Una lettera a Jack Skeletron
Caro Jack,
è arrivato finalmente Halloween, una delle feste più amate dai bambini e dai ragazzi, un carnevale creepy dalla vena malinconica e lugubre, di cui tu, mio caro, sei ancora il Re. A volte mi chiedo se hai mai conosciuto il tuo creatore: oggi, per il tuo compleanno voglio farti questo regalo, raccontando un po' di te. Un giorno un signore di nome Tim Burton vide la vetrina di un negozio, di cui il padrone stava cambiando gli addobbi, da quelli di Halloween a quelli di Natale. Lì nasce l'idea di un giovane Re delle Zucche che un giorno, però, si stanca di spaventare i bambini e decide di cambiare le sue abitudini. Sei tu. Il resto, come si dice, è storia, la tua. Camminando nel bosco col tuo fedele cane fantasma di nome Zero, hai trovato un cerchio di alberi. Ognuno aveva disegnato sulla corteccia il simbolo di diverse ricorrenze, come Pasqua e Carnevale. Tu, però, sei rimasto incantato da uno in particolare, particolarmente prezioso, adornato da palline colorate. Aperta la porta, sei stato risucchiato in un mondo bianco di neve, illuminato da luci variopinte e riscaldato da tanta felicità. I bambini dormivano tranquilli nelle culle, tutti condividevano un'armonia così forte, che hai deciso di portare quell'atmosfera nella città di Halloween e prendere il posto di Babbo Natale: fare felici le persone è diventato il tuo sogno.
Caro Jack, capisco che la tua festività, soprattutto oggi, è considerata un'americanata bella e buona, ma quando un amico del tuo creatore, di nome Henry Selick, riuscì a fare della tua storia un vero e proprio cult, ci emozionò tutti. Lavorando con Danny Elfman, che prestò la sua voce in tutte le tue canzoni, volle metterti vicino la dolce Sally. Spero ti ricorderai di come all'inizio la evitavi, considerandola solo un'amica. Col tempo, però, hai capito che quella delicata bambola di pezza in realtà era proprio il tassello mancante per rendere un mondo così cupo un luogo più caldo, sebbene abitato da creature spaventose e ottuse.
Jack, la tua vena rivoluzionaria non è stata subito capita. Durante l'anno di preparativi per il tuo Natale, molte sono state le prove e gli ostacoli che hai dovuto superare: hai rapito Babbo Natale, mister Bao Bao poi ha cercato d'ucciderlo; il sindaco, che riponeva tanta fiducia in te, ha perso molteplici volte la testa. Io, invece, no. Pur sapendo che Halloween non fa parte delle nostre tradizioni, grazie a te sogno ancora una storia d'amore come la tua, dai toni dark, sì, ma carica del desiderio di cambiare noi stessi, di crescere. Come avrai capito, l'essenza di ognuno di noi è unica, per questo dedico a te la mia lettera, Jack. A te e anche un po' alla povera Sally, che s'è buttata da un balcone pur di fermarti: meno male che è fatta di foglie!
Quest'anno ci incontreremo di nuovo, caro Jack. Rivedrò la tua storia e, come sempre, mi farò trasportare da quelle musiche che ti fecero sfiorare l'Oscar. Come sempre ascolterò il tuo lamento, mi soffermerò sul tuo viso rotondo, bianco e con un sorriso smagliante, direi quasi da oltretomba. Mi emozionerò nel vederti abbracciare Sally su quella collina, in mezzo alle stelle e con la neve ai vostri piedi. «Non sforzarti di capirlo, devi solo immaginarlo!»: la tua frase per eccellenza racchiude proprio la festività di Halloween, ora lo capisco.
di Elisa Sini
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