Il ragazzo dei Goon Docks
Stiamo letteralmente contando i giorni che ci separano da Deadpool 2 e Infinity War. Nel primo caso, perché siamo curiosi di scoprire se il sequel del primo film del Mercenario Chiacchierone riuscirà a essere all’altezza delle aspettative; nel secondo, perché da parecchi anni aspettiamo di vedere la conclusione della saga degli Avengers e di tutto l'UCM. Entrambe le pellicole, poi, hanno nel cast uno degli attori che più abbiamo imparato ad apprezzare negli ultimi anni. Josh Brolin è, infatti, sia Thanos, il villain impegnato nella ricerca delle Gemme dell’Infinito, sia Cable, l'eroe dell’universo mutante proveniente da un brutto futuro alternativo. Se in Infinity War il ruolo di Josh Brolin è abbastanza semplice, perché in fondo si tratta di un classico cattivo da fumetti, in Deadpool 2 il carattere agli estremi opposti dei due protagonisti potrebbe dare vita a qualcosa d'incredibilmente divertente. Non ci resta che aspettare.
A ogni modo, di film poi diventati cult Josh Brolin ne ha già alcuni in carriera, a cominciare dal suo esordio del 1985 con I Goonies, di Richard Donner, nel quale interpretava il fratello maggiore del protagonista, impegnato anch'egli nella ricerca della Inferno di Willy l’Orbo e del tesoro che nascondeva. Una partenza col botto che dà inizio a un'ascesa non rapida, ma misurata e costante, sul piccolo come sul grande schermo.
Josh Brolin compare in alcune serie TV come 21 Jump Street e nel 1989 entra nel cast de I Ragazzi della Prateria, nei panni di Bill Hickok, rimanendoci fino al 1992. L’esperienza western si rivelerà non poco utile quando, nel 2010, i fratelli Coen realizzeranno il remake del classico del 1969 con John Wayne, Il Grinta, e Josh Brolin è scelto per interpretare il cattivo della pellicola. Con la coppia di cineasti, tra l'altro, l'attore aveva già lavorato in occasione di due successi come Non è un Paese per Vecchi (2007) e Ave, Cesare! (2016). Nel mezzo, ci sono anche film di genere conosciutissimi, sebbene non sempre di successo. Interpreta, infatti, il giovane Agente K in Men in Black 3 (2012), terzo capitolo della saga e probabilmente il più trascurabile di una trilogia che, già col secondo episodio, sembrava aver esaurito tutto il suo potenziale. Ancora, era stato nei panni di Jonah Hex (2010), personaggio nato dai fumetti DC Comics, il cui adattamento cinematografico s'è guadagnato fischi da pubblico, critica e dallo stesso Josh Brolin; così come nel trascurabile remake di Spike Lee del 2013, Oldboy, o nel secondo film tratto dal capolavoro di Frank Miller, Sin City: un Donna per cui Uccidere (2014).
Poco male, però, perché i passi falsi sono davvero pochi, se messi a confronto con quelli fatti nella giusta direzione. Parliamo di Vizio di Forma (2014), per esempio, film tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Pynchon; di Milk (2008), biopic nel quale Josh Brolin ha un ruolo parecchio difficile da rendere al meglio e che gli fa ottenere la candidatura agli Oscar; di W., la pellicola d'Oliver Stone dedicata all'ex Presidente degli USA George W. Bush. Il film racconta la sua ascesa alla Casa Bianca e le precedenti sregolatezze compiute in giovinezza. Ne esce un ritratto impietoso, tanto che in Italia W. è distribuito poco e male, pare per volere di Silvio Berlusconi, molto amico di Bush. La carriera di Josh Brolin è stata costruita a piccole tappe e forse solo in questi ultimi anni ha iniziato a raccogliere i frutti meritati, allontanando l'attore dal più tipico dei pensieri, quando lo vedevamo al cinema: «Uh, ma quello è Brandon Walsh dei Goonies!». Accadeva a prescindere dai generi e dai contesti. Come in Nightwatch (1997), il thriller in cui appare accanto a Nick Nolte ed Ewan McGregor; nel bellissimo Mimic (1997), sfortunato film di Fantascienza di Guillermo del Toro su scarafaggi giganti dall’aspetto umano; ne L'uomo senza Ombra (2000), rivisitazione molto dark dell’uomo invisibile; o in Grindhouse: Planet Terror (2007). Giusto citare, poi, la scelta orientata su Josh Brolin fatta da registi importanti, come Woody Allen per Melinda e Melinda (2004), Ridley Scott per American Gangster (2007) e Denis Villeneuve per Sicario (2015).
La carriera di Josh Brolin è ancora molto lontana dal terminare e, se proseguirà in questo modo, dosando l'universo Marvel a film d'autore, potrebbe anche arrivare a quella statuetta dorata, lambita in una sola occasione: si tratterà solo di tempo e del progetto giusto. Non male, per un ragazzo cresciuto nei Goon Docks.
di Alessandro Sparatore
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