The Elder Scrolls Online: Greymoor
PS4, XBOX ONE, PC, Google Stadia, Mac
Greymoor, espansione uscita il 9 Giugno con Bethesda di The Elder Scrolls Online, è il paradigma dell'inclusione. Com'è possibile, dopo 6 anni d'esistenza sulle piattaforme più disparate, dai PC alle console, che un videogame possa ancora esercitare un fascino così cristallino da conferirgli una potenza attrattiva tanto forte? La risposta è semplice: saper offrire giusta sfida e buon divertimento a tutti i giocatori. Il raggiungimento di un simile obiettivo, al contrario, non lo è affatto. È su questo aspetto, infatti, che Bethesda e ZeniMax hanno compiuto il vero lavoro (e un mezzo miracolo), rimboccandosi le maniche, affilando le lame e gettandosi nella mischia come un Nord urlante. Il risultato della battaglia, vinta, è un'espansione che aggiunge ulteriore carisma a un videogame già di suo eccezionalmente carismatico, accogliendo i nuovi giocatori e riuscendo a divertire i vecchi, prendendoli dal lato del cuore, grazie al ritorno nelle mai dimenticate terre del Nord.
Se, infatti, non avete mai provato l'ebrezza dell'immersione nel mondo di The Elder Scrolls Online e siete convinti che dopo anni d'assidua frequentazione del MMORPG esista ormai una comunità talmente avanzata e ben equipaggiata da non permettere un facile ingresso ai nuovi arrivati, vi sbagliate di grosso. Greymoor rappresenta una delle migliori occasioni per iniziare la vostra avventura nelle regioni di Tamriel, grazie al perfetto lavoro di bilanciamento e di nostalgico revival, in senso più che positivo, che permea tutta l'opera. A iniziare dalla cutscene che vi accoglierà in apertura, tutto quanto troverete in Greymoor vi suonerà eccezionalmente familiare, essendo tratto di peso da Skyrim, il capolavoro che nel 2011 insegnò a molti, se non a tutti, come costruire un gioco di ruolo fantasy, migliorando anche quanto sembrava già perfetto in Oblivion e, anzi, aggiungendo altre ispirazioni, altre dinamiche e altra magia (chi scrive ha spolpato con gusto anche la versione VR di Skyrim). Tornare a esplorare le zone nord-occidentali di Tamriel vi regalerà ore di divertimento, sia che siate veterani di ESO, sia che siate novizi, il tutto a prescindere dalla classe, razza o destino che sceglierete per il vostro personaggio.
Trama
Senza intenzione di spoilerare alcunché, dato che la storia presenterà più di un momento emotivamente memorabile, sia in termini di incontri che di avvenimenti, è possibile dire che le circa 40 ore di gioco di cui Bethesda aveva parlato prima del lancio sono forse riduttive, per vivere l'intera esperienza di Greymoor. Gli scorci paesaggistici e scenografici già conosciuti e amati in Skyrim ritorneranno con tutta la loro forza evocativa, carichi come sempre del grande fascino che li aveva contraddistinti. Dopo aver creato il vostro personaggio tramite un editor adeguatamente accurato, eccovi immediatamente chiamati a raggiungere Solitude, la mai dimenticata capitale dell'Haafingar e di Skyrim stessa, da dove inizierà la vostra avventura. È bene ricordare che Greymoor rappresenta un prequel rispetto agli eventi giocati nel quinto capitolo di The Elder Scrolls e che, nonostante la storia si dipani circa mille anni prima dell'epopea che già conoscete, la capitale non sarà visivamente diversa. Se questo particolare potrebbe rappresentare una stranezza da un punto di vista narrativo, sarà invece estremamente comodo da un punto di vista pratico, consentendovi di girare per strade e lande come se foste già a casa vostra. Durante le primissime fasi farete la conoscenza di Fennorian, un vampiro diretto a Solitude per investigare sulla presenza di un covo di streghe, ma nel corso dell'avventura incontrerete anche volti familiari, uno su tutti Lyris Titanborn, che vi daranno più di un motivo per immergervi pienamente nel plot.
Gameplay
Durante le fasi di single player, sarete chiamati a svolgere le più svariate attività per cercare di salire rapidamente di livello ma, neanche a dirlo, saranno i dungeon a offrirvi le maggiori occasioni di crescita. Gettatevi nella mischia senza paura, l'esperienza sarà livellata in base al vostro personaggio e la community di giocatori di lungo corso è accogliente e ben disposta verso i nuovi arrivati. Questo aspetto e il fatto che durante gli scontri più pericolosi la cooperazione risulti fondamentale invogliano di sicuro a sperimentare l'aspetto social di Greymoor. Dovrete infatti unirvi ad altri compagni per completare i dungeon, sconfiggere i boss o avere la meglio negli Harrowstorm, quest pubbliche a generazione casuale che vi offriranno importanti ricompense giornaliere. Esiste ovviamente anche il classico PVP, che da sempre consente di sfogare la propria aggressività nei battleground.
Tra dinamiche ben conosciute e ottimamente congegnate, avrete comunque l'occasione di sperimentare alcune succulenti novità, affidate a sfiziosi mini giochi che vi impegneranno, ma senza stancare. Una su tutte è il sistema Antiquities, che vi offrirà sia le prove Scry che una divertente esperienza di scavo. Saranno vostri compiti riuscire a sbloccare gli schemi del primo, non sempre scontati, e ingegnarvi nel recupero sotterraneo di tesori con il secondo, cercando di non danneggiare il prezioso loot con qualche colpo di scalpello di troppo. Le novità, però, non si fermano qui. Accanto infatti alle tre abilità principali cui prestare attenzione da sempre, Stamina, Magicka e Salute, troverete ad accogliervi enormi possibilità di personalizzazione dell'avventura e del personaggio, con menu estremamente abbondanti e dedicati al crafting, l'housing e lo sblocco delle skill. Quest'ultimo aspetto risulta evoluto rispetto a Skyrim, consentendo al giocatore di poter spaziare tra una vasta gamma di abilità attive e passive. Se non avete mai giocato un RPG, vi richiederà un po' di impegno ma, se conoscete la materia, vi orienterete in brevissimo tempo. Da ultimo, avendo ammesso di non voler spoilerare nulla, ci limiteremo a sussurrare un nome, a voi scoprire il perché: Blackreach.
Feeling
Giocare a Greymoor sarà un'esperienza lunga e appagante, molto divertente per i veterani ed esaltante per i novizi. Sguazzando tra licantropi, streghe e vampiri, dedicherete ore all'espansione, senza avvertire noia. È vero: esiste una componente di già visto, della quale però Bethesda non ha colpa, anzi le va reso merito d'essere riuscita a restare sulla cresta dell'onda per 6 lunghi anni (un'enormità, se pensiamo alla rapidità con cui evolve oggi il mondo videoludico), grazie alla profonda attenzione ancora dedicata alla qualità del materiale proposto, alle richieste di una community attiva e appassionata e all'inclusione dei nuovi giocatori.
di Luigi Vespasiani
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In questa recensione sono citati:
• Oblivion
• Skyrim