Potenziamento!
Correva l'anno 1979, quando in Italia arrivarono le serie di Tekkaman e di Hurricane Polimar. Prodotte da Tatsunoko, come anche quelle di Gatchaman e Kyashan: il Ragazzo Androide, ma arrivate da noi qualche anno più tardi, hanno tutte in comune il fatto d'ispirarsi all'Occidente e, in particolare, ai supereroi statunitensi: un vero e proprio genere chiamato Tatsunoko. Soffermiamoci su Tekkaman. La trama ci porta alla fine del XXI secolo: la Terra è altamente inquinata e la razza umana, pur essendo sopravvissuta, ha l'emergenza di trovare un pianeta abitabile sul quale trasferirsi. Allo scopo si dedica il professor Shukura Amachi, mente geniale e capo del Programma di Sviluppo Spaziale. Come se non ci fossero abbastanza problemi, la Terra diventa oggetto delle brame di conquista degli immancabili invasori alieni, i Waldaster, che attaccano i centri di comando e rischiano di minare e ritardare i progressi del Programma. Durante un duro scontro, il Capitano Minami, amico e braccio destro di Amachi, muore lasciando il figlio George con la voglia di vendicarsi. Presto fatto: il professor Amachi costruisce Pegas, un robot semisenziente, che è insieme arma contro gli invasori alieni e mezzo col quale un essere umano può trasformarsi in Tekkaman, eroe corazzato e potentissimo. Pegas, va detto, ha un look molto particolare: è alto circa il doppio di un uomo, la parte superiore è tondeggiante, mentre gli arti inferiori sono privi di articolazioni e ospitano la cella nella quale il protagonista si trasforma. A completare il tutto, un naso a punta molto buffo. Insomma, George non ci pensa due volte, malgrado il processo di trasformazione rischi d'essere letale, perché mai collaudato prima, e l'aspetto poco minaccioso del camerino di prova. E il «potenziamento» è proprio la sequenza più impressa nella nostra memoria: la ricordiamo sempre con un brivido, perché all'epoca, ai nostri occhi di bambini, appariva brutale e dolorosissima. Il corpo di George è, infatti, completamente avvolto da filo spinato, prima d'essere ricoperto dall'armatura che lo renderà invincibile e d'essere marchiato a fuoco sulla fronte con un simbolo a forma di stella. Altro che cabine telefoniche, questo era Tekkaman!
Ci sono due limiti, però. Il primo: passati 37 minuti e 33 secondi nei panni di Tekkaman, il corpo ospite rischia di morire. Il secondo: il Voltekker, l'arma a forma di stella sulla fronte, è capace d'emanare un raggio d'energia potentissimo, ma riduce chi lo usa in uno stato simile all'incoscienza. La serie di Tekkaman va avanti solo per 26 episodi dei 52 previste, prima d'essere soppressa per la mancanza di ascolti: la puntata finale, di conseguenza, non risolve una trama troncata a metà. Tuttavia, nel 1992 è prodotto un primo seguito, Tekkaman Blade, e nel 1997 anche un nuovo Tekkaman Blade 2. La prima serie, Blade, arriva anche in Italia, con il nome di Teknoman, ereditato dagli USA, in parte nella produzione tramite la Saban, quella dei Power Rangers. In questa seconda serie, l'insidia d'abusare della corazza è ancora maggiore perché, passato il tempo limite, essa prende il sopravvento sull'ospite, annullando di fatto la sua umanità. È questo tema dell'umanità a rendere Tekkaman interessante anche a noi, che lo riguardiamo dopo tutti questi anni. Nella prima serie il rischio era di perdere la vita, perché il corpo umano non era in grado di sopportare la potenza superiore dell'armatura corazzata. Era un corpo debole, quello umano, sofferente e inadatto al combattimento contro i perfidi e superiori alieni. Esattamente come lo era quello di Steve Rogers prima del siero del supersoldato, o quello di Peter Parker prima del morso del ragno radioattivo. Il fisico debole era potenziato, ma la vera umanità risiedeva nella mente e, più precisamente, in quelle virtù che potevano anche portare all'estremo sacrificio, per un fine più grande e più puro. George sa bene quanto la trasformazione sia dolorosa e come la sua mente guidi il corpo di Tekkaman; è consapevole di come, malgrado tutta la forza ottenuta e se dovesse rendersi conto di una posta in gioco alta, potrebbe spingersi oltre il tempo limite dei 37 minuti e 33 secondi. E morire. In Teknoman lo spunto è esteso: una volta capito che l'umanità s'esprime nella sua intima essenza e non nelle sole capacità fisiche, è chiaro come il sacrificio proprio questa cerchi di portare via, rendendo il protagonista un robot dal fisico perfetto, ma privo di una qualsiasi traccia di compassione o, semplicemente, di senso critico.
Insomma, anche per Tekkaman vale la morale che da grandi poteri derivano grandi responsabilità e queste ultime vanno al di là di salvare il mondo, ma puntano soprattutto a valorizzare l'animo umano nelle sue più alte qualità. Stoicismo e abnegazione non sono una novità per le serie giapponesi e, nella fusione col supereroe americano, ci hanno guadagnato qualcosa e perso altro. Forse, a causa delle influenze miste, il cartone originale non ha avuto grande successo in patria, mentre è diventato popolare da noi, che di America ne abbiamo mangiata fin da piccoli mentre, al contrario, le serie successive si sono guadagnate una discreta stola di fan nel Sol Levante e meno da noi. La sigla, infine: è arrivata da noi in due versioni, la prima originale giapponese, la seconda cantata dai Micronauti. Inoltre, ci fa piacere ricordare che, se qualcuno dei più giovani di voi volesse dare un'occhiata, l'intera saga rimasterizzata e restaurata è disponibile dal 2005 in DVD editi da Dynit, arricchiti anche da numerosi contenuti extra. Infine, a rinfocolare gli animi ha contribuito Sentinel, proponendo una action figure di Tekkaman basato su una scultura di Hiroyuki Komatsubara, in PVC, ABS, con alcuni componenti in metallo die-cast e con tanto di luci a led.
di Alessandro Sparatore
Leggi gli altri approndimenti nella sezione Nerd Origins
Scheda
• Titolo. Tekkaman: il Cavaliere dello Spazio (宇宙の騎士テッカマン)
• Anime
Anno: 1975
Episodi: 26
• Sigla giapponese
Forse potrebbe interessarti:
• Nerd Origins. Hurricane Polimar: il supereroe del Sol Levante
• Nerd Origins. Robot senza GPS: cinque serie (quasi) mai giunte in Italia
• Nerd Origins. Daitarn 3: il robot seducente
• Nerd Origins. Cyborg 009: i supermagnifici
• Nerd Origins. Jeeg Robot d'Acciaio: il nostro domani