La Favorita
«È difficile ricordare se l'arma è carica»
Dopo alcuni film che possono essere definiti particolari, il regista greco Yorgos Lanthimos decide di mettere in scena una commedia in costume, ambientata in una corte inglese. Abigail Masham (Emma Stone), orfana di una famiglia nobile caduta in disgrazia, si reca alla corte della regina Anna (Olivia Colman), in cerca di un lavoro che le possa garantire vitto, alloggio e una vita tranquilla. Ad accoglierla, ci sarà la duchessa di Marlborough (Rachel Weisz), sua cugina nonché grande amica della regina. In quel momento, Abigail escogiterà un piano per separare la duchessa e la regina, in modo da poter ricevere protezione dalla monarca per vivere una vita tranquilla.
Dopo varie pellicole dal tono molto inquietante, Yogos Lanthimos s'addentra in un genere che non sembrava essergli ideale, ovvero la commedia. La cosa sorprendente, è che La Favorita riesce a funzionare in ogni suo aspetto, pur mantenendo gli stilemi che contraddistinguono il regista greco. Innanzitutto, bisogna parlare del lato tecnico: è interessante notare l'uso del fisheye in molti movimenti di macchina, atti probabilmente a evidenziare uno spazio distorto. I movimenti di macchia non sono molti, ma quando usati riescono a dar modo agli attori di recitare senza le interruzioni del montaggio.
Dal punto di vista della sceneggiatura è davvero bello notare quanto bene siano scritte le tre protagoniste. Dalla scaltra Abigail, alla regina viziata Anne, fino all'antipatica duchessa di Marlborough. Tutti e tre i personaggi sono idiosincratici, esattamente quello che ci si aspetta da una commedia in costume in una corte inglese. Si nota, infatti, come l'intero film sia uno scimmiottamento di show come Downton Abbey. Ne La Favorita, tutti i personaggi tendono a essere passivo-aggressivi e, fondamentalmente, antipatici come la Violet Crawley interpretata da Maggie Smith. Inoltre, è da notare come le tipiche scene di ballo delle classiche commedie in costume siano rese ridicole, poiché i personaggi, con sottofondo musica suonata da strumenti ad arco, ballino qualcosa di molto simile al Rock 'n' Roll anni '50.
Un'altra cosa che fa piacere notare è come La Favorita trasmetta il suo empowerment femminile non attraverso dialoghi didascalici o plot point telefonati, ma nel sottotesto. In conclusione, La Favorita è una commedia che intrattiene non poco lo spettatore, certamente non del tipo alla Anchorman o Animal House, da cui ci si aspetta di sbellicarsi, ma riesce a modo suo a risultare divertente, senza strappare risate rumorose. Inoltre, la scena finale rimane una delle più memorabili fra i film candidati all'Oscar quest'anno.
di Valerio Massimo Schiavi
In questa recensione sono citati:
• Anchorman
• Animal House
• Downton Abbey (serie TV)
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