Flop like a bomb
Il cinema blockbuster è una delle industrie più remunerative al mondo. Con centinaia di milioni di dollari sul piatto, produzioni che contano migliaia di persone e attori di prima classe, il cinema di vasta scala, ha saputo donare grandi opere al pubblico, riempiendo le sale di tutto il mondo e donando vere e proprie icone pop al pubblico adorante. Alle volte, però, questo processo non finisce con l’effetto sperato, creando buchi economici enormi, tali da stroncare carriere, far fallire studio, o peggio, finire semplicemente nel dimenticatoio generale. Questa è una lista volta a rendere omaggio a tutti quegli incredibili lavori che hanno fallito miseramente l'ardua prova del box-office. Non sarà una mera classifica, ma una selezione di 10 flop che hanno meriti o, per meglio dire, demeriti tali da essere passati alla storia, sebbene nessuno abbia avuto voglia o modo di vederli. Partiamo prendendo come spunto un film rimasto nella memoria collettiva tra gli esempi più fulgidi di flop, quel Waterworld che nel 1995 conquistò il podio di pellicola più costosa di tutti i tempi, con 175 milioni di dollari spesi e un Kevin Costner protagonista palmato, produttore e alla fine anche regista, dopo l'allontamento dal set di Kevin Reynolds a seguito di un litigio furibondo, sebbene proprio l'attore l'avesse imposto, scartando un certo Robert Zemeckis.
Con solo 88 milioni guadagnati negli USA, una lavorazione lunga e molto travagliata, questo colossal distopico in cui s'immaginava un mondo completamente sommerso dall'acqua e solcato da pirati capitanati da un macchiettistico Dennis Hopper e in sella a motoscooter arrugginiti riuscì a cavarsela meglio all'estero e nel mercato home video, maturando circa 266 milioni di dollari, al lordo però delle ingenti spese di promozione. Oggi sono maturi i tempi per riconoscere che tutto sommato Waterworld non era poi così male e che altre produzioni meriterebbero di prendere il triste primato che fu suo.
Macchine Mortali
Fran Walsh, Peter Jackson e Philippa Boyens, il trio che diede la luce a uno degli adattamenti cinematografici più grandi di sempre, Il Signore degli Anelli, si sono cimentati nella scrittura di un’altra opera tratta da un libro, Macchine Mortali (2018), di Philip Reeve. Un progetto ambizioso sin dalla sua nascita: sequel pianificati, videogame pronti a uscire. Il risultato? Un incredibile tonfo, costato circa 174 milioni di dollari. Ovviamente è lecito dubitare che ci sarà mai un seguito, su qualsiasi media. Ma perché andò così male? Effettivamente, in un’era dominata dalle pellicole supereroistiche, è difficile che un fantasy steampunk attragga una grande fetta di pubblico. Inoltre, l’intero film è pieno zeppo di storyline secondarie e worldbuilding atti ad anticipare i futuri sequel, ma che nel singolo capitolo aiutarono solo a dimenticare la trama, comunque niente di particolarmente attraente.
The Lone Ranger
Armie Hammer, Johnny Depp e il regista de I Pirati dei Caraibi, Gore Verbinski, Hans Zimmer alla colonna sonora e Disney come casa di produzione: sulla carta, The Lone Ranger (2013) sarebbe dovuto essere una hit senza precedenti eppure, dopo un weekend d’esordio al box-office deludente, una polemica sul ruolo da nativo americano dato a Johnny Depp e recensioni non proprio esaltanti, The Lone Ranger finì per diventare uno dei flop più grandi della storia, causando a Disney serie perdite del valore di circa 190 milioni di dollari. Stranamente, non fu il primo film dello studio a bucare aspramente...
John Carter
… In pochi, infatti, ricordano il film sul soldato sudista finito a combattere una guerra civile su Marte. Anche voi vi state chiedendo come sia stato possibile che uno script del genere abbia floppato?! Domanda assolutamente lecita, che anche nei corridoi della Disney si stanno facendo dal 2012. Neppure Andrew Stanton, l’uomo che portò alla luce Wall-E e altri capolavori della Pixar riuscì a rendere questo progetto un successo. John Carter di per sé non è certamente da buttare, però la poca ispirazione del comparto tecnico e di quello creativo portò il pubblico a disinteressarsi del povero protagonista, causando anche le dimissioni di Rich Ross, all’epoca capo dei Walt Disney Studios, dopo una perdita di circa 200 milioni di dollari.
Corsari
Qui non parliamo di un semplice flop, ma della bomba per antonomasia. Corsari (1995, che anno!) ha incredibili meriti. Per finanziare il film, la casa di produzione, Carolco Pictures, meritevole d'aver portato nelle sale, fra i tanti, Atto di Forza e Terminator 2, dovette vendere i diritti di alcune sue produzioni, come Stargate e Showgirl (in questo caso guadagnandoci enormemente). Ovviamente non si tratta di un flop che si rispetti se non causa la bancarotta della sua casa di produzione. E infatti Carolco Pictures crollò lo stesso anno dall’uscita di Corsari. Non solo: coi suoi 105 milioni persi, divenne l’ultimo Guinness World Record per il più grande flop della storia che, da lì in poi, si decise di non assegnare più. Inoltre, il film di pirati con Geena Davis spaventò talmente tanto i produttori di Hollywood che non vollero più investire in pellicole del genere; dieci anni dopo I Pirati dei Caraibi ebbero difficoltà a ottenere il via libera dalla Disney, tanta era la paura di un esito simile.
Solo: a Star Wars Story
In tutta la nostra vita da nerd, mai avremmo pensato che il pubblico avrebbe detto basta ai film di Star Wars. Eppure, con Solo: a Star Wars Story (2018), Lucasfilm ha ricevuto un messaggio chiaro e tondo. Effettivamente, dopo una fase di produzione travagliata, che ha visto la separazione dai due registi scelti originariamente per il ruolo, Phil Lord e Christopher Miller, e costrinse il protagonista Alden Ehrenreich a prendere lezioni di recitazione dopo l’arrivo di Ron Howard, viste le sue scarse performance sul set, Solo: a Star Wars Story non partiva col piede giusto. Eppure il film ricevette pareri positivi dalla critica, anche da noi di Nerdface, ma non è riuscito a conquistare pienamente il pubblico. Probabilmente ha pagato le forti polemiche legate a Gli Ultimi Jedi, il film di Rian Johnson che ha causato una vera e propria guerra civile nel fandom di Star Wars. In ogni caso, i circa 90 milioni persi hanno portato Disney ad abortire il progetto degli spin-off dedicati all’universo narrativo creato da George Lucas, spostando le sue attenzioni sul piccolo schermo, come dimostra il successo meritatissimo di The Mandalorian.
I Cancelli del Cielo
Pellicola poco nerd, I Cancelli del Cielo (1980) ebbe il grande merito d'aver affossato una delle case di produzione più celebri della storia, la United Artists. Fondata nel 1914 da D.W. Griffith, Charlie Chaplin, Mary Pickford e Douglas Fairbanks, la casa di produzione sarebbe dovuta essere un faro nella notte per gli artisti del cinema, oppressi da un’industria focalizzata sul profitto. Dopo anni di decadenza, Michael Cimino decise di dare il colpo di grazia al sogno di milioni di registi col suo film. Fresco d’Oscar per Il Cacciatore, il regista mise anima, corpo e soldi (non suoi) in un progetto incredibilmente ambizioso, facendo lievitare il budget, inizialmente pattuito a 11 milioni di dollari, fino a 44 milioni, un’enormità per l’epoca. Con un cast incredibile, che vedeva i nomi di Jeff Bridges, Willem Dafoe (non accreditato), Isabelle Huppert, Christopher Walken e John Hurt, il western di Cimino finì per essere un flop colossale, anche per via della sua durata incerta. Infatti, esistono varie cut del film, che durano dai 149 fino ai 325 minuti. Uscito infine in Home Video nella sua durata ideale, è una grande opera cinematografica che, a causa della grande mole produttiva, finì per costare alla United Artist la sua fine, finendo nelle fauci del leone della MGM.
Justice League
Dopo una performance piuttosto opaca di Batman v Superman, un sorprendente risultato con Suicide Squad, sebbene sia stato universalmente riconosciuto come un film brutto, e dopo l’ottimo Wonder Woman, il DCEU non se la stava passando benissimo. Poco tempo dopo l’uscita di Suicide Squad fu subito annunciato il film corale della DC Comics, anch'esso affidato alle mani di Zack Snyder. Dopo la tragedia familiare che ha coinvolto il regista, fu chiamato a terminare il lavoro Joss Whedon il quale, invece d'ultimare la visione del suo collega, riscrisse e rigirò gran parte del film. Il risultato di Justice League fu un collage eterogeneo di due pellicole diametralmente opposte e incontrò la freddezza del pubblico, tanto da causare perdite a Warner Bros. di circa 100 milioni, costringendo lo studio a rivedere i piani riguardanti l’universo condiviso di Batman, Superman e compagni.
Il Pianeta del Tesoro
Pensate al sogno di due registi che, per anni, hanno desiderato portare il loro adattamento de L’isola del tesoro su grande schermo. Parliamo di Ron Clements e John Musker che, per soddisfare l’allora Presidente degli studi Disney, Jeffrey Katzenberg, e ricevere finalmente il via libera per realizzare il loro grande sogno, consegnarono allo studio, in fila, La Sirenetta, Aladdin e Hercules. Nonostante i primi due film furono un successo globale, il terzo non ebbe il riconoscimento sperato da parte del pubblico e risultò essere piuttosto deludente da un punto di vista di botteghino, sebbene al punto di mandare in perdita lo studio. Dopo la dipartita di Katzenberg dalla Disney, i due registi proposero il progetto a Roy E. Disney, figlio di Walt che, entusiasta, convinse il CEO della multinazionale, Michael Eisner, a finanziare il progetto. Il risultato, nonostante le recensioni positive, fu un flop da 85 milioni di dollari, con la conseguente chiusura di uno degli studi di animazione della Disney. Questa storia sia da lezione per tutti: «Mai credere nei propri sogni».
La Mummia
Il successo dell’UCM ha portato tanti studi a lanciare universi cinematografici improbabili, dal Monsterverse di Godzilla e King Kong al Conjuringverse di James Wan. Uno di questi, in particolare, è riuscito a floppare talmente tanto, d'aver stroncato ogni possibilità di piani futuri sin dalla prima pellicola: si tratta de La Mummia. Il film con Tom Cruise avrebbe dovuto lanciare un universo cinematografico ispirato ai grandi classici horror della Universal, con piani che vedevano coinvolti Russell Crowe come Dr. Jekyll (presente infatti nella scena post credit del primo capitolo), Javier Bardem come il Mostro di Frankenstein e Johnny Depp come l’Uomo Invisibile. Sfortunatamente, La Mummia fallì miseramente, con una perdita di ben 95 milioni di dollari, rispedendo ogni sogno di gloria interconnessa dritta nel sarcofago.
Blade Runner 2049
Dopo anni dal capolavoro di Ridley Scott, il talentuoso Denis Villeneuve, che già aveva conquistato il pubblico con Arrival, si cimenta nel progetto più difficile della sua carriera. Con Ryan Gosling nel ruolo del replicante K, e un Dave Bautista la cui parte è piccola ma dal grande valore, il film non riuscì a conquistare il pubblico, nonostante la sua oggettiva bellezza. Ad aver affossato le aspettative economiche del progetto è stata, secondo Ridley Scott, produttore della pellicola, la durata eccessiva e la lentezza della narrazione ha fatto sì che il pubblico si disinteressasse a una delle pellicole più belle degli ultimi anni, tanto da farsi superare, nel secondo weekend di proiezione, da Auguri per la tua morte. Molto doloroso.
Valerio Massimo Schiavi
Ludovico Lamarra
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