The Irishman
«It was like the army»
Martin Scorsese, dopo il recente flop della sua pellicola a tema religioso, Silence, considerata troppo controversa dal pubblico cattolico e, allo stesso tempo, troppo poco attrattiva per quello laico, torna in grande stile a riconquistare audience. Lo fa con una pellicola prodotta e distribuita da Netflix, The Irishman. Il film si presenta nel migliore dei modi, con una casa di produzione che lascia sempre libertà artistica ai suoi registi e un cast che ricorda i grandi fasti della carriera del regista, con Robert De Niro, il ritrovato Joe Pesci e Al Pacino come protagonisti. Ma partiamo dalla trama.
Frank Sheeran (Robert De Niro), un autista d'origine irlandese, si ritrova grazie ad alcune truffe per la famiglia Bufalino a diventare uno dei sicari di punta della Mafia di Philadelphia. Nel frattempo conosce Jimmy Hoffa (Al Pacino), uno dei sindacalisti più famosi dell'epoca. The Irishman racconta l'epopea legata ai due personaggi realmente esistiti. Martin Scorsese, ormai, è oltre il regista, l'artista o il genio: è semplicemente una divinità nella storia del cinema. A ormai 77 anni suonati, l'autore di Gangs of New York porta in scena un'epopea incredibile, recitata in modo perfetto e narrata magistralmente da Steven Zaillian.
Solo una squadra del genere avrebbe potuto portare al cinema un film da 3 ore e mezza senza annoiare per un secondo. I dialoghi, uniti a una caratterizzazione dei personaggi tale da renderli tremendamente reali; la regia di Martin Scorsese, sempre dinamica eppure invisibile agli occhi del pubblico, priva di cali di ritmo e carica di tutti gli stilemi cui ci ha abituato: ogni tassello compone un mosaico perfetto.
Dal punto di vista qualitativo, Martin Scorsese torna ai tempi di Quei Bravi Ragazzi e Casinò, raccontando una vita criminale tanto affascinante, quanto reale. Da segnalare un'incredibile interpretazione di Robert De Niro, il quale porta in scena un Frank Sheeran sempre contratto in volto, simbolo di come, per la maggior parte della sua vita, il sicario abbia eseguito ordini solo per una questione di sopravvivenza, perdendo ogni umanità. Inoltre, è possibile vedere come Martin Scorsese occupi molto del suo film a raccontare la vecchiaia dei suoi personaggi, forse anche in maniera simbolica, come se avesse voluto raffigurare dei combattenti che, per via del loro deteriorarsi, hanno abbandonato la lotta, sconfitti dalla malattia e dai dolori. In un momento simile, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni del regista sui cinecomic firmati Marvel, The Irishman non può essere perso ma, soprattutto, non può non essere visto in sala: ringraziamo in ogni caso Netflix, che renderà disponibile questo capolavoro a partire dal 27 Novembre.
di Valerio Massimo Schiavi
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In questa recensione sono citati:
• Casinò
• Gangs of New York
• Quei Bravi Ragazzi
• Silence