Florence
«Music is my life»
L'ultima edizione della Festa del Cinema di Roma s'è caratterizzata per una serie di film tratti da storie vere. Non fa eccezione Florence, una pellicola deliziosa sulla vita di Florence Foster Jenkins, una donna vissuta tra '800 e '900 a New York. Filantropa, grande amante della musica e ricca ereditiera, era una soprano incredibilmente stonata, del tutto inconsapevole della sua scarsezza canora. La pellicola è diretta da Stephen Frears e presenta due attori in grande forma. A interpretare la protagonista è Meryl Streep: semplicemente strepitosa. Per chi non lo sapesse, l'attrice americana vanta nel suo curriculum anche una certa competenza da cantante e sentirla intonare Il Flauto Magico di Mozart, ma stonando come una campana, è esilarante e allo stesso tempo sconvolgente per la bravura dimostrata. Un motivo in più per andare a vedere Florence in lingua originale. Al suo fianco c'è Hugh Grant, anch'egli in grande spolvero: interpreta il marito di lei, un attore di teatro non proprio brillante. Quel suo modo così britannico e contenuto di manifestare le emozioni qui si sposa perfettamente con la vicenda.
Il film è incentrato sulla vita di lei: ricca e aristocratica nei modi, nutre un amore puro e viscerale per la musica, elargendo donazioni sostanzialmente per ogni iniziativa concertistica organizzata a New York. Di fatto, contribuisce in modo determinante alla vita musicale della città. Di tanto in tanto, s'esibisce a sua volta per piccoli ed esclusivi eventi mondani organizzati dal marito, il quale si premura di evitarle figuracce selezionando il pubblico tra quanti hanno verso di lei un debito di riconoscenza, oppure elargendo cospicue donazioni in denaro. A ridurre il numero di esibizioni concorre anche il precario stato di salute di lei. I due hanno un rapporto saldo, nonostante alcune contraddizioni che emergeranno nel corso della storia: un amore fuori dagli schemi, eppure molto profondo e sincero.
Florence è, però, una donna incredibilmente testarda: convince il marito a riprendere lezioni di canto e seleziona un giovane pianista (Simon Helberg) perché la accompagni. Per lui le regole sono semplici: non commentare le performance di lei e non chiederle cosa contenga la borsa in pelle che si porta sempre dietro. Un patto più che accettabile, dato l'onorario e la rete di conoscenze offerta dall'ambiente. Ma quelle che sarebbero dovute essere semplici lezioni private si trasformano presto in qualcosa di più: Florence decide di montare un repertorio e d'affrontare il palco prestigioso di Carnegie Hall, per un grande concerto in beneficenza, dedicato alle truppe statunitensi.
Da qui inizia il lato più da commedia del film, tra gli inutili tentativi del marito di convincerla a desistere e i dubbi del pianista, che vede nel rinomato palco l'inizio e contemporaneamente la fine della sua carriera. Allo stesso tempo, però, Florence vive in queste fasi anche i momenti più intimi e toccanti. Saranno in pochi a credere in lei e ad affrontare il massacro a testa alta: il marito, l'ormai amico e confidente al pianoforte e pochi altri, tutti contagiati dalla passione della protagonista per la musica, un amore difficile da comprendere per chi non lo ha mai provato, che travalica e sa contagiare. L'esito sarà sorprendente e trascinante: Meryl Streep regala minuti di livello incredibile e consegna un personaggio che rimarrà impresso nella mente.
di Ludovico Lamarra
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In questa recensione sono citati:
• Il Flauto Magico