Principe azzurro cercasi
Diario del Capitano. Il primo esperimento è stato un successo. Le preferenze canalizzanti hanno dato vita a un Richard Gere verosimile e affabulante. L’enorme mole d'energia necessaria per la sua evocazione ne ha inficiato un po’ la durata ma, coi dati raccolti, posso aumentare un po’ la presenza del prossimo ospite. O meglio, della... Il citofono mi riporta sulla Terra. So già chi è, la mia biondissima assistente che, secondo i patti, dovrebbe presentarsi con dei biscotti fatti in casa. Invece Francesca ha comprato le frappe. E io odio le frappe. Impossibili da mangiare senza sporcarsi, potenzialmente vecchie di una settimana, spesso indigeste....
«Buongiorno, Marco!», mi fa, porgendo il vassoietto. «Non ho avuto tempo di fare i biscotti, perché dovevo fare un casting e...».
Ringrazio sbuffando e le poso sul tavolo.
«Allora», mi chiede saltellando come un orsetto Gummi. «Chi stalkeriamo oggi? Nefertiti? Il maestro Miyagi? Gargamella?».
«Abbiamo un compito da portare a termine», le rispondo addentando una frappa che, come temevo, provoca una slavina di zucchero sui miei vestiti. Frappacci tua, Francé... «E siccome l’altra volta abbiamo lavorato con un campione di fascino maschile, per la par condicio stavolta il buon SiDDI, il nostro Simulatore Di Domande Impossibili, si darà da fare per migliorare l’umore dei maschietti, portando nel mio salotto l’avatar senziente di Julia Roberts!».
Fortunatamente Francesca è entusiasta. Avevamo già parlato di Pretty Woman e sembrava poter interessare a entrambi. Inserisco quindi le coordinate, procedo col filtro dei livelli di spam, ammiro la danza delle lucette e... SHAZAM! Eccola! Incorniciata in un'irresistibile cascata di ricci, splendida, con quella bocca e quello sguardo... E tutto il resto... Sembro il lupo di Tex Avery, con gli occhi a pistone, la lingua srotolata e il fumo dalle orecchie. Francesca mi osserva pietosa, girando lentamente il cucchiaino nel caffè. Mi risparmia i commenti, memore forse del comportamento tenuto in piazzetta a Monti quando si materializzò Richard Gere. Julia Roberts ci guarda, sorride, mi fa un occhiolino. Ci siamo!
«Ciao! Che ci faccio qui? E voi chi siete? Posso avere una frappa?».
La sorpresa è sempre forte, ma stavolta siamo psicologicamente preparati, così spieghiamo brevemente al fascinoso avatar cosa sia, da dove venga e cosa vogliamo da lei.
«Un’intervista impossibile! Va bene, ci sto! Coraggio, spara!».
«Per iniziare, volevo chiederti che ricordi hai di Pretty Woman», le chiedo. «Abbiamo parlato con Richard qualche giorno fa e...».
La cyberstar mi interrompe e inizia a sciorinare parole: «Be', ho dei ricordi bellissimi di quel film! Intanto, nel 1990 ero giovanissima, avevo 23 anni! E per me Pretty Woman fu un po’ una favola nella favola… Una storia così bella, romantica, insieme a un uomo bellissimo come Richard Gere. Inoltre, il successo del personaggio di Vivian diede un impulso fortissimo alla mia carriera. Dal Golden Globe alla nomination agli Oscar come Miglior Attrice».
«Una favola nella favola... Interessante. Ovviamente parliamo di...».
«Cenerentola! Anche se in versione un po’ erotica e contemporanea!», prorompe lei.
Io e Francesca ci guardiamo soddisfatti per le risposte. Questa Julia Roberts ha un’anima più comunicativa rispetto al cyber Gere. Facciamo progressi! Poi riprende.
«E che ne pensate del personaggio di Edward? Lo trovate verosimile?».
«Assolutamente, è un principe azzurro, sebbene inizialmente inconsapevole: cinico, fascinoso e molto solo. Mi piace sempre seguire il suo percorso di crescita emotiva. Secondo te, che sei una donna di mondo, c’è ancora spazio oggi per i principi azzurri? O sono personaggi desueti, sacrificati nella fiamma della parità dei sessi?», le chiedo.
«C’è sempre bisogno di un principe azzurro, di qualcuno che protegga i deboli e salvi le principesse, anche se non c’è niente di male nel dare spazio a donne forti, indipendenti e capaci di salvarsi da sole. Vivian, in fondo, è un personaggio così. Dopo aver preso coscienza delle sue doti, sceglie di cambiare la sua vita e di farlo con le sue forze. Il ritorno del principe è solo una dolce conseguenza».
Francesca sembra incantata, le passo una mano davanti al viso e immediatamente si riprende. Adesso s'è scossa ed è mutata in un vulcano in eruzione.
«Non ho mai creduto al principe azzurro. Come la maggior parte delle ragazzine della mia età, sono cresciuta a pane e principesse, perciò l’ho sognato, certamente, ma è sempre rimasto confinato in una favola che non ho mai vissuto o, forse, che non ho mai voluto vivere. In Pretty Woman m'immedesimavo sempre in Vivian anche per questa ragione, ma amavo Kit che, nella sua cruda autenticità, le ricordava che a Cenerentola in fondo era andata bene».
«E secondo te esistono uomini come Edward Lewis, o sono solo roba da grande schermo?», domanda Julia Roberts.
«Non saprei...», risponde Francesca. «Credo che a trasformare un uomo in un principe azzurro sia l’amore, questo sì. E vale anche per le donne. Edward è una brava persona, ma solo quando capisce di provare per Vivian un sentimento autentico è disposto a cambiare. Inizialmente, la proposta con cui le offriva un ruolo da mantenuta non era certo nobile e lo metteva alla stregua di Philip Stuckey, il suo cinico avvocato. Non vedo quindi differenze fra passato e presente e neanche fra principi e uomini comuni. La storia è sempre la stessa e se non si sogna insieme, non si costruisce. Solo quando Vivian comincia a crederci, sostenendo che vuole la favola e trasformandosi ella stessa in principessa, prende una nuova svolta».
«E qual è il vostro personaggio preferito del film, a parte il mio, ovviamente?».
«Il mio è Barney Thompson, il direttore dell’Hotel»., dice sicura Francesca. «Ecco, lui è uno dei pochi gentleman che non hanno bisogno d'innamorarsi per subire una metamorfosi. Vede la bellezza dietro ogni apparenza. È stato il solo, sin dal principio, a trattare Vivian con rispetto: non è forse questo a fare di un uomo un vero principe?».
«Mi associo!», esclama Julia Roberts. «Il mitico direttore ha un ruolo formidabile nello svolgimento della storia. A tutti gli effetti, è il mentore del viaggio di Vivian! Un po’ come Mago Merlino per Semola od Obi Wan per Luke Skywalker! Effettivamente, non fosse per lui, Vivian non riuscirebbe a uscire dal suo mondo ordinario per entrare in quello straordinario».
«Sta citando Chris Wogler...», sottolineo io. «Forse le slide che ho preparato ieri... Comunque è esatto. Le commesse della boutique sulla Rodeo Drive l’avevano mortificata fino a farle perdere del tutto la fiducia in se stessa. L’intervento del direttore Barney salva proprio baracca e burattini».
«Che c’entra Pinocchio? E quali baracche?», chiede perplessa l'attrice.
«No, niente...».
«Sei stato gentile a invitarmi a casa tua, magari la prossima volta facciamo da me?», mi fa Julia Roberts, addentando una cyberfrappa. Un atteggiamento forse figlio della mia equivoca cronologia, che potrebbe aver contaminato la sua indole. Inizia anche a togliersi lo zucchero dal decolleté e sento d'avere un imminente attacco d'epistassi ma non mi scompongo come il Maestro Muten.
«Mi piacerebbe moltissimo e...».
Francesca stavolta mi guarda storto. «Ti diverti con le figurine, Eddie? Guarda che lo dico a tua moglie!», e con un colpo secco stacca SiDDI dall’alimentazione, mandando in blackout tutti i miei sogni. Poi addenta senza attenzione l’ultima frappa, provocando una slavina di briciole in terra, sorride e, zompettando, se ne va. «Pretty Woman, walking down the street...»... La sento canticchiare per le scale, mentre io faccio i conti coi miei sogni infranti. Niente fiaba per me. Solo il pavimento sporco di zucchero da lavare: «Tu sogna e spera fermamente».
Marco Mogetta
Francesca M. Russo
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Continua la collaborazione con Francesca Mori, altra illustratrice che si unisce a Nerdface. Ecco la sua illustrazione realizzata in esclusiva per noi di Pretty Woman, mentre cliccando QUI potete visitare la sua pagina!