luce, è accusata di un omicidio che non ha commesso, svoltosi in circostanze sospette: a peggiorare le cose, c’è la sua convinzione d'essere perseguitata dalle Ombre, entità paranormali che la tormentano sin da quando era piccola e le fanno guadagnare la diagnosi di psicopatica. Per aiutarla, è allontanata dalla famiglia. D’altronde, quale miglior modo per sostenere una ragazza in difficoltà? È costretta dal giudice a trasferirsi in un collegio isolato chiamato Sword and Cross, frequentato da ragazzi difficili e con problemi psicologici anche gravi. Una volta arrivata, si trasferisce nella sua cameretta al terzo piano, quello abitato dai soggetti più pericolosi, ovviamente: mi ha ricordato molto la camera da letto di Anna dai Capelli Rossi, in pratica una scatola da scarpe con una finestra, un ambiente perfetto per una depressa psicologicamente disturbata.
La struttura, architettonicamente meravigliosa, stupisce per la mancanza di dispositivi di sicurezza. Addirittura, tra gli sport praticati troviamo la scherma, perfetta per far sfogare gli internati a colpi di fioretto... Insomma, nel complesso la situazione suona davvero ridicola e poco credibile. Incontriamo a questo punto i compagni di scuola di Luce: Arriane, interpretata da Daisy Head, ragazza all’apparenza dura e cinica, ma che sicuramente nasconde un passato difficile; Penn, col volto di Lola Kirke, già vista in Gone Girl: L’amore Bugiardo e nella serie TV The Leftovers, che diventerà la migliore amica di Luce; Cam, il bello e (poco) tenebroso dalle fattezze di Harrison Gibertson, privo del carisma richiesto dal personaggio; Daniel, il personaggio opposto al precedente, ma ancor più bietolone, poiché il povero Jeremy Irvine ha l’aria sperduta per quasi tutto il film. Vari personaggi minori orbitano intorno ai protagonisti, entrando e uscendo dalle varie vicende, perché Fallen è una pellicola in cui il tutto si riduce a innumerevoli giochi di sguardi alla Primi Baci, telefilm anni ’90 per adolescenti, e dopo un po’ risulta insopportabile.
Probabilmente, come quasi sempre succede in questi casi, nel libro la storia sarà risultata sicuramente più avvincente, i personaggi saranno stati più approfonditi, le loro interazioni saranno state più curate e con maggiori dettagli del semplice «ti guardo, mi piaci» da storiella per ragazzine alle prime esperienze in amore. Difficile anche affezionarsi ai personaggi: non sappiamo nemmeno chi siano e da dove vengano. Pure la storia degli angeli caduti è trattata superficialmente, quando invece avrebbe dovuto essere il fulcro di tutta la vicenda, che riprende il tema di un’altra saga famosissima, Shadowhunters. Quest'ultima, infatti, almeno presentava una complessità di personaggi e ambientazione, mentre Fallen riesce anche nell'impresa di lasciarci delusi alla fine del film: sebbene sia solo l’inizio di una trilogia e chiaramente non ha un finale chiuso, è talmente tanto povero nel suo svolgimento da rendere il finale l'ultimo dei problemi.
Preferisco pensare che la trasposizione cinematografica abbia penalizzato moltissimo la storia originale di Fallen: forse si tratta di una sorta d'ottimismo della volontà, ma potrebbe essere utile recuperare i libri di Lauren Kate e leggere almeno il primo romanzo, pur sapendo perfettamente come sia un'operazione indirizzata a un pubblico femminile molto giovane. Dall’altra parte, ragione ed esperienza mi costringono a considerare come questa saga mischi una quantità di temi triti e ritriti, il principale dei quali è il triangolo amoroso tra Luce, Cam e Daniel, che ricorda molto il trittico Bella, Jacob ed Edward di Twilight, con gli angeli caduti a sostituire vampiri e licantropi, ma identico nella banalità. Forse, con vent’anni di meno, avrei intrapreso la sfida di cimentarmi con la lettura di tutti i volumi, per poi farmi deludere puntualmente dai film: il duro destino del lettore seriale non è forse questo? In questo caso, ahimé, è stato solo l'ingrato compito del recensore: qualcuno a Nerdface me la pagherà cara.
di Valeria Segatore
In questa recensione sono citati:
• Gone Girl: L’amore Bugiardo
• The Leftovers (serie TV)
• Primi Baci (serie TV)
• Shadowhunters (serie TV)
• Twilight (saga)
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