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Free State of Jones
«È vissuto per gli altri»
Dopo aver lasciato il vecchio caro Matthew McConaughey disperso nello Spazio in Interstellar, poi nel pesante carapace dello scarabeo samurai in Kubo e la Spada Magica, lo ritroviamo catapultato in piena guerra di secessione nel film di Gary Ross, Free State of Jones. L'attore hollywoodiano è stato scelto, oltre per la sua bravura indiscussa, anche per la preoccupante somiglianza a Newton Knight, il soldato ribelle da lui interpretato. La storia di Free State of Jones, infatti, è tratto da una vicenda vera e importante, che ebbe ripercussioni nella società statunitense fino agli anni '60.
La Guerra di Secessione americana fu un evento epocale che strutturò, con molte difficoltà, la vita politica e civile dell'America d'oggi. Non fu semplicemente una guerra di liberazione da un'oppressione totalitaria o una guerra per garantire risorse; piuttosto, si trattò di un momento catartico del Nuovo Mondo, durante il quale il popolo americano cercò e plasmò la propria società. Non bisogna mai dimenticare le tante identità di una nazione dalle radici diverse, per etnia, religione, lingua e cultura; persone divise barbaramente in schiavi e padroni. Nel 1862, quando si verificano i fatti raccontati in Free State of Jones, la legge sull'abolizione della schiavitù era ancora lontana dall'essere approvata, ma possiamo vedere un precursore proprio nella figura di Newton Knight. Egli non era né un politico, né un nobile, ma un semplice contadino della Confederazione del Sud; prima della chiamata alle armi, viveva con la sua famiglia in una fattoria a Jasper County, nel Mississippi. La sua mente era semplice, ma illuminata. La scintilla s'accese proprio combattendo nelle trincee, durante la Guerra di Secessione. La sua sensibilità d'animo fece in modo che si rendesse conto dell'orrore intorno a lui: tanti morti e tanto sangue, giovani e bambini vittime di uno scontro apparentemente infinito tra connazionali e fratelli, uno strazio che non era stato voluto dalla gente, ma dai politici intenti a tirare i fili di un Paese spaccato dall'interno. Ma soprattutto s'accorge che, una volta morti, gli uomini sono tutti uguali, senza razza né colore a dividerli.
A seguito di questi pensieri, fugge dalle trincee diventando un disertore e un ricercato. La sua filosofia, poi, evolve ulteriormente quand'è salvato da una schiava africana, dopo aver subìto un colpo quasi mortale. La bella e affascinante venere nera, Rachel, interpretata dalla giovane attrice britannica Gugu Mbatha-Raw, fa apprezzare nuovamente al protagonista il valore delle persone; grazie a lei, egli capisce come un essere umano non possa assolutamente dichiararsi proprietario di un suo simile e, quindi, di come la schiavitù sia una condizione da non prendere più in considerazione. A ulteriore prova di questo, si ritrova braccato dai suoi stessi compatrioti essendo, ora, un disertore fuggitivo. Quindi non può fare altro che fidarsi di un gruppo di schiavi neri, anch'esso in fuga e nascosto in un bosco nelle vicinanze del Mississippi. La folkloristica comunità di reietti fa notizia e, non solo inizia ad avere scontri con i militari, ma anche a ricevere nuovi uomini e donne, tanto da dichiarare in breve tempo la nascita del Free State of Jones. Nel periodo finale della Guerra di Secessione, ormai, i sudisti erano in netto svantaggio e in velocissima rotta di collisione, quindi la quantità di fuggitivi iniziava a superare quella dei militari ancora in servizio; questi però morivano come mosche ed è ben visibile in una scena del film. Nessuno dei generali sudisti ha mai brillato d'intelligenza e neanche ricordato nei secoli come grande stratega: se la loro tecnica militare fu effettivamente quella riportata in Free State of Jones, è un miracolo che ne sia rimasto qualcuno vivo. La coronazione della vittoria del Free State of Jones sarà segnata dal matrimonio di Newton Knight con la schiava liberata, già suo angelo custode, Rachel: i due daranno vita, così, alla prima comunità americana interrazziale. Nel 1870 era talmente all'avanguardia da essere continuamente perseguitata, in particolar modo dagli ex schiavisti già riunitisi nel Ku Klux Klan.
Sebbene dopo questo conflitto siano nati gli USA, a tutt'oggi non sono uniti affatto: basti pensare alle leggi che impedivano i matrimoni misti, rimaste in vigore fino ai tempi di Malcolm X, oppure alle recenti manifestazioni prima e dopo l'elezione di Trump a Presidente. Free State of Jones è, quindi, un film storico e allo stesso tempo molto attuale, incentrato su un eroe americano in grado di rompere gli schemi dell'epoca e di cambiare il modo di pensare di quanti gli furono intorno. Non è un caso che sul suo epitaffio reciti: «Egli ha vissuto per gli altri». La pellicola diretta da Gary Ross è girata con lo stile dei grandi colossal storici, forse a tratti dai tempi troppo dilatati, in un buon equilibrio tra azione e momenti più intimi e drammatici. Offre comunque cruente scene di guerra, in grado di rendere molto bene la ferocia di quei combattimenti. Non è un caso: oltre a farci riflettere sull'assurdità del razzismo, Free State of Jones lascia scorrere in sottofondo il tema dell'inutilità della guerra. La maggior parte dei cittadini richiamati alle armi sono trattati come pedine, con un solo ordine: uccidere quelli con la divisa diversa dalla loro. A spingerli, lo spauracchio della perdita delle proprie terre e degli schiavi, sui quali i latifondisti avevano messo in piedi l'economia dell'intera confederazione. Free State of Jones, inoltre, ha il pregio di non essere banalmente partigiano e mostra anche le tensioni interrazziali che esplosero in seno alla stessa comunità, spesso dopo banali episodi. Non siamo mai abbastanza al riparo dal razzismo, sembra volerci dire.
di Giordano Muraglia
In questa recensione sono citati:
• Interstellar
• Kubo e la Spada Magica
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