La Ragazza d'Autunno
«Abbiamo combattuto insieme»
La Ragazza d’Autunno è una delle sorprese dell’anno, il film russo entrato nella shortlist di pellicole che andranno a contendersi il premio Oscar al Miglior Film Straniero. È il 1945, Leningrado. La Seconda Guerra Mondiale è finita da pochi giorni e la popolazione russa ancora porta su di sé i segni e le sofferenze del conflitto. Iya e Masha si occupano in qualità di infermiere di feriti e mutilati di guerra presso un ospedale, ma le due, amiche da sempre, hanno in ballo una questione molto importante. Masha, prima dell’intensificarsi dell’assedio della città, aveva affidato suo figlio Pashka all’amica, per poi andare via. Purtroppo, però, al suo ritorno scopre che ormai non c’è più. La fiducia verso Iya s'incrina irrimediabilmente e Masha non si dà pace: ora vuole un altro figlio. Ma non può più averne, a causa di una ferita subita al ventre. La sua richiesta è dunque che sia l’amica a portare in grembo il suo nuovo bambino.
Dopo un esordio eccezionale con Tesnota, il regista non ancora trentenne Kantemir Balagov insegue il sogno dell’Oscar con La Ragazza d’Autunno. Il film colpisce per il grande carico drammatico che porta con sé, il quale mette a dura prova lo spettatore, riuscendo a trasmettergli perfettamente il senso d'estremo disagio e difficoltà della devastante realtà vissuta dai personaggi. Anche se la storia potrebbe sembrare in un primo momento poco verosimile, riesce comunque a raccontare il terribile sconvolgimento della guerra, fatto di privazione psicologica, morale e materiale, dove tutto può accadere quando si è in preda alla più nera disperazione. La Ragazza d’Autunno è un film fatto di sbalzi emozionali, in cui anche i colori più caldi vanno a contrapporsi al rigido inverno russo.
È ispirato al libro La Guerra non ha un Volto di Donna, di Svetlana Alexievich, vincitrice del premio Nobel, e mette in luce un tema molto interessante e poco battuto dalla cinematografia, ovvero il ruolo delle donne all’interno del contesto bellico. Lo stesso regista ha affermato come la lettura di quest’opera gli abbia dato un nuovo punto di vista sulla questione: «Devo ammettere che Alexievich m'ha spalancato un mondo. Mi sono reso conto di sapere ben poco della guerra e del ruolo delle donne, cosa che mi ha condotto poi a un altro pensiero: che cosa potrebbe succedere a una donna dopo la fine della guerra, nel momento in cui la sua mente e la sua natura hanno subito un cambiamento radicale?».
La Ragazza d’Autunno è un film che venderà sicuramente cara la pelle nella competizione per l’Oscar al Miglior Film Straniero del 2020, in quanto si tratta di una pellicola davvero valida, capace di prendere ripetutamente lo spettatore a pugni nello stomaco, grazie al suo spietato realismo. Non è, però, adatta a tutti i gusti: è infatti un’opera drammatica piuttosto lenta e potrebbe facilmente annoiare chiunque non sia un amante del genere.
di Edoardo Frazzitta
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In questa recensione sono citati:
• Tesnota