La Regina dei Manga
Quando raccontiamo di Rumiko Takahashi, parliamo davvero di tradizione. In primis perché l'autrice è sulla cresta dell'onda dalla fine degli anni '70 ed è arrivata a 200 milioni di copie vendute complessivamente per tutte le sue opere proprio in questo 2017, diventando la mangaka di maggior successo in assoluto. La seconda motivazione è da ricercarsi nella scelta stessa dei soggetti dei suoi manga. Iniziamo dalla prima, la più apprezzata dal pubblico maschile con qualche anno in più sulle spalle. È il 1978 quando esce Lamù, manga tratto dal precedente racconto (quello d'esordio, per essere precisi) Kattena Yatsura, che coinvolge da subito stuole di fan in madrepatria e bissa il successo anche da noi in Italia, grazie a una versione animata arrivata prima della longa mano della censura. Lamù, c'è poco da girarci attorno, è stato forse il nostro primo amore e, insieme, probabilmente il primo personaggio a farci scoprire una certa sessualità. Quanti turbamenti, per poche sbirciatine sotto quel bikini tigrato...
Insieme a Lamù, Rumiko Takahashi porta avanti un altro manga, anch'esso destinato a sbarcare in forma di anime sull'italico suolo e che sembra rivolto a un pubblico principalmente femminile. Cara Dolce Kyoko o Maison Ikkoku è una storia romantica e malinconica, mai triste però, ed è un punto di forza capace di conquistare da subito il pubblico in maniera trasversale. Infatti, molti sono i maschietti (me compreso) a innamorarsi della serie e ancora oggi è una delle opere della mangaka più apprezzate. Il vantaggio di Rumiko Takahashi è, dunque, quello d'uscire dall'etichetta del genere, tanto da colpire più bersagli allo stesso tempo. Anche Ranma ½ gode di questa capacità e riesce perfettamente a farsi apprezzare dalle ragazze, con una storia d'amore tormentata quanto efficacemente condotta fino alla fine, e dai ragazzi, coi suoi combattimenti e la comicità nonsense tipica dei lavori dell'artista. Lo stesso identico discorso è possibile farlo per Inuyasha, lavoro più recente e forse tra i più amati in Italia e all'estero. Pure Rinne, ultima fatica di Rumiko Takahashi e al momento ancora in corso, riesce bene nel connubio, sebbene le vendite abbiano subìto una decisa flessione, dal primo al ventiduesimo volume.
Come vedete, le opere di Rumiko Takahashi possono contarsi sulle dita di una mano, ovviamente a condizione di non inserire nel novero le tante storie brevi. Eppure, sono bastate a farla eleggere a Regina dei Manga, nomignolo col quale l'artista è conosciuta e che le calza a pennello. Sono tutte più che conosciute e ad alcune abbiamo anche dedicato articoli specifici, ai quali vi rimandiamo e per via dei quali non approfondiamo oltre in questa sede. Tornando, invece, alla tradizione, è facile intuirne la preponderante presenza leggendo una qualunque delle sue opere. Rumiko Takahashi prende moltissimi spunti dalla mitologia giapponese, sia per quanto riguarda le creature con le quali popola i suoi manga (Lamù appartiene, per esempio, a una famiglia di Oni, demoni orco della tempesta), sia per come riesce a elaborare miti e leggende del folclore nipponico. Sono rimandi possibili da trovare anche in altri autori e in altri manga, come in Dragon Ball, per dirne uno tra i più conosciuti. Anzi, molti autori applicano la stessa impronta in alcuni capitoli dei loro lavori, anche quando questi sembrano fuori contesto: perfino in Lupin III non mancano episodi del genere. Ma Rumiko Takahashi non si limita a citare, bensì rielabora, sdrammatizza e rende fruibile tutto un sottobosco di storie, parte integrante della cultura popolare giapponese. Di più, l'autrice riesce a passare oltre le barriere geografiche e restituisce anche a noi occidentali uno spaccato piuttosto dettagliato di demoni e mostri che popolano le favole del paese del Sol Levante.
Anche se non crediamo proprio che questo fosse uno degli intenti, il risultato è comunque quello d'averci mostrato una parte di mondo che difficilmente un bambino potrebbe arrivare a conoscere da solo. Monaci shintoisti, demoni, fantasmi: tutti elementi che in Lamù abbondano e che hanno contribuito ad aumentare i nostri confini mentali, nonostante all'epoca fossimo troppo giovani per capirlo. A Rumiko Takahashi, alla sua spensierata allegria, dobbiamo molto più di quanto forse pensiamo, ma siamo sicuri che lei tutto questo lo sa.
di Alessandro Sparatore
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Continua la collaborazione di Nerdface con la giovane fotografa e illustratrice Denise Esposito, la cui storia potete recuperare cliccando QUI. Ecco la sua versione di Rumiko Takahashi realizzata in esclusiva per noi!