The Umbrella Academy 2
«Most things I don't understand»
The Umbrella Academy: dove eravamo rimasti? Vanya, che in una sola stagione aveva fatto più danni al pianeta di quanti ne abbia creati la formica Flik alla colonia dell'Isola dell'Albero in una vita intera, per evitare l'apocalisse dirige il suo reflusso gastroesofageo infernale contro la Luna, bucandola e riducendola in polvere, o peggio nel manto stradale della Pontina. Conseguenza? Proprio l'apocalisse. Qui avevamo lasciato i nostri eroi, l'adorabile combriccola di inetti, con Cinque intento a teletrasportarli via dalla distruzione della Terra causata dai lapilli di pioggia lunare. Cosa accade, quindi, nella seconda stagione, disponibile su Netflix dal 31 Luglio?
Terminato il primo episodio si rimane leggermente spaesati e confusi, come quando si vede per la prima volta Mulholland Drive o si è salvati da un sequestro di persona dopo 10 anni, trascorsi in una cantina buia e tenuti sotto chiave dal proprio zio paterno. Cinque, che nella confusione della fuga si cimenta in un viaggio spazio-temporale troppo impegnativo per le sua abilità, catapulta i fratelli nella Dallas degli anni '60, in vari frammenti di tempo, e deposita se stesso nel 1963, giusto in tempo per assistere a una nuova apocalisse, causata da non-si-capisce-cosa ma la cui causa sembrerebbe essere connessa all'assassinio del presidente J.F. Kennedy. La seconda stagione è questo: recuperare gli altri fratelli Hargreeves e sventare questo nuovo frizzantissimo Doomsday.
La caratterizzazione dei personaggi è meravigliosa, in The Umbrella Academy 2: impossibile non empatizzare con questa banda di miserabili derelitti dai superpoteri bislacchi. Klaus è divenuto inspiegabilmente Vamp di Metal Gear Solid, sembra una strega descritta da Bulkakov; Cinque, che per tratti comportamentali e attitudini caratteriali sembra cresciuto in una casa gestita da Grimilde e Jack lo Squartatore, è uno degli eroi più anticonvenzionali che Netflix sia riuscita a creare negli ultimi anni; Diego, che ricorda vagamente un ipotetico fratello di Salma Hayek in Dal Tramonto all'Alba, ha i tempi comici d'un professionista del cabaret d'élite americano. Tutto è perfetto e squisitamente costruito e confezionato.
Anche la selezione musicale che accompagna le scene clou di The Umbrella Academy 2, alcune delle quali sono il trionfo del kitsch urbano contemporaneo, è sublime. Come pure gli antagonisti introdotti, gli Svedesi, versione scandinava e butch delle Sailor Starlight, sono nemici perfetti, nonostante abbiano circa due righe di dialogo in 10 puntate. Speciale menzione per The Handler, un villain esemplare, che trasuda una feroce rabbia sorda e una totale mancanza di emozioni umane. Sembra quasi la versione Camp di Dodge di Locke & Key. Per non parlare di un finale che, nonostante la sua prevedibilità, lascia una voglia infinita d'avere già una terza stagione tra le mani. Ora. Subito.
di Svevo Susa
Leggi anche le altre Recensioni
In questa recensione sono citati:
• Dal Tramonto all'Alba (film)
• Locke & Key (serie TV)
• Metal Gear Solid (videogame)
• Mulholland Drive (film)
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