The Great Wall
«Combatterò per l'onore»
La Cina incontra Hollywood. Questo non vuol dire che in sala troveremo involtini primavera o wanton fritti al posto dei pop-corn, anche se non sarebbe poi così male. Piuttosto, nuove realtà investiranno su prodotti futuri e magari ci saranno più attori con gli occhi a mandorla sullo schermo. Uno dei primi figli di questa collaborazione è The Great Wall, un film che, scavando nella ricchissima mitologia cinese, rende omaggio alla più imponente fra le meraviglie costruite dall’uomo: la Grande Muraglia. Riuscirà l’antico muro, visibile anche dalla Luna e con i suoi 8.800 km di lunghezza, a far passare in secondo piano le lacune recitative di Matt Damon?
Durante la Dinastia Song, che grazie all’aiuto di Wikipedia posso dire estendersi dal 960 al 1279, un gruppo di mercenari europei sta viaggiando attraverso la Cina per cercare la rara e potente polvere nera, una nuova arma d'enorme potenza e che li renderebbe ricchissimi, una volta rivenduta al miglior offerente. Il viaggio non è facile e, ormai, del gruppo iniziale è rimasto solamente un manipolo di uomini, provato dal lungo viaggio, dalla fame e dai continui attacchi dei predoni locali. I sopravvissuti sono attaccati da una misteriosa creatura, ma a costo di ulteriori perdite riescono a ucciderla. Così, gli unici ancora in vita e ormai allo stremo delle forze, William Garin e Pero Tovar, raggiungono i piedi della Grande Muraglia Cinese. Qui, un antico ordine segreto di combattenti li prende come prigionieri, proprio quando un’orda di quelle stesse antiche creature attacca la difesa, con l’intento di superarla. Sono i Tou Tie, mostri famelici che ogni 60 anni, da millenni, attaccano la Muraglia, ultima baluardo per la salvezza della Cina e del mondo intero. Riusciranno i due stranieri, insieme ai cinque generali dell’Ordine Senza Nome, a sconfiggere questa terribile minaccia?
The Great Wall è un film fantasy diretto da Zhang Yimou, regista di pellicole come Hero e La Foresta dei Pugnali Volanti, famoso anche per aver curato la regia della spettacolare cerimonia d'apertura dei XXIX Giochi Olimpici del 2008, svoltisi proprio in Cina. The Great Wall è una delle prime collaborazioni fra Hollywood e l’imponente mercato cinematografico cinese; la sua creazione è costata circa 135 milioni di dollari e attualmente è il film più costoso mai prodotto in Cina. Gli unici attori non orientali presenti nella pellicola sono Matt Damon, il protagonista; Willem Dafoe, che non ha bisogno di presentazioni; Pedro Pascal, la Vipera Rossa di Dorne nella serie TV Game of Thrones, quello che passa dalle manine della Montagna, per capirci. La presenza femminile è affidata alla giovane e bella Jing Tian, attrice non ancora troppo nota, ma che rivedremo presto in Kong: Skull Island e nel sequel del film di pugni & cazzotti fra mostri giganti e robottoni Pacific Rim: Uprising. Matt Damon interpreta una versione fantasy del suo Jason Bourne, ma potenziata a livelli estremi, che riuscirà a essere fastidiosa da subito: se pensavate che la scena de Il Signore degli Anelli in cui Legolas scagliava gnagnole di frecce contro gli orchi, mentre faceva surf sopra uno scudo, scendendo dalla proboscide di un Olifante fosse esagerata, aspettate di vedere cosa sarà in grado di fare il caro vecchio Matt Damon col suo arco di Carnevale. Il tutto senza mai riuscire a cambiare un’espressione facciale per l’intera durata del film. A sua discolpa, c’è anche da dire che tutti i personaggi sono privi di una forte caratterizzazione e sono solo fatti accenni minimi al loro passato e alle loro motivazioni. The Great Wall mette in luce le diverse visioni dei vari protagonisti in corso d'opera, tra chi combatte per i soldi e il potere, chi per la fiducia dei compagni e per la difesa di un bene superiore; c’è anche un accenno di storia romantica.
Per il resto, The Great Wall è un prodotto pensato appositamente per il pubblico cinese: tempistiche, fotografia e scene di battaglia hanno tutte quel tocco d'esagerazione che piace tanto agli asiatici, ma che in molti casi vi faranno storcere il naso, per via della sensazione di stare nel mezzo di una trashata e un videogame online: le sequenze di combattimento massive non deludono le aspettative, ma la grafica delle bestie nemiche e gli effetti 3D non sono per nulla rivoluzionari. I costumi, invece, sono molto belli, sebbene l’associazione dei colori dei vari ranghi di combattenti fa pensare ai Power Rangers. The Great Wall si lascia guardare nel suo insieme, non è un film che farà la storia, se non forse per i primati già raggiunti per i costi di produzione, ma esistono prodotti decisamente peggiori. Va preso come uno dei primi esperimenti per calibrare il tiro e per arrivare a produrre qualcosa in grado di rendere soddisfatti entrambe le fasce di pubblico, orientale e occidentale. In questo caso, consiglio la visione bevendo Tsing-Tao fredda e grappa di riso.
di Daniele Kinder Rea
Leggi anche le altre Recensioni
In questa recensione sono citati:
• La Foresta dei Pugnali Volanti
• Game of Thrones
• Hero
• Kong: Skull Island
• Pacific Rim: Uprising
• Il Signore degli Anelli (saga)