Piccole Donne
«Ti va di ballare?»
Jo, Meg, Amy e Beth sono quattro sorelle che, durante l'assenza del padre, mandato al fronte della Guerra Civile Americana, vivono la loro vita, ognuna coi propri sogni e dedicata ai propri talenti. Joe (Saoirse Ronan) è un'aspirante scrittrice in un'epoca dominata dal maschilismo e cerca a tutti i costi l'emancipazione; Meg (Emma Watson), la più grande della famiglia, è una ragazza pratica e desidera sposarsi e avere figli; Beth (Eliza Scanlen), amante della musica, è una ragazza timida e schiva, ma è comunque molto vivace; infine, Amy (Florence Pugh), la più piccola delle quattro, è un'artista in via di maturazione e si trova molto spesso in competizione con Joe, sia per scontri di natura caratteriale che amorosi. Assistiamo alla crescita delle quattro sorelle March, in un'epoca dominata dal pregiudizio nei confronti delle donne.
Knockin' on the Heaven's door, Yesterday, Over the rainbow: queste sono alcune delle canzoni più riadattate nella storia della musica, esattamente come Piccole Donne, una storia ripercorsa da ogni generazione di registi o disegnatori. Ricordate l'anime del 1981? Come A Star is Born, un altro caso di storia adattata più volte, il romanzo di Louisa May Alcott è riproposto ciclicamente in versioni diverse. Da poco più di 150 anni, l'anno in cui fu pubblicato il libro, Piccole Donne è stato riproposto in ogni forma audiovisiva, dalla serialità televisiva, fino alla sala. Effettivamente, dopo tanti tentativi, quasi tutti riusciti, si percepiva la difficoltà di poter accettare un nuovo adattamento, uno scritto quasi abusato nel corso degli anni, come se il pubblico ne avesse abbastanza delle sorelle March. Quest'ultimo pensiero sarà balenato nella testa di molti che, erroneamente, hanno sottovalutato la bravura di Greta Gerwig. Alla sua seconda pellicola, dopo il successo di Lady Bird, l'attrice e regista riesce a portare sul grande schermo una bellissima rappresentazione della crescita di quattro donne, in un contesto certamente ostile.
Nel farlo, Greta Gerwig non ha paura di modificare la struttura del romanzo di Louisa May Alcott, adattandolo a una narrativa più moderna, plasmando anche i personaggi a suo piacimento, senza però snaturare l'opera stessa. In tutto questo tumulto creativo, però, si riesce a notare il rispetto per l'opera da cui è tratto e per la sua autrice. L'idea di femminismo della regista riesce a non basarsi su semplici preconcetti hollywoodiani, come l'emancipazione a tutti i costi coincidente con la demonizzazione di istituti classici come il matrimonio; Greta Gerwig riesce a costruire un film basato sull'autodeterminazione femminile, sull'idea che le donne, in tutto e per tutto, siano libere di scegliere il proprio destino, al di là delle pressioni esterne che sono costrette ad affrontare. Il tutto lo fa con una regia impeccabile e stilisticamente simile a Lady Bird, film che le valse la ribalta.
Nonostante Piccole Donne sia una storia già sentita, letta o vista, Greta Gerwig riesce a costruire, attraverso una struttura prestabilita, un film originalissimo, riuscendo anche a veicolare i concetti di libertà espressiva che avevano caratterizzato la sua precedente pellicola.
di Valerio Massimo Schiavi
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In questa recensione sono citati:
• A Star is Born
• Lady Bird