Murderabilia
I collezionisti, si sa, sono persone bizzarre. Spesso dall'apparenza anonima, conducono vite parallele in cui la ricerca del reperto mancante al proprio campionario può condurli a dilapidare patrimoni e indebitarsi. Chi pensa ai classici francobolli è certamente rimasto indietro. Lo stesso vale per fumetti o videogiochi. Il collezionista, infatti, può appassionarsi agli oggetti più disparati. Ci fu una parentesi schede telefoniche, in quell'era lontana pre-smartphone, con veri e propri appostamenti alle cabine, in attesa che la conversazione terminasse e con essa la carta magnetica, destinata a essere abbandonata sopra il telefono pubblico (e maledetta Telecom, consapevole, ne stampava la tiratura). Ma la patologia del collezionista può sorprenderlo nel momento meno opportuno e suscitare i desideri accumulativi più sorprendenti: oggetti anonimi assurgono a desiderata, acquisiscono una dignità. Lo ha ben capito Álvaro Ortiz, autore spagnolo, già noto per Julia y el Verano Muerto (2008) e Fjorden (2010), che ha costruito il suo ultimo graphic novel su una mania molto particolare, i murderabilia, da cui prende nome questo fumetto edito da BAO Publishing in un elegante cartonato. Si tratta di oggetti provenienti da eventi luttuosi: armi di un omicidio, ninnoli appartenenti a vittime o killer.
«Avevo un paio di gatti»
Protagonista è un giovane sfaccendato, col desiderio velleitario di diventare scrittore. Lo seguiamo nei suoi sfondamenti della quarta parete, intento a narrare gli strani eventi che lo vedranno coinvolto insieme ai suoi due gatti neri, venduti per l'appunto a un collezionista di murderabilia. Come i due mici siano parte di un evento luttuoso lo lasciamo scoprire ai lettori, permettendoci solo di svelare che si tratta di un deflagrante colpo di scena, il primo di numerosi altri.
Il collezionista vive in un'altra città e la circostanza spingerà il giovane a cambiare aria, per racimolare qualche soldo. Le cose, ovviamente, prenderanno una piega inaspettata. Troverà l'amore e, ancor prima, la conoscenza dell'acquirente lo stimolerà: se prima la pagina era drammaticamente destinata a restare bianca, ora potrà tornare a riempirsi di racconti, tutti tratti dagli oggetti posseduti dall'appassionato di murderabilia, che però non è per nulla ben visto dal resto della comunità.
«Avrei potuto continuare a scrivere, se non...»
Murderabilia è un racconto noir e allo stesso tempo grottesco, caratteristica enfatizzata dai disegni fanciulleschi e caricaturali di Álvaro Ortiz. Anche i colori, con una prevalenza di tinte autunnali e pastello, contribuiscono a questo effetto. La storia scorre fluida e divertente, in questo dialogo tra protagonista e lettore, in cui quest'ultimo troverà irresistibile il fascino suscitato dai tanti oggetti passati in rassegna, cimeli carichi di significato, magari perché appartenuti a Unabomber o ad altri killer spietati. La banalità del male si concretizza in pacchetti di sigarette, tazze, lettere (o fumetti!) e Álvaro Ortiz è abile nel costruire racconti nel racconto, fornendo continui piani di lettura differenti, per una storia che andava raccontata, citando il suo protagonista. E che, certamente, va letta
di Ludovico Lamarra
In questa recensione sono citati:
• Fjorden
• Julia y el Verano Muerto
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